Erano le due di notte e Kim, un ragazzo biondo di diciassette anni, aspettava profondamente addormentato e sommerso da suo pigiama rosa, il suo compagno.
Era crollato dopo averlo aspettato per ore, era malato e la febbre lo aveva esaurito.
Ogni tanto tremava dal freddo perché, convinto di riuscire ad aspettarlo non si era nemmeno messo a letto sotto le coperte. La porta si aprì piano e una figura scivolò in casa appoggiando le chiavi nella ciotola e il giaccone sull'attaccapanni. Si spogliò completamente, dopo una doccia bollente andò a prepararsi qualcosa da mangiare. Con il panino appena fatto si stravaccò sul divano, era stanco e affamato.
-Ouch- non si era accorto di essersi seduto su un piede del compagno che ancora addormentato si era raggomitolato ancora di più su se stesso.
Lo guardò mugugnare infastidito poi tornare a dormire, sorrise un poco e lo accarezzò piano continuando a mangiare. Kim sentendo quella mano calda su di se ancora addormentato la prese e la abbracciò.
-bravo dormi- sbottò piano lui cercando di coprirlo alla buona con la mano libera dalla stretta.
Sbuffò e si trovò a pensare a come aveva fatto a trovarsi quella peste in casa: lui, ragazzo di venticinque anni, più maturo della sua età, era stato intrappolato dalla dolcezza esasperante di un diciassettenne trovato un anno prima in un vicolo del quartiere dove lavorava, un postaccio.
Guardò l'orologio segnare le due di notte, erano le due di notte anche quando l'aveva trovato.
Aveva finito il suo show da spogliarellista e aveva fatto anche le sue due ore di privé con un uomo e poi una donna, aveva preso la paga e le numerose mance. Dopo essersi cambiato e aver salutato quei pochi colleghi a cui parlava uscì, fuori dal locale vide un gruppetto fuggito da un vicolo, li vicino, un fagotto di coperte si agitava, credendo fosse un cane pestato si avvicinò
-Sebastian...- la voce del compagno lo riportò alla realtà
-Kim, perché cazzo sei sul divano? scoperto per di più-
-Volevo... aspettarti- disse -ma non ce l'ho fatta... perdonami-
Il più grande sospirò
-Sei il solito scemo- sbottò finendo il panino e grattandosi la pancia nuda.
Il piccolo lo prese a fissare con il broncio e le mani malamente incrociate.
-é inutile che mi guardi così! Come chiami uno che, con la febbre, aspetta uno spogliarellista/puttana, sveglio?-
-uno che ci tiene- disse alzandosi traballante. Sebastian grattò ancora la pancia e sospirò
-vieni qui con la coperta, ti scaldo io...-
il ragazzino ancora imbronciato andò a prendere la coperta che c'era sull'altro divano, poi si mise a cavalcioni del compagno che lo strinse, era bollente per la doccia, anzi, Sebastian era sempre caldo, mentre lui era congelato pur avendo un pigiama pesante.
-mmh... mi farai venire un'indigestione con questo gelo-
-scusa- disse appoggiando il capo sulla sua spalla.
Il più grande rise e lo strinse.
-sembri un moccioso di cinque anni-
-allora, papà, curami. Ho tanto freddo e tanta bua-
-dicono che se se fai bruciare il virus, la febbre passa prima- sorrise -tornando ho preso un farmaco, però si assume per via rettale, quindi...- il sorriso divenne ghigno
-no, no no, non ci pensare minimamente piuttosto una puntura!- mugolò Kim cercando di divincolarsi; il maggiore allungò una mano nella borsa e prese la supposta-antibiotico e ne aprì una.
Il ragazzino riuscì a evadere dalle sue braccia e cominciò a correre.
-non mi avrai mai- disse
-hey! Vieni qui, idiota! Non farà male! -
-no, no e no – sembrava un fantasma con quella coperta in testa.
-Oh andiamo! Prendi il mio cazzo che è enorme!-
-è differente – disse voltandosi, grosso errore perché si schiantò contro il muro e rotolò a terra, Sebastian si alzò, lo riportò sul divano e lo rimise a cavalcioni.
-Ora sta buono, ok ? -
-no, no, no ti prego dai...- Il più grande sospirò e gli leccò il collo con dolcezza.
Il biondino chiuse gli occhi, si lasciò leccare, sentiva l'altro che lo spogliava piano, lo toccava, lo stringeva.
