Capitolo Diciannove.
-Douglas- sussurro il suo nome osservando le stelle attraverso la finestra della sua stanza, disegnando dei cerchi immaginari sul suo petto. È notte fonda; dopo aver fatto il bagno alla Principessina e averla vestita, cautamente sono venuta, sotto sua richiesta, nella sua camera. Abbiamo passato la serata facendo l'amore tutta la sera ed ora siamo stesi sul letto, stanchi e sudati, con il lenzuolo bianco che copre malamente i nostri corpi.
Ho lavorato molto questo pomeriggio, vorrei soltanto chiudere gli occhi e dormire, ma non ci riesco. Le parole di Elisabeth risuonano dentro la mia mente, mi si stringe lo stomaco e l'ansia e la paura s'impossessano di me. Se qualcuno scopre la nostra relazione saranno guai per entrambi: Douglas non sarà più Re ed io, proprio come Kath, verrò mandata in Austria a causa del mio amore impossibile.
-Amore mio- aumenta la stretta intorno alle mie spalle e posa le labbra sulla mia fronte, lasciandoci un tenero bacio. Sposto lo sguardo sul suo viso e sorrido quando incontro i suoi bellissimi occhi, impegnati ad osservarmi. -Che cosa succede?- mi chiede dolcemente facendomi sentire al sicuro, protetta.
-H-Ho... paura- ammetto incastrando il labbro inferiore tra i denti sentendo le lacrime bruciare nei miei occhi, intente a rigare le mie guance.
-Di cosa?- chiede cambiando tono della voce. Ora è preoccupato, nervoso ed agitato. -Hai avuto dei problemi con le altre domestiche?Qualcuno ti ha molestata? È entrato nella tua stanza?- mi chiede accarezzando una mia guancia con la sua calda e morbida mano, quasi facendomi sciogliere, e scuoto la testa. Sembra sollevato dalla mia risposta.
-Sospetto che qualcuno sappia di noi- dico, senza mezzi termini, facendogli spalancare gli occhi e dischiudere le labbra.
-Perchè lo pensi?- è sorpreso, confuso.
-Le domestiche sono delle chiacchierone, devono averci visto insieme e sono arrivate a delle conclusioni- sospiro abbassando lo sguardo e mi mordo il labbro inferiore, prima di parlare di nuovo. -Penso che... N-Non dovremmo vederci più nel Palazzo- sussurro stringendo in un pugno il lenzuolo.
Douglas si mette seduto passandosi le mani tra i capelli, prima di voltarsi verso di me. -Come posso fingere di non amarti quando ti vedo camminare per i corridoi del Palazzo? Come posso resistere al desiderio di baciarti, di possedere ogni parte del tuo corpo?- si chiede ad alta voce ed io avvampo alle sue parole. -Ma, hai ragione. Dovremmo trovare un luogo nostro, dove nessuno può scoprirci- il suo corpo sovrasta il mio, in tutto il suo splendore, ed io poso le mani sulle sue spalle, accarezzando la sua pelle.
-Potremmo incontrarci ogni notte nella casa abbandonata lungo il fiume- propongo infilando le dita nei suoi capelli, giocando con delle ciocche.
I suoi occhi s'illuminano ed un enorme sorriso compare sulle sue labbra. -Si, bellissima idea!- esclama lasciando, ripetutamente, dei baci sulle mie labbra facendomi ridere. -Potremmo portare con noi delle coperte, delle candele e trovare della legna per tenerci al caldo. Che ne pensi?- chiede. Annuisco e, prima di poter dire, o fare qualcosa, le sue labbra si posano sulle mie.
La sua lingua, gradualmente, si fa spazio tra le mie labbra ed incontra la mia, impaziente, ed iniziano una danza passionale. La stanza è silenziosa: l'unico rumore che risuona al suo interno è quello dei nostri baci.
Le sue mani accarezzano il mio collo e le spalle, per poi raggiungere il mio seno. Pizzica e accarezza i miei capezzoli che, sotto il suo tocco, s'induriscono. Abbandona le mie labbra lasciando dei baci sulla pelle infuocate del mio corpo, fino ad arrivare al punto in cui le sue mani mi provocano piacere.
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Il Principe E La Serva.
Storie d'amoreEra il 1608 quando il Principe Douglas tornò dal suo viaggio in Francia. Tutti dal più ricco al più povero non vedevano l'ora di rivederlo, di abbracciarlo. Una di queste era Isobel, una serva e dama da compagnia della Principessina Elena, figlia de...