Perdonami

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Jian Yi accarezzava pigramente i capelli di Zhang. L'amico, dopo una blanda protesta, si era arreso e ora – gli occhi chiusi – si godeva il piacere di quei tocchi leggeri e sincopati.

La sigaretta che bruciava tra le labbra, gli occhi appannati dal fumo, He Tian era seduto di fronte alla coppia in una panchina del cortile della scuola e li fissava con sguardo triste. Li invidiava. Invidiava la loro intimità, quella magia che li univa rendendo superfluo parlarsi per comunicare. Stava male. Il bacio che aveva rubato a Guan Shan, le crudeli parole che il Rosso gli aveva rivolto... le sue lacrime... erano un tormento al quale avrebbe dovuto porre rimedio prima di perdere la ragione.

Avrebbe voluto – dovuto? – scusarsi. Ma a quale scopo? Per ottenere cosa in cambio? Ormai aveva rovinato tutto, e lui e Guan Shan non avrebbero potuto condividere nemmeno lo straccio di un'amicizia. Sentì Zhang lasciarsi sfuggire un gemito compiaciuto e pensò al tremore di Guan Shan, ai suoi occhi rossi per il pianto... Il cuore gli si strinse in una morsa: in tutta la sua vita non si era mai sentito così impotente...

Poi lo vide: testa bassa, mani in tasca e passo spedito gli sfilò accanto senza scomporsi di un millimetro, senza degnarlo di uno sguardo... quasi lui fosse fatto d'aria, trasparente...

Fu un attimo: lanciò uno sguardo a Jian e Zhang ancora persi nel loro tenero idillio e scattò in piedi. Il cuore che sbatteva contro le costole, il respiro accelerato, in due falcate raggiunse Guan Shan alle spalle; seguì l'istinto e si strinse a lui, bloccando i suoi passi, cingendolo da dietro. Il petto contro la sua schiena, le labbra contro il morbido rame dei suoi capelli, mormorò a fil di fiato: «Perdonami, non volevo farti del male. Sono stato un idiota.»

Guan Shan si bloccò tra le sue braccia, era caldo e sapeva di shampoo e lavanda. He Tian era pronto a qualunque tipo di reazione, ma lo avrebbe liberato dalla stretta solo se lo avesse preso a ginocchiate nelle palle. Il Rosso però rimase immobile, quasi come se l'orologio del suo tempo si fosse bloccato in quell'istante; poi il corpo di He Tian fu scosso da un leggero fremito... Guan Shan tremò, ma di un brivido dolce, languido. He Tian lo sentì quindi rilassarsi e lasciarsi andare lentamente contro di lui.

«Sei un idiota, sì. Un enorme idiota,» sussurrò Guan Shan inclinando la testa all'indietro e ruotandola. La sua bocca, adesso vicinissima, fu un invito tentatore per He Tian che si sporse di quel respiro che li divideva e annullò la loro distanza. Appoggiò le labbra su quelle di lui, fissando il suo sguardo ambrato e indecifrabile. E rischiò: rischiò il tutto per tutto per saggiare quel nettare proibito... E Guan Shan, offrendogli le sue prelibatezze e il suo perdono, ricambiò il bacio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 26, 2017 ⏰

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