-S-Seba...stian! -
-è il mio lavoro... so che faccio...-
il ragazzino appoggiò il capo sulla spalla dell'altro.
-ehi ...rilassati... non ci entra nemmeno un dito... -
Kim alzò il capo
-baciami come non fai con i tuoi clienti- i suoi occhi color ghiaccio straziavano il cuore di Sebastian che gli sorrise e lo baciò con amore, delicatamente, come si baciano i fiori o i neonati, le mani lo sfioravano piano. Il piccolo portò le braccia dietro il collo del compagno e si lasciò andare alle coccole, il grande sorrise e infilò il farmaco con dolcezza con tutto il dito.
-bastardo- disse mordicchiandogli l'orecchio
-lo so, lo so...- sorrise e si lasciò mordere poi mosse le dita all'interno del compagno, che inarcò la schiena.
-ti ricordi che giorno è oggi?- mormorò piano Kim
-mh?- Seb lo fermò -no, perché?-
-è il giorno in cui mi hai trovato- disse baciandolo a stampo.
-Hey è vero- lo cullò baciandogli il collo, il piccolo sorrise e gli si avvicinò all'orecchio
-ti amo- gli sussurrò pianissimo.
Il grande sorrise e lo impalò piano piano, Kim inarcò la schiena stringendosi di più al compagno
-così starai bene- sorrise cominciando a spingere
-sto già bene. perché ho te- l'uomo gli morse piano i capelli e lo sistemò meglio sulle gambe
-fammi vedere quanto sei diventato bravo, cucciolo...-
il ragazzino sorrise e appoggio le mani sulle spalle del ragazzo issandosi per poi tornare ad avvolgere l'erezione del compagno. Sebastian spettinò i capelli tinti di fucsia e mosse piano il bacino lasciandosi andare ad un sospiro di piacere
-tu sei l'unico che mi fa godere- si morse il labbro
-perché sono speciale- sussurrò Kim sensualmente per poi avvicinarsi e leccare piano l'orecchio del compagno che lo strinse
-si, sei speciale- il biondo lo fissò, fissò il volto in estasi del compagno e pensò che i suoi occhi non potevano posarsi su una persona più bella. Sebastian umettò le labbra e gli afferrò i fianchi sottili
-adesso però facciamola andare bene in circolo questa medicina- lo cominciò a far saltare sul bacino con passione gemendo del piacere che solo quel piccolo essere gli dava, lo guardò allargare le braccia e annaspare in cerca d'aria tra una spinta e l'altra, preda del folle godimento che gli stava dando. Sebastian lo strinse forte al petto, rapito dal calore febbrile del compagno e si spinse con ancor più foga.
-S-Sebastian- gemette il più piccolo
-Kim!!- senza riuscire a dire altro gli venne dentro, mozzandogli il fiato; nello stesso momento venne anche il più piccolo tra i loro ventri scoperti. Si lasciò cadere steso sul divano e portò con se il piccolo che mugolò esausto. Kim appoggiò la testa sul petto del compagno vicino al cuore che sentì pulsare forte, così forte da bussare al petto. Sperava che battesse così solo per lui.
-oi scricciolo... adesso però dormi. Domani è il mio giorno libero e ti porterò a casa qualcosa di bello ok?-
-mi basti tu sei tu la cosa bella che voglio e che vorrò sempre -
-no no no... spegni questi romanticismi inutili! lo sai che li odio, ti prego-
-che vecchio rompiballe che sei- disse sbuffando sul suo petto
-quando vendi il tuo corpo da anni le moine romantiche le hai sentite tutte. Perdono valore, diventano quasi insulti- sbuffò lisciandosi capelli fucsia
-mai io non ero speciale?- disse toccandogli la guancia con l'indice
-tu si, ma quelle parole no! preferisco uno dei tuoi soliti Sebastian dove vai? perché bevi la birra? perché mi guardi così?- lo prese in giro
-non prendermi per il culo vecchiaccio- disse dandogli un pugnetto scherzoso su una spalla -io non parlo così -
Sebastian ridacchiò e sistemò meglio il piumone poi mise le mani dietro la nuca
-sai... quel giorno credevo fossi un cane. Tutto sporco e tremante-
-beh oramai sono il tuo cucciolo no? quindi in parte avevi ragione- disse uscendo con la testa da sotto il piumone
-chissà se mi ami come dici o è solo gratitudine per averti lavato e nutrito-
-secondo te? - disse prendendo una sua mano e portandosela al petto
-un misto tra le due-
-errato – s'imbronciò il piccolo
-va bene, va bene. Come vuoi tu, piccolo stronzetto! Ma adesso dormi o ti infilo un'altra supposta-
-no no no faccio il bravo!- si accoccolò meglio sul petto del compagno solo dopo avergli dato un bel bacio sulle labbra con tanto di schiocco.
