"Scars
Broken hearts
Breaking in cars
Running in the light of the moon
Lost souls
Bottle rockets
All that we wanted
It's for our lives beyond the stars."
GINGER! ABBASSA QUELLA MUSICA E SCENDI A FARE COLAZIONE" urlò mamma dalla cucina. Come al solito non risposi e lasciai perdere, dopo aver finito di preparare lo zaino scesi in cucina.
"Ho già fatto colazione" borbottai mentre mi allungavo a prendere una tazzina di caffè senza zucchero e osservavo mia madre mangiare: latte, cereali e frutta.
"Potevi vestirti meglio, non esistono solo i vestiti da uomo sai? La scuola è nuova, vuoi farti riconoscere subito?" Chiese mentre masticava la sua colazione, mi alzai dalla sedia senza rispondere, dopo aver preso il mio zaino. La salutai facendole un cenno con la mano e uscii di casa, infilandomi le cuffie e alzando il volume al massimo. Dovevo andare a scuola in autobus, ma non era molto lontana e preferivo camminare così da bruciare un pò di kcal. Per strada mi guardavano tutti o meglio, guardavano i miei capelli blu con la ricrescita rossa. Ecco il perché del mio nome, Ginger, appena nata avevo un ciuffetto di capelli rossi e hanno deciso di chiamarmi così per questo.
I capelli rossi sono rimasti e anche il nome, li odio entrambi. Mesi fa ho convinto i miei a farmi tingere i capelli, dicevano che era un peccato e che il mio colore naturale è così bello. Sapevo già che colore fare: il blu. Quando sono tornata a casa mamma si è messa a borbottare come al suo solito e papà a ridere. Spesso le persone che non conosco mi guardano e ridono, forse per i capelli, forse per come mi vesto o per entrambi. Non metto spesso vestiti da donna, non mi piacciono perché sono troppo attillati e non voglio far vedere il mio corpo perché mi vergogno, ho smesso di andare in piscina e al mare.
Ero quasi arrivata a scuola. La strada era piena di ragazzi e ragazze che ridevano, scherzavano, si chiedevano sigarette a vicenda e si prendevano in giro. Mancavano 10 minuti per entrare a scuola, aumentai il passo e mi infilai in segreteria mentre, come al mio solito mi sentivo osservata. Eravamo quasi a metà dicembre e mi ero trasferita a Jacksonville qualche giorno prima, avevano spostato papà a lavorare in città. Avevo chiesto informazioni alla bidella perché non sapevo in che classe andare e come arrivarci. Dopo aver ascoltato la spiegazione della signora con le guance enormi e il doppio mento cominciai a cercare la classe. Prima di arrivare in classe ero riuscita a perdermi due volte, fortunatamente la campanella non era ancora suonata, la classe era quasi vuota e per questo andai a sedermi in fondo alla classe. Cominciai ad osservare il viso di tutte le persone presenti in classe. C'erano tre ragazze, di cui due bionde tinte e magre, una con i capelli castani e visibilmente in sovrappeso. Sospirai e tirai fuori dallo zaino il mio diario, dopo averlo aperto cominciai a scrivere tutto quello che avevo mangiato: espresso e tre bicchieri d'acqua. Entrarono in classe tre ragazzi che cominciarono a fare confusione, li osservai per bene finché non entrò il professore. Piano piano la classe cominciò a riempirsi e tutti i posti liberi venivano occupati. Dopo l'appello il professore cominciò a spiegare ma fortunatamente l'ora passò in fretta, segnata dal suono della campanella. Anche il resto della giornata passò in fretta e senza compiti per il giorno successivo. Così ne approfittai per andare in palestra, la raggiunsi facilmente in bici. Dentro lo spogliatoio mi cambiai vestiti e cominciai a confrontarmi con le altre ragazze, come al solito. Dopo circa un'ora di addominali, squats ed altri esercizi arrivò un ragazzo con gli occhi verdi come la speranza, alto e in forma. I suoi lineamenti perfetti, i capelli abbastanza lunghi e di colore biondo gli incorniciavano il viso. Lo osservato per bene, come facevo con tutto, ma quello che mi colpì di più furono le sue fossette. Il ragazzo con le fossette sorrise e dopo aver salutato i suoi amici se ne andò gli spogliatoi. Ripresi con i miei esercizi, senza farmi distrarre e appena finito andai a farmi una doccia. Mi asciugai i capelli per poi mettere a posto la borsa ed uscire dalla palestra. Cercai di andare il più veloce possibile in bici, in modo da arrivare a casa presto e saltare la cena con la scusa della stanchezza per il primo giorno di scuola. Primo giorno di scuola? Passato senza essere notata o aver combinato qualcosa, perfetto.
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Outlaws
Fiksi Penggemar-Non riuscivo a capire che cosa aveva combinato, poteva essere caduto, poteva aver fatto a botte con qualcuno o un incidente. Non lo sapevo, non sapevo niente di lui. Durante la gita avrei scoperto di più, ne ero sicura e ne avevo bisogno. Non era i...