Capitolo 17

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"All'inizio ho pensato che non avresti più accettato di uscire dopo l'ultima volta" mi parlò, una volta seduti al tavolo. Avevamo già ordinato.

"Perché?" mi sistemai meglio con i gomiti sul tavolo.

"Te ne sei andata all'improvviso... pensavo di averti messa a disagio".

"Oh" abbassai lo sguardo, colpevole di aver avuto un modo discutibile di concludere il nostro incontro "No, scusami... dovevo solo incontrare una persona...".

Questo potrebbe essere frainteso, meditai, mentre mi guardava confuso.

"Mia madre sta frequentando un uomo... dovevo incontrare lui" specificai.

"Ok... mi dispiace, non intendevo conoscere i tuoi fatti personali. Non c'era bisogno che-".

"Nessun problema" sorrisi "E' stato sbagliato da parte mia scappare in quel modo".

Scosse la testa, le mani incrociate sul tavolo, poi arrivò il cameriere che ci consegnò le pizze e per fortuna in quel posto non c'era affatto silenzio perché proprio in quel momento il mio stomaco brontolò, anzi, fece un suono così stridulo da sembrare una sgommata. Mi portai una mano sulla pancia, pregando che non lo rifacesse, e incontrai lo sguardo di Giulio. Mi schiarii la voce senza motivo e "Bhe, buon appetito" affermai e lui ricambiò. Capii avesse sentito il rumore sconveniente dal modo in cui iniziò a ridacchiare sotto i baffi, ma apprezzai che non lo diede a vedere molto.

"Vuoi un pezzo della mia?" mi chiese.

Avrei voluto dire di sì e lo stavo anche per fare. Era una cosa che mi faceva piacere, scambiare un triangolo, perché lo trovavo un modo per condividere qualcosa, oltre al fatto che la mia bocca poteva per un po' cambiare gusto. Da piccola lo facevo sempre con i miei genitori, ritrovandomi sempre due pezzi diversi dalla pizza di partenza, e continuai a farlo ogni tanto con mia madre. Anna diceva sempre che ordinavo un condimento troppo pesante o che non le piaceva, inoltre, quando andavo sul semplice, prendevamo la stesso cosa, perciò con lei non funzionava quel metodo di scambio.

"No, grazie" sorrisi, pensando che odiavo terribilmente i funghi.

Fu l'inizio di interi attimi senza parole. Finsi di essere troppo impegnata a masticare perché non avevo idea di cosa dire, mentre lui sembrava tranquillo e perfettamente a suo agio.

"Che canzone è?".

Arrestai i movimenti, la bocca ancora piena e lo fissai, cercando di ascoltare il suono in sfondo alla pizzeria.

"Quella che stavi canticchiando" chiarii e "Ah" pronunciai allargando gli occhi. Si era accesa nella mia mente per ignorare l'imbarazzo, ma non credevo di starla riproducendo, con la bocca piena per giunta.

"Sai quando ti svegli con una canzone e continui ad averla in testa?" chiesi e non badai al fatto che non avessi ancora ingoiato. Alzò le spalle e le sopracciglia: probabilmente non gli era mai capitato. Mi coprii infine la bocca e "Non so se hai mai visto 'Come d'incanto'? Principessa, principe, strega cattiva, mela, ballo...?" poi portai la mano al bicchiere.

"Biancaneve a grandi linee?".

Annuii mandando giù un sorso: "Vedila così. Comunque mia madre è ossessionata da Patrick Dempsey che fa la parte del protagonista e questo spiega il perché non posso fare a meno di sapere le canzoni a memoria, come tutte le battute dei personaggi".

Sbuffai per finta e lui scosse la testa, divertito.

"Un estate mi ha obbligata a guardare con lei Grey's Anatomy, sempre per il suo amato Patrick, e anche perché è una fan di serie televisive..." stavo convulsamente pulendomi le mani sul tovagliolo di stoffa "E' stato un completo fallimento perché, iniziando a vederlo la sera, dopo una certa ora non ne potevo più e andavo a dormire, ma lei continuava a guardare le puntate a mia insaputa. Il giorno dopo, come puoi immaginare, non ci capivo nulla, dato che la visiona iniziava da dove aveva interrotto, quindi... ci ho dato un taglio dopo pochi giorni".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 28, 2017 ⏰

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