-ora dormi dai... anche io sono parecchio stanco-
-ok, notte notte - disse chiudendo gli occhi e stringendo una mano del compagno che sorrise e prese sonno.
Le prime luci del mattino arrivarono presto e al più piccolo sali di nuovo la febbre e i tremolii di freddo, cercò di alzarsi delicatamente ma scivolò e cadde di ginocchio sulle parti basse del compagno che si svegliò urlando
-Ahi! cazzo Kim!-
-scusa scusa scusa! ho perso l'equilibrio! mi spiace- disse il piccolo imbarazzato, l'altro soffocò qualche bestemmia poi si alzò
-stai su questo dannatissimo letto mentre ti faccio una fottuta colazione ok? Maledizione- l'altro annui dispiaciuto e tentò di rialzarsi, ma ricadette in ginocchio portandosi una mano alla testa. Seb lo raccattò sbuffando e lo mise sul divano poi accese la stufa e gliela mise accanto
-sta fermo, cretino...-
-la smetti di insultarmi vecchiaccio?-
lo spogliarellista lo ignorò per mettersi allo squallido cucinino a preparare un te caldo e un brodo con del pollo lesso, preparato il tutto lo portò al più piccolo che trovo tremante coperto dalla testa ai piedi dal piumone
-hey... mangia- Kim, in risposta, si tiro su velocemente e corse in bagno a vomitare
-ecco, perfetto!- sbuffò poggiando sul tavolino il pasto poi si incamminò e andò a tenere la fronte al compagno
-dio che schifo- mormorò continuando a rimettere
-la mia piccola donnina incinta- ridacchiò l'altro massaggiando con calma la schiena
-s-stronzo...-
Una volta passato il vomito il grande lo pulì e lo portò sul divano ancora caldo, lo infagottò e gli baciò la fronte per sentire la temperatura.
-esco a prenderti del pane ok? -
il piccolo annui
-torna presto- disse sorridendogli
quando uscì dalla bottega con il suo sacchetto di pane un uomo gli si avvicinò
-ma guarda chi ho trovato! ho visto il tuo spettacolo ieri! Sei davvero, davvero sexy- Sebastian si voltò a guardare l'uomo di mezza età: elegante, bella presenza, di sicuro pieno di soldi e di sicuro un cliente abituale dei night. Accese una cicca e la portò alla bocca
-grazie, che le serve?- l'uomo sorrise in una maniera quasi disgustosa
-il mio capo è molto annoiato ultimamente, scommetto che una seratina delle tue lo rallegrerebbe molto- l'uomo gli mostrò il biglietto da visita
-Facciamo così: se sta notte verrai con me sarai ben ricompensato. diciamo un minimo di tre zeri- il viscido sogghignava squadrandolo da cima a fondo, pensò alle medicine del compagno e ai soldi che non aveva. Sospirò e annuì
-ci sto. Ma voglio i miei tre zeri sicuri...-
-tu usa bene quel tuo bel corpo, i soldi ci saranno. Qui alle 22- sorrise sornione prima di andare.
Una volta a casa, infilò le chiavi nella toppa aprendo la porta, ovviamente trovò il compagno appallottolato a guardare la piccola tv.
