Calano le tenebre

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Una giornataccia. Un minuto prima esci con una ragazza, quello dopo sei costretto a scappare dall'oscurità incarnata. Ma procediamo per ordine.

Tira un vento freddo mentre mi dirigo a scuola. Mancano pochi minuti alle quattro del pomeriggio, il sole, dopo aver raggiunto lo zenit, sta rapidamente calando dietro gli alti profili dei condomini romani. Stringo convulsamente nella mano destra -ormai insensibile a causa del freddo- il mio cellulare, ogni tanto riguardo il fatidico messaggio che mi ha convinto a uscire di casa in una giornata gelida come questa e a incamminarmi verso scuola di domenica pomeriggio. I minuti che mi separano dal luogo dell'appuntamento sembrano ore, a stento freno l'istinto di mettermi a correre.
Lei è davanti al cancello dell'istituto. Sento la tensione abbandonare un minimo le mie spalle; fino a questo momento avevo temuto di non trovarla, che fosse tutta una mia fantasia. Non appena mi vede, schiude le labbra in un bellissimo sorriso che minaccia di sciogliere ogni mia molecola.
<< Ciao, Elia >> Indossa un cappotto color crema chiuso fino al collo. I lunghi capelli castani le ricadono sulle spalle e il vento le spinge qualche ciuffo anche sul viso.
<< Ciao, Lily >> Improvvisamente divento coscente di quanto possano essere antiestetici i miei capelli scuri totalmente spettinati, o di come il mio fisico, seppur magro e alto, sia quasi totalmente privo di muscoli. Le braccia mi penzolano in modo ridicolo lungo i fianchi, mi sento il naso troppo grande, i palmi delle mani sudati...
<< Cosa ci fai qui? >> La sua domanda è tanto strana da distrarmi per un attimo dalle autocritiche.
<< Il tuo messaggio... >> Confuso, ma sicuro di quanto sto per dire, le mostro il mio cellullare.
<< Non c'è nessun messaggio >> Continua a sorridere innocentemente.
<< È uno scherzo? >> Sorrido anche io, buttando l'occhio sullo schermo del telefono. << Sei diventata cieca tutta insieme? È proprio qu... >>
Ho tenuto la sua chat aperta per tutto il viaggio in metro -a grande discapito della batteria-, l'ho ricontrollata pochi minuti fà, il messaggio dove mi chiedeva di uscire, ora e luogo, è impresso nella mia memoria a lettere infuocate.
Ma sul cellulare non ve ne è traccia. L'ultima conversazione risale a una settimana fà, quando le ho chiesto i compiti di greco per martedì.
Incredibili sono alcuni meccanismi della mente umana. Per quanto potenziale possa racchiudere, per quanto vasta sia, rimane fragile a tutto quello che è inspiegabile. Un essere umano non potrà mai accettare qualcosa di "assurdo", di "irreale", cercherà sempre di fornire spiegazioni, a volte ai limiti della realtà anch'esse, pur di eliminare l'incredibile.
Siamo prigionieri della logica, io per primo, che con in mano questo mille volte maledetto cellulare, comincio a vagliare ogni possibilità. Posso aver cancellato quel messaggio per sbaglio?
<< Comunque sia, non è che hai visto Alessio venendo qui? >>
E se fosse tutto un suo scherzo? Oppure potrebbero averle preso il cellulare e avermi scritto a sua insaputa. No, questo non spiegherebbe perché non ci sia più alcuna traccia.
<< Elia, ehi, ci sei? >>
E se fosse stato davvero tutto frutto della mia fantasia? Ho sognato per due anni una giornata come questa...
<< Elia! Mi ascolti o no?! >>
Qualcosa mi scuote per la spalla. Lily mi sta fissando con uno sguardo esasperato negli occhi nocciola.
<< Scusami... >> Mugugno, mentre reinfilo lentamente il cellulare nella tasca. << Mi sono distratto un attimo >> L'aria fredda mi colpisce come a rimarcare il gelo che provo in quest'istante. Nella fretta di uscire di casa non ho nemmeno preso un cappotto, e la felpa che indosso non mi ripara quasi per niente. << Cosa dicevi? >>
<< Hai visto Alessio? Quello di quinto F >>
<< No... Perché avrei dovuto incontrarlo? >>
Sbuffa amareggiata, infilando una mano dentro la tasca del giacchetto. << Perché mi aveva invitato a uscire. Dovrebbe essere qui da più di dieci minuti >>
Ecco spiegato anche il motivo della sua presenza. E al danno, si aggiunge la beffa. Com'è facilmente intuibile, stravedo per la ragazza qui presente da fin troppo tempo, senza aver mai avuto la benché minima soddisfazione, o il coraggio di fare la prima mossa. È sempre stata circondata da una schiera più o meno numerosa di pretendenti, il nostro rapporto è rimasto quello di comuni compagni di classe. Non è assolutamente la più bella della scuola, sebbene a parer mio non abbia granché da invidiare a quelle che possono sfoggiare questo titolo, ma ha sempre attirato attenzioni grazie alla sua eccezionale natura. Gentile, onesta, premurosa, ironica... quel tipo di persona che rende migliore il mondo soltanto esistendo. E anche quel tipo di persona che non penseresti mai potrebbe esserti portata via da un belloccio qualunque.
<< Ma che diamine... dov'è finito? >> Lily osserva il suo cellullare con espressione sconcertata. << Non può essere sparito da solo, e io non l'ho certo cancellato! >>
In qualche modo sò già quello che vedrò, ancora prima di guardare il suo telefono. La chat con Alessio è completamente vuota, fatta eccezione per un unico messaggio di Lily, risalente a un paio d'ore fà: "D'accordo, ci vediamo lì!"
