Lovers' Hearts

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«Treno in transito al binario tre. Allontanarsi dalla linea gialla.»
Louis sbuffò annoiato mentre la gracchiante voce registrata ripeteva lo stesso messaggio un paio di volte, sempre con la sua cadenza meccanica e innaturale.

In tutta sincerità, amava e odiava i treni in transito, in base alla stagione: li adorava durante le giornate estive, quando attraversavano di gran carriera la stazione, portandosi dietro una piacevolissima ventata d'aria che spazzava via almeno per un attimo la calura. Li odiava, invece, durante l'inverno, quando creavano un insopportabile turbinio di gelo che sembrava capace di trascinare con sè anche il più piccolo rimasuglio di calore faticosamente racimolato.
E in quel momento il suo odio era ai massimi picchi, considerando che era una fredda sera di dicembre e che lui era lì fuori da un'eternità, perchè il suo treno era in ritardo di ben cinquanta minuti.
Cinquanta! Avrebbe fatto prima a chiedere un passaggio a Babbo Natale, a quel punto.

Come se non bastasse, l'interno della stazione era senza riscaldamento e perciò nemmeno aspettare lì sarebbe stato meglio. Tanto valeva stare all'aperto, ormai.
Louis sbuffò di nuovo - il fiato caldo che si trasformava in nuvolette chiarissime non appena lasciava le sue labbra - e si strofinò le braccia con le mani coperte dai pesanti guanti di lana.
Nonostante il giubbotto, il berretto e la sciarpa che lo avvolgeva fin quasi alle orecchie, stava congelando.
Ben presto sarebbe stato un Louis-ghiacciolo, in mostra in un museo per essere osservato dalle generazioni future.
Ma almeno in quel modo sarebbe stato al caldo.

«Treno in transito al binario tre. Allontanarsi dalla linea gialla.»
«Ho capito, ho capito.» sbuffò Louis, andando a ripararsi dietro una delle colonne che sostenevano la tettoia, nella speranza di proteggersi almeno un pochino dal vento in arrivo.
Chiuse gli occhi per un attimo, sentendo in lontananza il ritmo regolare del treno in corsa sulle rotaie, ma li spalancò di colpo quando il mezzo sfrecciò ad altissima velocità proprio alle sue spalle, investendolo in pieno con una ventata che lo spostò facilmente di mezzo metro, congelandolo fino alle ossa.
A quel punto Louis sentì l'irrefrenabile impulso di schiaffeggiarsi da solo: aveva sì cercato riparo dietro una colonna, peccato che si fosse messo sul lato sbagliato, così invece di ripararsi si era totalmente esposto.
Idiota, si insultò mentalmente, spostandosi dall'altra parte e aggrottando la fronte infastidito dal frastuono del treno.

A giudicare da quanto fossero stordite le sue capacità intellettive, aveva davvero bisogno della pausa natalizia.
Louis osservò distrattamente la stazione vuota e illuminata solo dalla luce giallognola dei lampioni, ringraziando mentalmente chiunque avesse inventato le vacanze di Natale.
Non avrebbe retto un solo giorno in più alla clinica, altrimenti. Quello era poco ma sicuro.

Risvegliato dai suoi pensieri da un particolare che prima non aveva notato, Louis si raddrizzò un po' e aguzzò lo sguardo: a una ventina di metri da lui, c'era un ragazzo. Ed era anche piuttosto carino, per quel che si poteva vedere nonostante il cappotto pesante e la sciarpona in cui era intabarrato.
Era abbastanza alto e aveva morbidi capelli color castano scuro, le sue guance erano arrossate dal freddo e i suoi occhi erano puntati lontano, nel punto in cui sarebbe dovuto apparire il treno per Doncaster.

Le ultime carrozze del treno-merci finirono di attraversare la stazione e si allontanarono in fretta, mentre Louis si sistemava il berretto sui capelli e cercava un argomento qualsiasi per attaccare discorso con lo sconosciuto. A quel punto si sarebbe messo a parlare anche con le panchine, piuttosto che continuare a pensare al freddo come stava facendo in quel momento.
E un bel ragazzo era certamente meglio di una panchina, quindi prese un respiro e fece per avvicinarsi.
In realtà, però, non si avvicinò affatto, perchè il "bel ragazzo" in questione aveva appena mollato un enorme e disgustoso sputo sulle rotaie.
«Ew» sussurrò schifato Louis, voltandosi dall'altra parte.
Dopotutto, forse le panchine erano meglio. Non ci teneva a fare conoscenza con il ragazzo-lama, grazie.

Lovers' Hearts || L.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora