Aprii gli occhi, lentamente. La testa girava, forte. Appoggiai le mani sul pavimento polveroso. 'Ahi' pensai. Bruciava da morire. Avevo le mani viscide. Sanguinavo. Riuscii a mettermi a sedere, nel buio più totale.
《Ehi piccola, sei sveglia!》 disse una voce profonda davanti a me, una voce che conoscevo bene.
《C-c》 tossii 《cosa è successo?》
《Problemi con gli Auror. Ci hanno quasi beccato. Quasi》 disse lui in un ghigno. Un bagliore rosso gli attraversò gli occhi.
《Ehi!》 dissi ridendo, mentre lui mi tirava per un polso per farmi alzare 《Non possiamo rischiare così》
Lui mi squadrò un attimo.
《Lumos》 disse, alzando la bacchetta.
Ero messa davvero male. Avevo le mani piene di tagli, i vestiti strappati e la faccia sporca di sangue. Un sangue che non era mio.
《Ma almeno》 mi disse lui, serio 《hai ottenuto quello che volevi》
Mi allungò una collanina dorata. Una GiraTempo, che lui stesso mi aveva regalato.
《Molly!》dissi io guardando la GiraTempo. Lui mi fissò con una smorfia divertita.
《Tu e la tua mania di dare nomi agli oggetti...》
《Dovresti sapere perché voglio chiamarla così》
Gli rivolsi uno dei miei sguardi più crudeli, e lui capì di aver passato il segno. Fece un passo indietro, le mani dietro la nuca. Io gli sorrisi sincera. Scoppiammo entrambi in una risata divertita, anche se la sua era un tantino più sadica. Quando ci zittimmo, cominciai a fissarlo, i suoi occhi rosso sangue nei miei, uguali ai suoi. Vi entrai dentro, scivolando tra le sfumature cremisi, per poi circondarmi di immagini. Un uomo dai capelli rossi parlava con un bambino. Uno spintone mi riportò alla realtà.
《Ehi》 disse lui 《non puoi entrarmi nella testa così》
Io gli rivolsi un breve sguardo, per poi fargli la linguaccia e dire: 《Perché non dovrei? Sono brava! E poi me l'hai insegnato tu...》
Mi guardò ghignando 《Sei proprio un esperimento ben riuscito》
《Io per te sarei solo un esperimento?!》
Lui mi guardò, leggermente provocante. Mi lasciò un tenero bacio sulla fronte. 《Il migliore...》mi sussurrò all'orecchio. Diavolo se mi faceva impazzire!
《Sei pronta?》 mi disse, riportandomi alla realtà. Io estrassi la mia bacchetta dalla tasca.
《Betty...》 disse lui in una smorfia 《...ora avrai uno scopo!》
Io lo guardai indispettita.
《Che c'è?!》 disse lui 《non è colpa mia... merito mio... se fai magie anche senza!》
Lo guardai un po' arrabbiata.
《Si, si, ok》 cedette lui dopo un po' 《è in parte colpa mia. Ora sbrighiamoci però》
Guardai i due oggetti che avevo in mano. Sapevo cosa fare. Li strinsi, strinsi i miei futuri Horcrux.
《Ho paura, Tom》■■■■■■■■■■■■■
Ormai il primo di settembre era alle porte, io stavo preparando il mio baule. Penne, libri, dolciumi e abiti, il mini-calderone di pozioni. Un baule normalissimo direi. Ci ficcai dentro una busta sigillata.
Era di Tom.
Non ci eravamo più parlati da quel giorno. Non che fosse passato tanto. Un mese, forse.
Ero sola da un mese.
Una fitta dolorosa mi colpì al petto e per qualche secondo persi il respiro. Cavoli se faceva male. Chiusi il baule e mi alzai, lanciando un ultimo sguardo a quella stanza dalle pareti turchesi, a quella casa che era stata mia per un mese. Mi legai la GiraTempo al collo e la nascosi sotto la maglia. Quant'era orrenda quella maglia, verde marcio, sbiadita, piena di strappi e con un'orribile stampa rovinata di una vecchia civetta. Presi anche la bacchetta.
Che tristezza, malinconia forse, o rabbia. Me la misi in tasca. Con un gesto della mano sollevai il baule.
《Baule Locomotor》
Sospirai. Almeno ero maggiorenne.
Sollevai il baule e lo presi per le cinghie. Se qualcuno mi avesse visto per strada, almeno avrebbe potuto pensare che avevo, non lo so, una forza sovrumana per sollevare quel baule con tanta facilità. Non mi andava di Materializzarmi.