-Sebastian? Sei già qui?-
-se vuoi vado via ancora-
-no! no, è solo che non pensavo facessi così presto-
-bevi il te caldo con questo- gli porse il pane, poi prese un'altra supposta e senza nemmeno stare a sentire le sue lamentele gliela infilò dentro
-Ahi! Seb!- sbuffò Kim risistemando i pantaloni del pigiama
-stasera fanno "cattivissimo me" in tv ti va di vederlo insieme?- domandò speranzoso fissando il compagno al lavello intento a lavarsi le mani, aspettò la risposta anche mentre l'altro si accendeva una delle sue cicche
-non posso...-
-ma avevi detto... non importa-
-prometto che mi farò perdonare ok? oggi devo fare una cosa importante ok? avrei voluto anche io poltrire-
-non importa Sebastian, ho capito...- mettendosi il piumone fino a sopra la testa
-guarda che ora sono a casa...- prese una birra e si mise sul divano poi lo guardò - mangia quel benedetto pane ok?-
-non mi va, lo mangio dopo-
-mangia adesso!! il pane è buono fresco-
-hai del lavoro extra stasera? è per questo che non puoi stare qui?- lui si grattò la testa poi soffiò il fumo
-esatto... qualcosa che ci farà guadagnare bene-
il piccolo abbasso il capo emettendo un impercettibile sospiro
-oh no no! no no no! conosco quella faccia! ti stai facendo una pippa mentale!! che stai pensando?-
-non è niente ...- disse mordendo il pane
-è la solita questione dei soldi vero? o magari è quella del tradimento! per il tradimento è facile: non ti tradisco! è il mio fottuto lavoro! Kim i soldi ci servono! tu non trovi niente e non ti manderò a prostituirti o spacciare ok? lasciami guadagnare e ti porterò via da questa fogna!-
-non stavo pensando a questo!-
-ah no? allora a cosa?- sbottò
-pensavo che quella sera era meglio se ti facevi i cazzi tuoi, ora non dovresti lavorare extra per salvare il culo anche a me, avresti trovato un lavoro migliore, magari ti saresti fatto una famiglia e non dovresti più fare questa vita...- disse a capo chino
-oh si! magari in quest'ultimo anno avrei conosciuto una ricchissima donna che mi avrebbe portato sulla retta via e sicuramente sarei diventato un alto dirigente di una multinazionale! Poi sicuro che avrei trovato una moglie stra-gnocca e ora al posto di farti il pollo insegnerei a parlare al mio pupo...- agitò la sigaretta come un direttore d'orchestra in quell'immagine piena di sarcasmo
-io non sto scherzando Seb...-
-allora stai solo dando aria alla bocca! se i tuoi ti hanno cacciato a sedici anni perché sei finocchio e tu non sapevi fare altro che studiare io i miei li ho a malapena in mente!! mia madre si è suicidata e mio padre è morto di overdose! faccio da sempre questo lavoro e non mi lamento! non mi frega un cazzo di avere figli o mogli o che cazzo ti sogni tu!-
-non hai capito un cazzo di quello che intendevo io - disse il biondo facendo per alzarsi
-e allora parla! parla chiaro perché sono idiota!-
-ti amo e cazzo mi sento una merda a sapere che tu ti fai sbattere per guadagnare anche per me mentre io sto qui a fare il peso-
-a fare il peso? sai cosa mi tiene in vita ogni giorno? TU! dannazione! sapere di averti qui a casa è... è fantastico! sapere che qualcuno mi aspetta, che a qualcuno servo è... è meraviglioso! STUPIDO RAGAZZINO LO VUOI CAPIRE CHE TI AMO?!? vuoi farti entrare in quella stramaledetta zucca che non mi sono ancora impasticcato a morte solo per te!-
Sebastian lanciò la sigaretta nel lavello con forza poi lo guardò
-tu continui a pensare a chissà cosa mentre a me basta vivere con te anche in questa topaia per stare bene! lo vuoi capire? il mio lavoro è quello che è, non guadagno nemmeno malaccio, ok?-
il piccolo crollò in ginocchio e scoppiò a piangere
-che piangi adesso?? eddai smettila! guarda che sembri davvero una donnicciola incinta così!-
-s-sono un cretino...- disse singhiozzando il piccolo Kim
-si lo so che sei un cretino - sbuffò l'altro andandolo a raccattare da terra e mettendoselo in braccio. il piccolo si accoccolò il più possibile lasciandosi stringere con dolcezza
-p-perdonami -
-si, si ti perdono... la cretinaggine non è curabile lo so -ridacchiò
il piccolo sorrise sulla sua pelle
-adesso la pianti per favore? smettila di frignare bevi il brodo caldo... le medicine costano!-
-posso stare un altro po' così?-
-non fare domande idiote-
-non hai risposto-
-si-
-sono un disastro- il piccolo sorrise
-lo so... ma mi vai bene uguale-
-dopo che ho bevuto il brodino ti va di... beh hai capito- disse arrossendo
-no. devi guarire; prima guarisci meglio è -
-ma sto bene- disse facendogli gli occhi dolci
-ho detto no!-
-uffa...- nascose la testa nel collo del compagno
-non rompere!- rise il fucsia, il piccolo sorrise malizioso e fece scivolare una mano verso il basso ventre del compagno
-hey ho detto no, Kim!- gli prese i polsi -pensa a guarire dannazione-
-sei palloso- disse alzandosi
-dove vai adesso?-
-hai detto che devo mangiare il brodo, sto andando a prenderlo e poi sono subito su di te così sto al caldo! Cacchio, sto morendo di freddo -
Quando tornò con la tazza di brodo si riappallottolò sul compagno che sospirò e cominciò a canticchiare piano, il piccolo spense la tv per sentirlo meglio, Sebastian aveva una voce stupenda.
continuò a cantare fino a che il fidanzato non finì il brodo e prese sonno, poi gli massaggiò la pancia e lo stese accanto a lui, impostò la sveglia e si mise a dormire, doveva riposare per essere al meglio quella notte.
Quando la sveglia suonò alle sette di sera, Seb si alzò in silenzio lasciando dormire il compagno sul divano, ci mise un po' a staccarlo, aveva la pessima e tenera abitudine di dormire con qualcosa del suo abbigliamento stretto tra le mani. Quando le mutande furono libere lo accarezzò
-tu dovresti trovare un bravo ragazzo, non uno come me...- sbuffò piano poi andò a prepararsi: doccia calda, gel tra i capelli, la borsa con tutta la roba di lavoro. Verso le venti andò in salotto e infilò il farmaco al ragazzo addormentato, questo nemmeno se ne accorse, poi lavò le mani e andò nella squallida cucina a preparare la cena, una vocina lo chiamò flebilmente, si affacciò
-dimmi...- non ottenendo risposta si affacciò al divano, ma il compagno era ancora addormentato
-Seb... ti amo... non lasciarmi- dopo una piccola carezza e un bacio a fior di labbra tornò a cucinare ramen di carne, il piatto preferito di quel giapponese atipico del suo compagno. Una volta nei piatti andò al tavolino del divano
-svegliati-
-mmm ancora cinque minuti-
Sebastian lo guardò poi cominciò a mangiare accanto a lui, il piccolo arriccio il naso sentendo il profumino arrivare dal tavolo di fronte a lui
-ramen... hai fatto il ramen?-
-se ti svegli lo scopri-
il piccolo apri piano gli occhi e fissò davanti a se il fucsia che gli stava porgendo la ciotola fumante ricca di pasta e manzo, il piccolo si lecco le labbra e prese la ciotola dalle mani del compagno -Arigatō- ogni tanto gli capitava di parlare nella lingua madre di suo padre, quando era contento, per lo più
-si si, cin cin! ora mangia dai-
il biondino prese le bacchette a forma di spada laser e inizio a mangiare
-bravo... e tieni tutto nella pancia o il nostro bambino di cosa si nutrirà?- ridacchiò continuando a mangiare
-ma quanto sei scemo- disse imbarazzato
-che fai arrossisci? mi stai nascondendo qualcosa?-
-ma no è solo che è imbarazzante- tornò a mangiare felice, Seb poggiò la ciotola vuota e gli poggiò la mano sulla pancia
-dici? pensare ad una cosa così? io e te in una bella casetta e tu tutto coccoloso con un moccioso? sarebbe bello! anche perché saresti molto più sensibile... - gli baciò il lobo dell'orecchio, il piccolo gemette -ti piace l'idea?-
-e a te? tu vorresti creare un futuro con me?- il giovane si fece serio e lo strinse al petto con forza
-un giorno ti porterò va di qua-
Kim lo guardò
-so che non vuoi che faccia il romantico, ma ora concedimelo, ok? la mia casa non è quella materiale, Sebastian, ma quella dove ci sei tu! il mio futuro sei tu-
lui ridacchiò e lo strinse, quel moccioso era più melenso di una caramella al miele intinta nello zucchero. Gli spettinò i capelli chiari e sospirò
-mangia-
il biondo annui ma si alzò e si mise tra le gambe incrociate del compagno poi continuo a mangiare felice.
Alle ventuno il fucsia si alzò e andò a vestire completamente in tiro: pantaloni di pelle maglia a rete e giacca in jeans strappata poi si truccò e prese la borsa
-io vado-
il più giovane lo guardò
-non dimentichi qualcosa?- disse guardandolo con le labbra in fuori
-ah si... non ho dato la pappa ai pesci- sparì in camera un paio d secondi, lasciandolo di sasso poi tornò il piccolo si alzo, lo prese il colletto della giacca e lo baciò con passione
-questo ti eri dimenticato, stronzo-
-hey! guarda che scherzavo!! non abbiamo nemmeno i pesci- rise e lo spettinò -sta al caldo!-
il piccolo annuì e tornò a guardare la tv.
