23.

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Dei botti si insinuano nella mia mente, fino a quando non apro gli occhi e non li sento sempre più forti.
"Ehi! Piccioncini! Non sappiamo che avete fatto ieri sera ma la marea si sta alzando! È il momento perfetto per prendere le onde più belle! Dai, svegliatevi!" È la voce di Meredith. IO mi metto un cuscino sull'orecchio mentre sento Ken levare il braccio dalla mia vita.
"Ma che vuoi?" Strilla.
"Voglio che vi alziate. Forza! Sono tutti di sotto ad aspettarvi." Sbuffa.
"Vattene!" Si posa sul cuscino ed io apro gli occhi, trovandomi di fronte i suoi.
Sospiro. "Ti va?"
"Se tu vuoi." Mi bacia.
"Allora andiamo!" Grido, per farmi sentire anche da Meredith.
"Bravi! Stiamo giù!"
Mi alzo, in reggiseno e mutandine. Sento Kendall gemere, e ghigno.
In due secondi me lo ritrovo dietro di me. "Così non vale, piccola." Mi bacia sull'orecchio. Spinge il sedere ancora più indietro, e lui mi stringe i fianchi. Risucchia l'aria tra i denti e geme ancora.
Prendo un costume dentro la valigia e mi volto, per non far vedere il seno mentre mi metto il sopra di quel costume. Poi mi metto anche il sotto, e quando mi volto, lui ha lo sguardo perso.
Ha già il costume, è azzurro, e gli sta da Dio.
"Andiamo." Mi prende per mano e usciamo dalla camera.
Quando arriviamo di sotto Maliki sta distribuendo le tavole.
"Oh, eccovi!" Ci sorride. "Kendall, ti dò la shortboard, va bene? Per te, Sophie, non saprei. Sei brava, certo, ma le onde che ci sono là fuori danno una spinta completamente diversa da quella della marea di Miami, perciò per rimanere in equilibrio forse dovresti prendere la undici piedi, ma decidi tu. Potrei darti questa, è abbastanza leggera per fare tutte le mosse, è simile a quella che hai usato per la gara, ed è facile da manovrare."
"Ehm, come vuoi." Rispondo. Non me ne intendo queste cose, basta che mi date una tavola ed io surfo, punto.
"Forse potrebbe provare la shortboard." Consiglia Tobias.
"Sul serio, ragazzi, per me è uguale, prendo una tavola qualsiasi." Ne afferro una, quella che mi ha colpito da quando sono scesa. Non so cosa sia, ma non è mai presa una così, perciò è il momento di provare.
"Vuoi quella?" Ride Lee.
Annuisco.
"Ti dico solo che con quella volerai. Sta' attenta, però. Le onde che ci sono là fuori non sono come quelle di Miami, almeno non oggi." Dice Maliki.
"Sarò prudente." Sorrido.
Ken mi affianca con la sua tavola sotto il braccio. "Non ti perderò un secondo di vista." Mi fa l'occhiolino e a me si scalda il cuore.
L'amico di Maliki che ci presta le mute le affitta dentro il garage di casa sua, a qualche passo dall'area dei surfisti.
In acqua ci sono già molte persone sulla propria tavola, e la cosa non mi stupisce. Le onde saranno alte quattro, o anche cinque, metri, e a un intervallo di circa trenta secondi -me l'ha detto Kendall-, il che -sempre secondo lui- è fantastico, per surfare.
Arriva il mio turno, e Christopher -l'amico di Ki- mi squadra da capo a piedi.
Vedo Kendall innervosirsi un po' quando il suo sguardo si concentra sul mio petto. Io gli sorrido rassicurante.
"Dunque, prova questa." Si gira un attimo, il tempo che gli serve per afferrare una muta e porgermela.
Lo ringrazio e me la infilo un po' con difficoltà.
Non riesco ad allacciare la cerniera, e sto per chiedere aiuto a Meredith, vicino a me, ma Christopher si avvicina.
"Ti aiuto." Dice, ed io divento paonazza.
"No, faccio io." Kendall lo supera con un grande balzo e mi allaccia la cerniera sfiorandomi la pelle. Gli sorrido.
Christopher si guarda intorno, forse per mascherare l'imbarazzo.
"Ehi, amico, vieni anche tu?" Gli chiede Ki indicando con la testa il mare. Io afferro la mia tavola.
"No, forse dopo."
Lo salutiamo e usciamo in mare.
Pagaiamo tutti, io con un po' di difficoltà spingo la tavola sotto l'acqua ogni volta che un'onda minaccia di farci tornare a riva.
Arriviamo nella zona in cui tutti i surfisti aspettano la loro onda. Ci g8ardano come se fossimo prede, e loro i cacciatori.
"Non vi abbiamo mai visto da queste parti." Un tizio si avvicina a noi.
"Veniamo da Miami." Risponde Adry stizzita.
"OH! Siete di Miami." Ride l'altro.
"Si, qualche problema?" Chiede Kendall irritato.
"No." Scuotono la testa, e uno che dopo aver lanciato uno sguardo a largo rema, fino a quando non sale sulla tavola e cavalca l'onda che gli si presenta.
Intanto un altro surfista si lancia in acqua dopo aver fatto un bello snap. Quando riemerge lo riconosco. È il cameriere di ieri sera. Mi fa un sorriso, e poi si allontana verso un altro gruppetto dei surfisti. Rimango incantata.
"Hai visto un fantasma?" Mi sfotte Kendall.
"No. No." Gli sorrido.