Mi diressi all'ingresso e con un altro gesto della mano aprii la porta, senza far rumore. La richiusi alle mie spalle e cominciai ad avviarmi per la stazione, da sola. Quanto mi mancavano mamma e papà. Ma quei due vecchiacci, gli altri, avevo fatto bene a farli fuori.■■■■■■■■■■■■■
《Angie!》
La sua voce mi arrivò tra le volute di fumo del treno. Tom mi corse incontro scuotendo le braccia per attirare la mia attenzione, ma io lo sorpassai, ignorandolo.
《Dai, Angie! Cosa ho fatto?》
Gli scoccai un'occhiata crudele. 《NON.CHIAMARMI.ANGIE!》gli risposi furibonda.
《Perché no? Ti ho sempre chiamata così. Ho fatto qualcosa di male?》
Mi voltai. Stavo per parlare, ma esitai. Lui si avvicinò pericolosamente al mio orecchio e sussurrò: 《Cos'hai? Te ne sei già pentita?》
Brivido. Feci un piccolo salto all'indietro per la sorpresa. Va bene che è un mago oscuro, ma deve essere sempre così inquietante?
Mi ricomposi mentre lui si allontanava dal mio volto con espressione innocente, come se nulla fosse successo.
《Allora?》
《N-no》 balbettai. 《Non mi sono pentita. Sarebbe un problema》
Lui mi sorrise, ma cambiò subito espressione quando vide la MIA. Ero decisamente ancora arrabbiata.
《Che c'è ora?》
Lo guardai indispettita per qualche istante.
《C'È QUESTO!》sbraitai, sventolandogli la bacchetta davanti alla faccia.
Lui sembrava non capire, ma presto sulla sua faccia comparve un ghigno divertito.
《Non è divertente!》
"Cosa non è divertente?"
Ecco che ricominciava, con quella sua vocina insopportabile. Pensavo di essermene sbarazzata ormai.
A quel punto Tom scoppiò a ridere. Una risata genuina, forse la prima per lui. Io lo guardai irritata, ma non riuscivo proprio a rimanere arrabbiata.
La mia espressione si addolcì, e con molta probabilità lui lo notò perché smise di ridere.
Ancora un po' singhiozzante disse: 《Niente, Betty, niente. Tornatene a dormire in quella tasca》
"Che ragazzini impertinenti!", rispose la bacchetta sbuffando.
《Abbassa la voce》sussurrai alla vecchia, mentre Tom le faceva il verso. Da un mese ormai speravo di essermene liberata. Uffa.
Rimisi la bacchetta in tasca.
《Menomale che Molly si è addormentato. Non sai quanto hanno parlato quei due durante il viaggio》commentai, quando ormai eravamo già nel vagone. Il treno fischiò.
《Ma è almeno normale?》
Tom scrollò le spalle.《E comunque, la cosa non mi stupisce. In te non c'è niente di normale》
Di solito, sarebbe sembrata un'offesa, ma era la cruda realtà.
《Dovrai conviverci》concluse.
Io abbassai lo sguardo. Pensavo davvero di essermi liberata di quei due vecchi per l'eternità, ma a quanto pare non era così.
Per il resto del viaggio continuammo a parlare e scherzare, come se nulla fosse, nonostante parlassimo di morte e omicidi.■■■■■■■■■■■■■
Un raggio di luce colpì la mia maschera, facendola saltare. Mi ritrovai faccia a faccia con una donna bruna.
《Expelliarmus!》
Il gesto della mano fu probabilmente eccessivo, perché la donna fu scaraventata contro un albero. La raggiusi e le sfilai la bacchetta dalle mani. Bella, legno di ciliegio. Mi piaceva il legno di ciliegio. La rigirai tra le mani, volevo spezzarla, ma alla fine decisi di metterla in tasca. Dietro di me, nella foresta, la battaglia continuava. Sarei dovuta andare ad aiutare Tom.
Mi fermai un attimo, a guardare il cielo. Era passato un altro anno, grandi successi per me e Tom, accrescimento dei miei poteri e bla bla bla. Ma ormai i miei anni ad Hogwarts erano finiti. Volevo davvero rimanere con lui?
Sì.
Portai la mano al petto. Dolore. Come diavolo faceva Tom? Ah già, il Signore Oscuro. Molto altezzoso ultimamente. Strinsi la GiraTempo, la sfilai da sotto il mantello. Ormai ero senza maschera, tanto valeva mettersi in mostra.
Guardai il sole che splendeva alto. Troppo luminoso forse. Le nuvole lo coprirono immediatamente, al piccolo movimento del mio dito. Il cielo divenne grigio, tra poco avrebbe cominciato a piovere.
Mi diressi fiera verso la foresta, pronta ad attaccare.
《Petrificus Totalus》
Un Auror paffuto mi colse di sorpresa e mi immobilizzò. Sorrideva compiaciuto, ma quando vide che non avevo la bacchetta mi fissò come se fossi pazza. Beh, in effetti pensava già che fossi una Mangiamorte fuori di testa, ma probabilmente cominciò a pensare che ero proprio da manicomio. Mi aspettavo comiciasse a scrivere una lettera al San Mungo, anche se probabilmente l'avrebbe scritta ad Azkaban.
