1.1. Hoseok.

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Hoseok non sentiva più nulla.
Non sentiva sua madre parlargli preoccupata, non sentiva il cellulare squillare, non sentiva i suoi singhiozzi e il pianto disperato che ormai si ritrovava a sfogare ogni giorno.
Hoseok non vedeva più nulla.
Non vedeva il letto, la scrivania, il computer e la sua stanza, dalla quale non usciva più da giorni, da quel dannato giorno.
Vedeva solo un tunnel buio, più buio di quanto potesse essere prima e non riusciva più a trovare la via d'uscita.
Hoseok non voleva più vivere.
Non gli importava, perché avrebbe dovuto continuare a vivere una vita che sarebbe per sempre stata vuota e che nessuno avrebbe mai potuto riempire?
Gli avvenimenti di quel giorno erano stati la scintilla che avevano fatto scoppiare un incendio che in tutto quel tempo era stato domato con difficoltà da un debole Hoseok.
A Hoseok non interessava se con quel suo gesto avrebbe fatto soffrire tante persone, voleva solo smettere di provare tutti quei sentimenti.
Il ragazzo entrò nel bagno e si osservò allo specchio. Con la sua mano toccò il suo labbro inferiore, si sfiorò una guancia e scese fino al collo. Si soffermò ad osservare i suoi occhi lucidi per le troppe lacrime versate e per la rabbia strinse con forza i suoi capelli.
Aprì rapidamente la mensola vicino allo specchio e prese il barattolino con le sue pillole antidepressive. Prese un respiro profondo e poi con sicurezza aprì il barattolo e fece scivolare sul palmo della sua mano una manciata di pilloline bianche, una dose decisamente troppo elevata per lui.
Hoseok se le infilò in bocca e poi deglutì. In breve tempo sentì i suoi occhi farsi incredibilmente pesanti, i suoi muscoli rilassarsi e la sua testa più leggera.
Per la prima volta dopo giorni, Hoseok aveva voglia di uscire di casa.
Il ragazzo cominciò a camminare e non si rese neppure conto di come avesse fatto a un certo punto a trovarsi in una delle strade centrali e più trafficate della città.
Continuò a camminare, incurante di tutto. Incurante delle sue gambe che chiedevano pietà e sembravano sempre più fatte di gelatina. Incurante dei suoi occhi sempre più stanchi e della testa sempre più pesante.
D'altronde quello era tutto ciò che Hoseok aveva desiderato in quel momento.
Farla finita con tutto e con tutti.
E proprio mentre stava pensando tutto ciò, le sue gambe cedettero, la mente si svuotò e il ragazzo cadde rovinosamente sull'asfalto, cadendo in un sonno profondo, simile alla morte.

Quella sera i ragazzi decisero di andare a cenare in un fast food.
I ragazzi entrarono nel ristorante e Jin e Jungkook si avviarono subito alla cassa per le ordinazioni.
Jin si voltò sorridendo a tutti loro e tutti non poterono fare altro che ricambiare il sorriso. Era inevitabile, pensò Hoseok, il sorriso dolce e rassicurante di Jin era contagioso.
I due tornarono al tavolo con il cibo e i ragazzi cominciarono a mangiare fino a quando Hoseok non prese una manciata delle sue patatine e le tirò a Jungkook, facendo ridere tutti gli altri e dando il via ad una lotta con il cibo che comprese molto cibo sprecato e sparso per tutto il tavolo e a terra, un Taehyung esaltato e improvvisato ballerino sul tavolo e i ragazzi cacciati dal fast food per tutto il caos che avevano provocato.
Poco male, loro si erano divertiti insieme e questo era tutto ciò che importava ad Hoseok.
Voleva solo che i suoi amici fossero felici.
Jin gli si avvicinò e gli avvolse le spalle con un braccio, sorridendogli.
Hoseok ricambiò il gesto e i due continuarono a camminare stringendosi, seguendo gli amici che davanti a loro urlavano allegri.
Hoseok aveva capito che il ragazzo lo aveva affiancato per sostenerlo. Tra tutti i loro amici, Seokjin era quello che più si preoccupava per la sua salute e i suoi problemi che aveva raccontato con non poca fatica e imbarazzato a tutti gli altri.
Lui era molto apprensivo e tendeva a stargli accanto quanto poteva, forse a volergli dimostrare che lui ci sarebbe sempre stato e mai lo avrebbe abbandonato. O almeno, così aveva interpretato il suo comportamento.
Apprezzava questo lato di Jin, questo suo comportamento quasi da mamma chioccia perché se doveva essere sincero, Hoseok si sentiva molto rassicurato da lui e gli credeva quando gli diceva che non sarebbe mai andato via.
Hoseok inconsapevolmente aveva fatto di Seokjin la sua ancora per andare avanti e superare la depressione.
Ma Jin non potè mantenere la sua promessa.

Quando riaprì faticosamente gli occhi, Hoseok si rese conto che aveva solo sognando qualcosa che era successo tanto tempo prima.
Gli era sembrato tutto meravigliosamente reale ma qualche istante dopo la realtà dei fatti gli si presentò e una lacrima solcò la sua guancia, mentre le palpebre pesanti si abbassavano di nuovo, troppo esauste, lasciando Hoseok lì a terra.


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