La sveglia suonò alle 8.00 in punto. Mi girai più volte tra le lenzuola viola prugna e per isolarmi dal rumore fastidioso mi tappai le orecchie con il cuscino.
Il risultato fu scadente, così decisi di aprire gli occhi e mettermi seduta. La luce del sole filtrava dalle tende bianche, illuminando la mia stanza che, non sapendo come, profumava di limone. Dopo aver sbadigliato sonoramente stropicciai gli occhi ed infine decisi di alzarmi e cominciare a fare il letto. Successivamente mi diressi verso l'armadio. Quando gli fui di fronte osservai per qualche secondo una data scritta con l'indelebile nero e circondata da una nuvoletta di vari colori: "17/04/2001, la nascita della mia diavoletta."Chiusi un secondo gli occhi, aspirai l'aria e la gettai fuori con la bocca. Dopo essermi leggermente ripresa aprii le ante dell'armadio ed escogitai il mio outfit giornaliero. Gettai sul letto un maglione rosso sangue, dei jeans neri strappati ed una sciarpa nera. Presi dal cassetto della biancheria un reggiseno blu, delle mutandine nere e dei calzini neri. Li posai sopra il maglione, afferrai al volo il telefono e mi diressi in bagno.
Appena chiusi la porta accessi il cellulare. Inserii il codice d'accesso ed aspettai che il marchingegno captasse il segnale Wi-Fi. Dopo un sonoro sbadiglio cominciai a sentirlo vibrare, così aprii Whastapp ed entrai nella chat con Lucy:
-Oggi ci vediamo alla nostra panchina. Vedi di arrivare per le 9.00 precise!
Prima di rispondere mi grattai la testa.
-D'accordo, farò del mio meglio.
Posai il telefono sul ripiano dove vi era il lavandino e mi fissai un secondo allo specchio. I capelli erano maledettamente sporchi ed arruffati. Gli occhi stanchi e due occhiaie erano sotto di essi. Avevo il viso stanco ed assonnato. Sbadigliai un'ultima volta e aprii il getto d'acqua della doccia. Pigramente mi tolsi il pigiama bianco e blu, lo ripiegai e lo posai sulla tazza chiusa del water. Le mutandine le buttai a lavare e senza troppi indugi mi infilai sotto l'acqua calda. Strofinai bene la spugna su tutto il corpo, soprattutto sulle parti intime. Passai il sapone di Marsiglia sui dredd e massaggiai bene la cute dei capelli con lo shampoo al cocco. Dopo una decina di minuti chiusi il getto d'acqua e mi avvolsi il corpo con un asciugamano azzurro. Aspettai qualche secondo per riprendermi dal relax della doccia e successivamente presi l'olio di Argan. Ne versai qualche goccia sul palmo della mano e cominciai a passarmelo su tutto il corpo. Asciugai velocemente i capelli con il phon.
Alle 8.45 feci il mio ingresso in cucina. Mia madre era voltata di spalle e stava cucinando la colazione. Percepii un certo odorino di bacon e uova, ma lo scacciai scuotendo leggermente il capo. I miei fratelli stavano commentando una partita di Basket alla televisione e mia sorella Meredith scriveva qualcosa sul suo cellulare. Cercai di leggere la conversazione, ma non vi riuscii. Posai lo zaino sull'uscio della porta e andai a sedermi al solito posto. Ovvero vicino a quella vipera di mia sorella.
Quando mi sedetti cominciai a servirmi di biscotti al cioccolato e spremuta d'arancia.
<Buongiorno> salutai attirando (finalmente) l'attenzione su di me. Mia mamma si voltò rivolgendomi un caloroso sorriso, mentre i miei fratelli stopparono la registrazione.
<Oh non volevo disturbarvi cari fratelli, continuate pure a commentare la partita.> Alan alzò un sopracciglio e formulò sul suo volto un'espressione interrogativa, che mi strappò un lieve sorriso.
<Chi sei tu e che cosa ne hai fatto di Jade Watson?> domandò puntandomi un dito contro, io alzai gli occhi al cielo.
<Smettila di fare il cretino> ritirò subito il braccio.
<Okay, tranquilli. E' tornata quella di prima>. Gli tirai un pezzo di biscotto, e lui sghignazzò. Meredith chiuse la schermata del cellulare e sospirò con fare da innamorata. Infilai un mirtillo dentro la bocca.
<Mara innamorata. Wow, diventi quasi tollerabile sai?> la informai senza guardarla. Meredith mi diede un lieve pizzicotto sul braccio.
<Numero uno: non chiamarmi Mara. Numero due: sono fidanzata, non era una novità.> disse tutto con un tono acido, e questo non mi piacque affatto. Ma chi era lei per rispondermi così?
Per ripicca le tirai la coda di cavallo, gettai l'elastico per terra e continuai a fare colazione. Con la coda dell'occhio la vidi arrossire e un secondo dopo balzò in piedi.
<Jade sei insopportabile!> sorrisi.
<Oh Meredith te la prendi per poco eh> la canzonai e lei sbatté una mano sul tavolo, mia madre si voltò reggendo tra le mani due piatti, contenenti proprio bacon e uova. <Meredith siediti e calmati, Jade non so cosa tu abbia fatto ma chiedile scusa> sbuffai infastidita.
<Okay. Scusa Mara> presi il piatto che mi porse mia mamma e aspettai che la mia amata sorella mi dicesse qualcosa, ovviamente ciò non avvenne e così mi morsi la lingua per non prenderla a sberle.
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Doppia Scelta
RomanceNella vita abbiamo sempre due scelte. A volte sappiamo quali sono, altre volte dobbiamo cercarle. Questa è la storia di Jade Watson, una ragazza di sedici anni che abita a Los Angeles, la sua vita è caratterizzata da amore ed odio. Nel suo percorso...