"Forza Lee!" Urla Maliki quando lei comincia a remare verso l'onda che sta arrivando. È bella grossa, e quando si gira per prenderla mi accorgo della spinta che sta dando alla tavola. Lei però sembra non farci caso, e si alza con destrezza. Io applaudisco quando esce dal tubo che gli si era creato sopra.
Io non me la sento ancora di cavalcare queste onde, danno un spinta pazzesca, e fanno acquistare velocità, molta velocità.
Dopo un po' tutti ne hanno presa almeno una, e alcuni anche due.
"Su, Sophie. Questa porta il tuo nome!" Tobias indica il muro d'acqua cristallina che si sta avvicinando.
Io prendo coraggio.
Forza.
Non può succedere nulla.
Proprio mentre la sto per prendere, vedo con la coda dell'occhio qualcuno che si alza sulla tavola prima di me. Io anche salgo, perché ormai mi ero data lo slancio.
Mi volto per vederlo.
È quel cameriere.
Oh mamma!
Cerco di concentrarmi sull'onda, è vero, dà una spinta micidiale. Mi avvicino al punto di uscita. Non voglio fare nessuna mossa per il momento. Ma quel cazzo di cameriere mi sta praticamente attaccato, e mi supera con una curva della tavola, tagliandomi quasi la strada. Poi mi sorride, ed io, distraendomi, cado in acqua.
I polmoni si riempiono di acqua in pochissimo tempo, e mi accorgo che devo chiudere la bocca. Finisco in un vortice, nel cuore dell'onda.
È come se stessi dentro una lavatrice. Il lish della tavola mi tira in superficie, e solo ora mi accorgo che quella sta in alto, mentre io vengo risucchiata sempre di più in acqua.
Sono a corto di ossigeno, fin quando non sento tirare ancora più forte di sopra. Non capisco più niente, ma annaspo ancora fino a quando non ritrovo la tavolo Allora mi accorgo di essere circondata da tutti i miei amici, e Kendall mi tiene ferma per la vita.
"Stai bene?" I suoi occhi sono spaventati.
Tossisco e sputo acqua. Ken mi aiuta a salire sulla tavola, dove tossisco ancora di più.
Poi sale lui sulla sua, il suo sguardo è cambiato.
"Quel bastardo! Io lo uccido!" ringhia.
"Ma chi si crede di essere! Ti aiuto ad ammazzarlo." Cole mi posa una mano sulla schiena.
"Sophie aveva la precedenza!" Meredith incrocia le braccia, contrariata.
"È stato proprio uno stronzo." Sono io che ho parlato.
Non so perché quel cameriere ce l'abbia con me. Ieri sera mo guatava come se volesse spogliarmi al momento, e poi sale sulla mia onda, e mi fa cadere in acqua.
"È il tizio che ci ha servito ieri sera al tavolo." Dice Adry.
"Si." Confermo.
"Beh, gli darò una lezione io." Kendall comincia a remare e tutti Ci spostiamo verso la zona in cui eravamo prima.
Non perdiamo di vista neanche un secondo quel tizio, e quando sta per prendere l'onda, Kendall si dirige verso di lui, remando fortissimo per raggiungerlo.
Non lo fermo. Sa quello che fa. Spero solo che non si faccia male, però.
Le mie aspettative vengono conservate, quando entrambi salgono sulla propria tavola mentre un'onda di circa sei metri li spinge verso la riva. Kendall fa un floater, mentre il cameriere lo guardo storto. Quando quest'ultimo prende velocità, Kendall scende dalla cresta dell'onda e lo spinge giù in acqua, cadendo anche lui.
Resto col fatto sospeso per chissà quanto, fin quando non riemergono.
A quanto pare se la sanno cavare meglio di me, sotto un'onda.
Fin da qui si sentono le loro urla, e Kendall sale sulla tavola. Io mi avvicino a loro, seguita dagli altri.
"Scusa, bambola, non volevo farti cadere in acqua." Mi dice quello on un ghigno in volto.
"Bambola non ce la chiami la mia ragazza!" Kendall i sta per avvicinare, me Tobias si sporge dalla tavola per fermarlo.
"Non avvicinarti mai più a mia sorella, stronzo." Ringhia Cole.
"C'è qualche problema?" Un gruppo di ragazzi rema dalla nostra parte.
"No, Finn, no." Dice il cameriere.
"Sicuro, Erik?"
Ah, si chiama Erik, l'idiota.
"Si. È che evidentemente i pivellini non sanno fare surf nella nostra aerea."
"Oh, scommetto che persino un bambino di cinque anni è più bravo di te sulla tavola." Commenta Maliki.
"Scommettiamo?"
"Risolviamo le cose con un contest, allora." suggerisce quello di prima, Finn, mi sembra.
"Ci stiamo." Adry incrocia le braccia la petto.
"Da dove venite?" Chiede una ragazza bionda e con gli occhi azzurri più chiari che io abbia mai visto.
"Miami." Adry inarca un sopracciglio, in atteggiamento di sfida.
"Bene." Fa Erik. "Alle quattro in spiaggia." Poi si gira e scompaiono tutti.
"Io non partecipo, ragazzi, mi dispiace, ma queste cose non mi piacciono." Dice Lee.
"Tranquilla. Chi non se la sente può lasciar perdere." Annuisce Maliki.
"Sophie?" Mi chiede Cole.
"Io partecipo, eccome."
"Sicura?"
"Si, Kendall, sono sicura."

Manicomio al n. 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora