14 - E scusa se ti amo

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Capitolo 14
E scusa se ti amo

11 ottobre 2016


E' tardissimo, la mezzanotte è passata da parecchio ed io sono appena arrivato a Firenze.
Dire che sono esausto è riduttivo...
A Coverciano ho dato il 300% durante gli allenamenti e ieri in partita, perché siamo in tanti a volerci mettere in mostra e c'è da sgomitare.
La notte poi ho dormito poco e niente, così come posavo il pallone e poggiavo la testa sul cuscino pensavo alla mia Giulietta.
Non ha risposto alle chiamate e ai messaggi ma io non mi do per vinto.
Danilo mi ha detto che evidentemente ha paura di fidarsi, perché non vuole soffrire ancora.
Posso darle torto?
Ma io non posso stare senza di lei, non ora che ho chiarito con me stesso riguardo i miei sentimenti.
Ecco perché adesso, nonostante l'ora improponibile e le gambe che a stento mi reggono in piedi, sono fuori al suo condominio.
Il cancello è aperto, il destino sembra volermi dare una mano ma nemmeno finisco di pensarlo che sono costretto a farmi a piedi anche questi tre piani di scale perché l'ascensore è fuori servizio.
E te pare...
Prendo un bel respiro e busso alla porta di casa di Giulia ma non risponde nessuno, nonostante si noti chiaramente da sotto l'uscio che le luci sono accese.
Sospiro, in fondo sapevo che non sarebbe stato facile.
Non mi arrendo e riprovo.
Stavolta avverto un lieve rumore di passi ma ancora nessuna risposta.
"Giulia, sono io, Fede...
"Federico ti prego vattene"
Poggio la tempia contro il legno freddo della porta, odio sentire la sua voce così spenta.
"No che non me ne vado Giulia, ho capito di aver fatto una cazzata e voglio rimediare"
La sento sospirare.
"Non basta questo Fede, tu hai preso a botte il mio cuore, non sono un pallone da calcio io"
Non voglio parlare con una porta del cazzo a separarci, Cristo, voglio stringerla a me e farle dimenticare tutto.
Farle dimenticare che sono stato uno stronzo.
"Lo so, sono stato un egoista ma ora voglio dimostrarti che ho capito cosa sei per me. Ti prego, aprimi!"
"Vorrei fidarmi, Federico, non hai idea di quanto vorrei farlo, ma fa male, cazzo"
Chiudo gli occhi, la fronte ormai schiacciata contro la porta.
Restiamo in silenzio per lunghissimi istanti ma so che nemmeno lei si è allontanata di un passo.
"Vai a casa Fede, è tardi"
"Io a casa ci vado ma non mi arrendo Giulia, hai capito? Non ora. Io voglio te, cazzo. Tu mi trasformi, mi rendi me stesso, ed io a te non ci rinuncio, okay?"
Altri istanti di silenzio.
Non sono mai stato più convinto delle mie parole, non lascerò perdere ora che ho accettato i miei sentimenti nei suoi confronti.
"Buonanotte Fede..." mi mormora, la voce meno distante.
Sto per mettere un piede sul primo gradino quando l'uscio alle mie spalle si apre, facendomi girare stupito.
Giulia mi fissa stretta nel suo pigiama grigio, il viso indecifrabile.
Darei oro per sapere cosa sta pensando.
"Quel fine settimana, in spiaggia..."
La guardo curioso.
"Avevi promesso, avevi detto che per te sono molto più di un giocattolo ed io ti avevo permesso di baciarmi di nuovo"
Ovvio, come dimenticarlo. I baci con lei li ricordo tutti a memoria, uno per uno.
"Ed è così infatti. Tu neanche lo immagini quanto sei importante, Giulia. Sono ancora in tempo per rimediare?"
Si morde il labbro e tutto ciò che vorrei è baciarle via quell'espressione sofferta ed indecisa.
Ma so che ha bisogno del suo tempo e voglio concederle ciò che desidera, anche a costo di diventare matto.
"...dimostrami che non vuoi giocare, Fede"
"E' tutto ciò che voglio fare, piccola. Dammi un'altra chance e non ti deluderò"
Mi regala un mezzo sorriso malinconico, muove la punta delle dita in segno di saluto e chiude la porta.
Sì, ho ancora la mia possibilità e sento che è il massimo che posso ottenere per stanotte.
Appena metto piede a casa mi lascio crollare sul letto e mi addormento senza nemmeno spogliarmi, sono praticamente distrutto.
Dormirei per il resto dei miei giorni se potessi ma alle otto del mattino questo cazzo di telefono squilla, svegliandomi.
Ma chi cazzo è il pazzo che chiama a quest'ora dopo il ritiro con la nazionale?!
"Aò so così fiero der pirla mio! Allora hai messo la testa a posto, eh? Riconquistata la ragazza?!"
E ti pareva, chi poteva essere?
A quanto pare Davide si è già cantato tutto...
"Danilo, porca troia, ma tu a quest'ora non dormi?"
"Ma che, ho dovuto accompagnare Eli in ospedale che la sorella ha partorito"
"E dunque ti senti in dovere di rompere le palle a me? No fammi capire"
Lo sento ridere.
Mio malgrado sorrido anch'io, Danilo è in grado di contagiare chiunque anche di prima mattina.
"Ammettilo che senza di me saresti perso, sghì"
"La prossima volta che ci vediamo farò le condoglianze ad Elisa, ricordamelo"
Mi metto a sedere con la schiena contro il cuscino, passandomi una mano sul viso per cancellare gli ultimi residui di sonno.
Domani ricominciano pure gli allenamenti... ho ufficialmente finito di dormire, fantastico.
"Niente oh, Firenze non smorza la tua simpatia proprio per un cazzo! Te piuttosto, non mi hai risposto, come sta andando con la tua Giulietta?"
Sorrido al solo sentire nominare il suo nome dalla voce allegra di Danilo.
"Oh! Stai ancora in estasi?!"
Il suddetto Danilo mi scaraventa via dal mondo dei sogni, con mio sommo dispiacere.
"Ah Danì e che palle!"
"Eh scusa tu non parli!" a sentirci sembriamo ancora due ragazzini di quindici anni.
E' sempre stato questo il bello dell'amicizia tra me e Danilo, che ormai ci portiamo avanti dai tempi di Crotone, la spontaneità.
"Stanotte sono stato da lei, ho intenzione di farle capire che la amo sul serio"
"Ecco che ora ragioniamo! Daje Fede che te ti prendi sempre quello che vuoi e lo sappiamo bene"
Già, spero proprio di farcela anche stavolta...
"Ora ti lascio sghì, che noi comuni mortali che non siamo stati convocati ci alleniamo pure oggi. Ci sentiamo!"
"Bravo, vai a fare qualcosa pure tu ogni tanto...! Ti chiamo appena posso"
Ripongo nuovamente il cellulare sul comodino, digitando un rapido messaggio di buongiorno a Giulia, e filo in bagno a farmi una doccia.
Non mi aspetto che risponda ma farò qualunque cosa per dimostrarle che tutto questo conta, conta dannatamente tanto per me.


***


Spero proprio che l'acqua che scorre sul mio corpo trascini via anche tutti i miei dubbi.
Mi passo una mano sul viso per togliere le gocce d'acqua dagli occhi, mentre il getto della doccia continua a bagnare la mia schiena e i miei capelli, rendendoli innaturalmente lisci.
Sospiro. Ho appena letto il messaggio di Federico.
"Buongiorno piccola"
Vorrei davvero sapere cosa gli passa per la testa, se sono serie le sue intenzioni, se devo realmente fidarmi.
La cosa frustrante è che il cuore mi urla una cosa e la testa l'opposto.
Dio Fede, mi fai diventare completamente matta...

Philophobia | Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora