Lei era bella, bella davvero, di quella bellezza non solo esteriore, era bella dentro, mi sono chiesta molte volte com'era possibile che un solo essere umano potesse contenere tutte quella bellezza, non ho mai trovato la risposta. Chiunque la vedesse le gridava dietro quanto era 'figa' , mi veniva da vomitare a sentire quanto erano volgari con lei, forse, se l'avessero trattata come un persona lei si sarebbe girata, forse, forse l'avrebbe fatto.
Era anche timida, dovete sapere che io ho un debole per le timide, ovviamente essendo una ragazza particolare aveva a sua volta una timidezza particolare, poteva passare da momenti di puro silenzio (anche se ti conosceva da tutta la vita) a momenti di parlantina irreffrenabile, mi piaceva sai, sembrava tutto quello che qualcuno poteva desiderare. Un giorno ho preso coraggio e mi sono avvicinata, quel 7 agosto non ero riuscita a fermare la mia voglia di conoscenza, l'ho salutata, e stranamente non mi si è spaventata oppure mi ha chiesto "chi sei" no, mi ha salutato anche lei, e mi ha fatto cenno di seguirla.
Immediatamente non ho capito il motivo del suo gesto, ma l'ho seguita, era come una calamita per me, come se lei fosse una fonte di luce ed io una falena; mi diceva che le piaceva osservare, guardare le persone, le cose perché secondo lei tutto era interessante, tutto aveva un senso, mi parlava dei suoi sogni, e mi faceva sentire importante. Una sera però, venne da me piangendo, probabilmente il momento più brutto della mia vita, mi ricordo bene, stavo sistemando l'armadio dopo mesi di disordine quando qualcuno suonò insistentemente al citofono, era lei, e neanche il tempo di chiedere chi fosse che mi scongiurò di aprire, poco tempo dopo me la ritrovai davanti in lacrime e mentalmente mi appuntai di dirle che era bellissima comunque, mi abbraccio, forse come non aveva mai fatto, forse si stava affidando con tutte le sue forze a me, mentirei se dicessi che volevo che finisse. La portai dentro e la guardai aspettando che mi disse qualcosa, qualunque cosa. Ci mise un pó di tempo ma poi mi raccontò, mi disse di casa sua, di come le cose erano cambiate da quando aveve rivelato chi era davvero, "una schifosa lesbica" l'aveva chiamata così suo padre, la sua povera mamma se così si poteva definire non poteva dire niente, era una di quelle donne che erano sottomesse dal marito, lei non si meritava tutte le cose che le ha detto, lei...Lei non doveva soffrire così, mi sono sentita arrabbiata, tanto, non ho mai odiato così tanto qualcuno...volevo gridare, ma dovevo rimanere calma, per lei. Era li, piangente, credo che per lei fosse uno di quei momenti in cui vuoi stare da sola ma hai un bisogno molto forte di qualcuno vicino, io non sapevo niente dell'amore ma quel giorno feci una cosa che volevo dal profondo, la baciai, ogni giorno ripenso a quel bacio, posso ancora sentirne le sue lacrime salate, mi aveva ricambiato, ero egoisticamente felice, provavo sentimenti contrastanti, quella notte dormimmo vicino. Solitamente dormo solo di giorno, perché all'orario normale non riesco, quella volta fu diverso, ci riuscì, al mattino mi ero svegliata e mi sentivo in un modo strano, forse era quella la felicità. L'unica cosa che mi rimase di lei era una lettera, anzi un piccolo pezzo di carta con un sole disegnato al margine, tipico suo, erano scritte poche parole in modo disordinato, proprio com'era lei, solo che a sua insaputa, lei era molto di più.《Ricorderò ogni singolo istante.》Mi aveva distrutto, non credevo fosse possibile, avevo dato per la prima volta il mio cuore a una ragazza il cui nome vero non ho mai saputo, la chiamavano tutti Sun, e così, finché non seppi, feci anch'io.
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Sun - ricorderò ogni singolo istante
Short StorySUN una breve onshot in onore dell'amore, di quello strano, di quello doloroso. Per mostrare che vedere oltre puoi sia renderti la persona più felice del mondo, che distruggerti.