Escape.

Capitolo 1.

-Giorno 23 settembre, 2013.

Nella contea di Brooklyn, New York, si aprì un centro per aiutare le persone in difficoltà.

Non era proprio un centro, era un manicomio. A mio parere non aiutavano, ma torturavano.

Dal loro punto di vista, vedono una vita difficile, piene di ostacoli e muri insuperabili da scavalcare. Ma c'è sempre una via di fuga a tutto.

Il mio nome è Samantha Mecarty, ma vengo chiamata Sam, vengo dal New Jersey, ed ho 18 anni.

Sono stata adottata da Jessy e Gary, i miei genitori. Gary, mio padre, era il caporale della nave chiamata "The Hamptons", invece Jessy mia madre, lavorava part-time in ospedale.

Invece dei miei genitori naturali, non ne ho mai sentito parlare, da persone sconosciute ho saputo che mi hanno abbandonato sulle scale di una chiesa. Nessuno più ci andava ora.

Mi trovarono una coppia di ragazzi, che poi mi avevano dato in affidamento ai miei genitori adottivi.

Avevo anche un fratellastro, il suo nome è Louis Tomlinson.

Non andavano d'accordo, mi trattava sempre di merda tutti i giorni, a causa sua ho un livido sul braccio destro, me lo causò quando mi vide con il mio amico Bob, che ora non ho più comunicazione.

È molto possessivo sulle persone, è geloso di chi mi si avvicina, e...si porta chiunque ragazza a letto.

È bassa? Se la scopa. È brutta? Se la scopa. È fidanzata? Se la scopa.

Tutto quello che vede era solo e unicamente sesso, non pensava al dolore che provocava a gli altri, non se ne importava, le faceva innamorare, e dopo faceva il suo lavoro, è soltanto uno stronzo.

Parlando di me, fra pochi giorni dovevo far visita al centro, ci dovevo lavorare.

Il mio incarico era occuparmi delle persone che avevano problemi, con il comunicare, con loro stessi, tipo metterci in cerchio tutti quanti e parlare come si sentivano dentro di loro.

Per una volta volevo essere la salvezza di qualcuno, anche normalmente.