Non credo nelle concidenze. Non ci ho mai creduto e mai ci crederò; sono così statisticamente improbabili che non sò proprio come qualcuno possa pensarla diversamente. Due messaggi scomparsi che hanno condotto due persone allo stesso luogo, nello stesso momento.
Sento i capelli rizzarmisi sul collo. Il sole, parzialmente nascosto dagli edifici circostanti, proietta lunghe ombre sulla piccola piazza davanti al cancello di ferro. Con questo freddo, a quest'ora della domenica, non c'è anima viva nei pressi della scuola.
Qualcosa non và in quelle ombre. Si muovono. Occhi color ambra ci fissano dalle tenebre.
<< Arrampicati! >> Urlo, mentre esseri neri come la notte appaiono dal nulla, sembrano amalgamarsi direttamente dall'oscurità.
Lily caccia un urlo quando si vede presa di mira da quelle creature. In pochi secondi scavalchiamo il cancello, nella relativa sicurezza del cortile del nostro liceo. Quei mostri non sembrano essere infatti abbastanza intelligenti da arrampicarsi, ma i loro artigli graffiano e rodono il ferro. Rabbrividisco al pensiero di cosa potrebbero fare sulla carne umana.
Un rumore alle nostre spalle; il portone della scuola si è aperto. Pare invitante, una buona alternativa al restare qui all'aperto come facili prede, eppure, mentre ci rifugiamo dentro, non riesco a non sentirmi come se mi stessi infilando in trappola con le mie stesse mani.
Mentre corriamo per corridoi deserti, mi sento continuamente osservato. La luce che entra dalle finestre scema sempre di più, ma fortunatamente non spuntano altre creature. Conosciamo a menadito la nostra scuola, questo vantaggio potrebbe rivelarsi vitale. Passando per la segreteria e la palestra ci addentriamo nei meandri dell'edificio, gli inumani versi di quegli esseri che ci seguono; devono essere infine riusciti a superare il cancello.
<< Qui dentro! >> Lily interrompe la sua corsa e indica una classe vuota. << Nascondiamoci! >>
La paura nei suoi occhi è lampante, il panico le sfigura lo sguardo, ma tiene duro, non cede alle lacrime.
<< Non abbiamo nemmeno un arma! Non possiamo farci mettere all'angolo qui! Se ci scoprono... >>
Davanti a noi svolta l'angolo uno di quei mostri, probabilmente un esemplare che si è separato dal resto del gruppo. Per la prima volta posso distinguere il suo aspetto. La forma è vagamente umanoide, le braccia sono lunghe quasi fino al pavimento piastrellato; dalla testa spuntano due antenne, carbone come il resto del corpo. È più basso anche di Lily, ma il suo sguardo color ambra è così famelico da farmi tremare da capo a piedi. Quando ci vede, carica a una velocità impressionante, levando i suoi micidiali artigli... e io non riesco a muovermi.
Essere paralizzati dalla paura è una sensazione che le sole parole non possono descrivere, perché non è il terrore in sè la parte peggiore, ma la resa inconscia alla morte che ti coglie mentre tutto il corpo grida all'azione, alla salvezza.
Lily mi tira per la manica della felpa dentro la classe. Sbatte la porta e afferra una sedia, operativa tanto quanto io sono sgomento.
<< Nasconditi! >> Mi urla, mentre si apposta al lato della porta, attendendo il nostro cacciatore.
L'irrealtà di tutta questa situazione rende le mie reazioni così lente che sembro muovermi nel miele. Perché non riesco ad agire? Dovrei essere io quello attivo, non tremare così di paura...
Il mostro sfonda la porta, irrompendo nella classe. Vede me per primo, questo dà la possibilità a Lily di coglierlo di sorpresa e di scagliargli contro la sedia, ma quello la fà a pezzi ancor prima di essere colpito. Si volta verso di lei, sembra avermi completamente dimenticato, e avanza, ora più lentamente, quasi come a gustarsi le urla di terrore di Lily che, rannicchiata contro la parete, osserva l'oscurità incarnata vibrare le antenne, eccitate dal sentore di morte.
Mi tuffo addosso al mostro, schiacciandolo a terra con il mio peso. Cerco di tenerlo fermo e, contemporaneamente, di evitare i suoi attacchi, ma gli artigli raggiungono comunque il petto e il braccio destro. La mia idea non è stata delle più furbe, ma non c'era, e non c'è tutt'ora, altra soluzione. Lily per prima ha cercato di difendermi, ripagherò questo debito, qualunque sia il suo costo. Per questo stringo i denti, e non cedo al dolore che si irradia nel mio corpo.
Per siglare questa giornata come la peggiore in assoluto, dalla porta della classe irrompono altre tre creature oscure. Mollo la presa su quella che sto tenendo a terra, tiro via Lily in fondo alla classe e mi paro fra lei e i nostri quattro carnefici, perché ormai così sono costretto a definirli.
Se solo avessi un'arma, potrei morire con dignità, e non solo come prima vittima di una situazione tanto assurda. Non saprò mai come o PERCHÉ questi esseri siano apparsi, nè cosa vogliano da me, da noi. Buffo il modo in cui certe domande acquistino tutto a un tratto una così grande importanza. Le risposte non potrebbero salvarci, ma sarebbe una fine meno... inspiegabile.
Quello che sento un secondo prima che le creature levino i loro artigli verso di me è un ultimo moto di potente rabbia e frustrazione, per non essere nemmeno riuscito a proteggere Lily.

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