Poco lontato da me, nel centro della boscaglia, sentivo strillare incantesimi nel bel mezzo di una battaglia.
Gli Avada Kedavra non erano pochi.
Uno raggiunse l'Auror, che cadde a terra in un tonfo, mentre io ricominciavo a muovermi, scuotendo le gambe per riprendermi da quel torpore.
《Muoviti》 mi intimò gelido il Mangiamorte. Oh, giusto, il mio collega.
《Dov'è la tua maschera?》 chiese seccato.
Era Nott. Non che andassimo molto d'accordo. Alzai le spalle, dopodiché lo sorpassai. Non c'era bisogno di leggergli la mente per capire cosa pensava.
"Come può il Signore Oscuro sopportare una tale seccatura?"
《Taci, bastone per cani》 le intimò Nott da dietro. Alla fine, su qualcosa eravamo d'accordo.
《Muoviti, Masterson. Il Signore Oscuro mi ha mandato a prenderti》
Accellerai il passo.
In breve cominciammo a correre. Ero un po' felice che Tom chiedesse il mio aiuto, ma allo stesso ero preoccupata.
Se aveva bisogno di me, le cose non andavano per nulla bene.
Sorpassammo un gruppetto di corpi nascosti tra gli alberi. Ancora mi chiedo come potevo rimanerne impassibile.
Arrivammo sul posto e, beh, c'erano più Auror di quanto pensassi. Eppure fino a poco tempo prima erano impegnati con Grindelwald. Oh giusto, aveva avuto quello scontro con Silente la settimana prima. Non che mi tenessi informata in realtà.
Gli Auror non ci lasciarono nemmeno il tempo di respirare e cominciarono ad avventarsi su di noi.
Era divertente osservarli mentre cercavano di capire dov'era la mia bacchetta, anche se mi piaceva di più ucciderli in preda al panico di vedere la fatidica luce verde spuntare dal nulla.
Assunsi la mia forma corvina e cominciai a scrutare dall'alto.
Ne avevo fatti fuori un bel po'.
Individuai un giovane Auror, un novellino. Planai verso di lui riassumendo la mia forma umana.
Appena vidi il suo volto terrorizzato, non resistetti.
Lo fissai negli occhi nocciola e vi entrai dentro, scivolando nel fiume di puro terrore che vi si rifletteva.
Poverino, era il suo primo giorno.
《Attenta!》 sentii urlare alla mia sinistra. La voce di Tom.
《Avada Kedavra!》
Quando tornai al mondo reale, ormai era già troppo tardi. Il tempo scorreva come a rallentatore.
Vidi l'Auror dagli occhi nocciola cadere a terra, lentamente.
Un altro Auror stava correndo nella mia direzione, ma si era spostato all'ultimo. La Maledizione indirizzata a lui colpì, me in pieno petto.
Sulla GiraTempo.
Il vetro della clessidra si incrinò, mentre la GiraTempo cominciò a girare a ritroso. Era possibile una cosa del genere?
Sì. Tom diceva che con me tutto era possibile.
Tom.
Gli vidi una lacrima solcare la guancia, appena prima di sparire.■■■■■■■■■■■■■
Riaprii gli occhi lentamente. Mi sentivo intorpidita.
Provai a sfregarmi le mani sulla faccia nel tentativo di svegliarmi, ma per qualche strano motivo le maniche del mio mantello erano incredibilmente lunghe.
Un'ombra mi passò davanti agli occhi, oscurando il sole.
Nel tentativo di mettere a fuoco, scorsi quattro figure chinate su di me.
《Dove m-mi trovo?》 chiesi, incespicando e faticando a parlare.
Provai ad alzarmi, ma non ci riuscii.
《Siamo noi a fare le domande qui》 mi rispose un ragazzo occhialuto, mentre quello dagli occhi nocciola gli scoccava un'occhiataccia.
Un ragazzo dagli occhi grigi si sporse verso di me.
Cavolo, erano degli occhi bellissimi, travolgenti ed emotivi come una tempesta in pieno corso. Se non fossi stata così stanca, mi sarebbe piaciuto entrarvici.
Mi riscossi al suono delle uniche due parole che uscirono dalla sua bocca.
《Chi sei?》
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La GiraTempo Dei Ricordi || Malandrini
FanfictionPiacere di conoscervi! Sono Angel Masterson, Grifondoro, ma sinceramente sarei migliore come Serpeverde. Sì, so essere coraggiosa se voglio, ma non per nulla sono una Testurbante. Frequento il settimo anno nel periodo in cui Tom Marvolo Riddle vivev...