Aspettò al luogo stabilito fumandosi una buona sigaretta, era pronto e particolarmente carico. Voleva a tutti i costi quei bei soldi promessi, li voleva per lui e per Kim.
-ciao caro, sei magnifico!- il viscido sorrise aprendo lo sportello della limousine
-avanti, sali. Ti porterò al mio capo. Se lo farai divertire sarà molto, molto generoso- il giovane buttò la sigaretta e salì in macchina senza più pensare a nulla.
Il giorno dopo il piccolo Kim si svegliò pieno di energie, misurò la febbre che finalmente era scesa decise quindi di andare in bagno a farsi una doccia e a sistemarsi quel disastro di capelli poi guardò la casa sporca e decise di pulire tutto, alla fine era l'unica cosa che poteva fare per aiutare il compagno. Ci mise quasi tutta la mattina, ma alla fine quella bettola splendeva. Prese fiato e guardò l'ora le undici di mattina
-perché non rincasa? aveva detto che sarebbe tornato presto- si affacciò alla finestra a guardare il vicolo scuro e malridotto in cui stava la casa, in lontananza vide un qualcosa muoversi per la strada, riconobbe qualche ciocca di capelli fucsia del compagno, preso dal panico urlò e scattò giù per le scale di emergenza fuori dalla finestra. Gli corse incontro e gli si lanciò al petto. l'altro urlò forte di dolore il ragazzino si allontano spaventato
-Seb... che ti hanno fatto?-
-niente... andiamo a casa- strinse i denti, per alzarsi fece leva sul muro, barcollò leggermente fino a che non riuscì a trovare l'equilibrio. Voltò lo sguardo verso casa, gli sembrava così lontana, le mani leggere e fresche di Kim gli presero i fianchi e lo sorressero, lo guardò, era silenzioso ma dai suoi occhi traspariva un enorme e contagioso terrore, tremò appena e sussurrò
-aiutami a tornare a casa-
si lasciò cadere sul divano strozzando un urlo, prese fiato e chiuse gli occhi, passò una mano lungo la giacca e sussurrò
-prometti di stare molto calmo?-
il piccolo Kim annuì e si mise a sedere sul tappeto ai suoi piedi
-ai due gemelli da cui sono stato pagato piaceva giocare... pesante. Ora prendi un coltello affilato disinfettante e bende-
-che ci devi fare con un coltello Seb?- disse preoccupato, un occhiata dolorante del compagno lo zittì e lo costrinse a correre a prendere l'occorrente. Una volta che il coltello fu tra le sue mani tagliò di netto la maglia rivelando una lunghissima ferita sporca di sangue rappreso
-Se-Seb...- disse il piccolo terrorizzato
-è solo un graffio... disinfettante- tese la mano
-stai fermo faccio... faccio io - disse prendendo il cotone e imbevendolo di disinfettante per poi avvicinarlo alla ferita
-veloce... tampona- ordinò l'altro, il piccolo annui e fece come gli era stato detto l'altro strinse la coperta e urlò
-scu-scusa-
-vai!! Non fermarti!-
il biondo annui di nuovo e a testa china continuò. Una volta bendata la ferita Sebastian si lasciò andare steso sul divano e sorrise, due dita accarezzarono una guancia umida del piccolo Kim
-sai quanto mi hanno dato?- sorrise
-non lo voglio sapere Seb!! E questa è l'ultima fottuta volta!! Mi cercherò un lavoro!! Ti amo troppo e non voglio vivere con la paura che non tornerai più da me Sebastian- gli urlò contro, le dita poggiate si staccarono e lo colpirono con un piccolo schiaffo
-brutto bambino ingrato mi hanno dato 10.000 dollari! Ce ne andiamo di qua!!!- urlò prima di contorcersi dal dolore, il compagno gli si era buttato addosso abbracciandolo
-da domani cerchiamo casa... ok? -
il piccolo annui continuando a piangere felice come non mai, gli baciò le labbra e lo strinse attento alla ferita
-cambieremo vita vero? -sussurrò
-si. Troverai un lavoro in un bel quartiere e io anche...-
Kim si strinse al compagno finalmente tranquillo. Potevano finalmente sentire il calore di quello che le persone chiamavano lieto fine.
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Se quella notte, in un vicolo...
Romance-sai... quel giorno credevo fossi un cane. Tutto sporco e tremante- -beh oramai sono il tuo cucciolo no? quindi in parte avevi ragione- disse uscendo con la testa da sotto il piumone -chissà se mi ami come dici o è solo gratitudine per averti lavato...