Capitolo 13

108 12 12
                                    

Matteo guardava il suo amico con la bocca spalancata e pieno di stupore. Antony non gli aveva ancora spiegato nulla, ma Matteo aveva quell'espressione da quando Greta se n'era andata e lui era entrato nella camera. Antony inarcò un sopracciglio chiedendo a Matteo con lo sguardo se poteva iniziare a parlare, ma alla fine glielo chiese a voce.
-Posso parlare?
Il suo amico sembrò risvegliarsi da un sogno.
-Beh sì, sai com'è, vieni coinvolto in una rissa con Daniele e poi ti ritrovo abbracciato a Greta Menchi, direi che devi parlare.
Antony abbassò lo sguardo sulle sue mani incrociate, era abbastanza imbarazzato, ma allo stesso tempo non riusciva a smettere di pensare a Greta. Scacciò qualsiasi pensiero e iniziò a parlare.
-Sai bene che io e Greta ci conosciamo, abbiamo passato molto tempo insieme da soli, e si è creato qualcosa tra noi.
Matteo sembrò sorpreso e confuso allo stesso tempo.
-Qualcosa cosa?
Chiese cercando la risposta velocemente.
-Qualcosa... niente di importante! Che hai capito?! Siamo solo amici ma... Daniele ci ha visto da soli alla festa ed ha frainteso, facendomi questo in faccia.
Si indicò le ferite che ancora gli facevano male. Matteo lasciò andare un lungo sospiro e si tirò indietro con la schiena, lo sguardo fisso e severo ancora su Antony.
-Mi sento fuori dalla tua vita.
Replicò il moro con tono ferito.
-Mi dispiace, avrei voluto parlare con te da davvero tanto tempo, sai, è tutto incasinato per me ultimamente.
Matteo si accigliò.
-Perché?
Antony tirò la testa indietro e guardò il soffitto rendendosi conto che, oltre alla sua faccia, era lui distrutto, quella serata stava durando fin troppo.
-Quando sono riuscito ad avere un appuntamento - o quello che era - con Melissa, ho avuto una reazione diversa da come mi aspettavo. E sai, quando non è venuta ci sono rimasto male, così male da non riuscire a pensare più a lei, e sai cosa? Non avrei mai immaginato di riuscire a non pensare più a lei.
Matteo nel frattempo si era appoggiato al bordo del letto di Antony, mentre quest'ultimo lo guardava in piedi vicino alla finestra.
-Quindi ti piace ancora o?
Antony scosse velocemente la testa.
-È per questo che sono confuso: non lo so! Non penso più a lei come prima e non capisco il perché! Insomma, sai quanto ne ero ossessionato, se mi avesse chiesto un appuntamento avrei fatto i salti di gioia.
Matteo incrociò le braccia.
-Magari ci sei rimasto così male quando ti ha dato buca che hai deciso di non pensarci più.
Antony non sembrò molto convinto della risposta del moro.
-Ma, non credo. Non posso dimenticare una persona così da un momento all'altro.
Matteo rimase un secondo scettico al riguardo.
-Antony, Melissa è sempre stata solo un'ossessione, o cotta, per te. Io penso che tu sia cresciuto e ti sia reso conto da solo che non vale la pena andarle dietro. Oppure la tua cotta verso di lei è svanita da un bel po' ma sei così abituato a pensarla che non vuoi smettere di farlo.
Antony sentì lo sguardo del suo amico ancora su di lui, sentiva la tensione nelle sue parole e in quello che stava per dire.
-O forse, c'è semplicemente... un'altra persona?
Antony alzò velocemente gli occhi verso Matteo e lo fulminò con lo sguardo.
-Non starai insinuando che...
Matteo si affrettò ad alzare le mani.
-Non sto insinuando un bel niente, stai facendo tutto da solo.
Antony non riuscì a mantenere lo sguardo sul suo amico e decise di concentrarsi sul fuori che mostrava la sua finestra, era buio, però in quel momento doveva guardare qualcosa che non fosse Matteo.
-Stavi abbracciando Greta dopo che il suo ragazzo ti aveva appena picchiato.
-Ti ho già detto come è andata!
Replicò Antony stavolta in tono brusco, voltando di nuovo la testa su di lui.
-Senti, mi sono arrabbiato con lei perché quando Daniele mi ha picchiato lei non ha mosso un dito. Così è venuta subito qui a darmi spiegazioni, Daniele è un violento e lei ha paura di lui.
Matteo socchiuse gli occhi.
-L'ha picchiata?
Antony si affrettò a scuotere la testa.
-No, non penso, almeno mi ha detto così, però potrebbe farlo da un momento all'altro.
-E perché non lo lascia?
-Non lo so, ok?
Matteo allargò le braccia stupito.
-Non glielo hai chiesto?!
Antony sospirò e si passò una mano tra i capelli.
-No, ho pensato solamente ad abbracciarla, mi sono fatto prendere dal momento, come quando ci siamo...
Matteo aveva già cambiato espressione ed Antony era sicuro di essere sbiancato alla propria interruzione.
-Ehm, credo che tu debba andare, sono un po' stanco e mi fa male la testa, scusa se ti sto cacciando.
Antony si avvicinò a Matteo che aveva ancora lo sguardo fisso e confuso su di lui.
-Ma...
Il suo amico non fece in tempo a finire la frase che Antony lo aveva già scortato fuori dalla sua stanza.
-Ci vediamo lunedì!
Disse per poi chiudergli la porta in faccia.

Let me photograph you in this lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora