Capitolo 18 - Simpatici Rompiscatole

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<Buongiorno!> ci salutò la ragazza con le lentiggini correndoci incontro. Eravamo appena arrivate al locale chiuso.
<Ciao!> le sorrisi con Aki al mio fianco.
<Non ci siamo ancora presentate, io sono Marla, Guardiana Giaguaro. E lei,> indicò sua madre appena arrivata dietro di lei <è Denia, Guardiana Ghepardo.>
<Molto piacere. Io sono Krepta, Capobranco e lei è Aki, la mia seconda in comando.> dissi sorridendo e guardando la mia Vice che fece un cenno di saluto con la testa.
<Bene, entriamo?> disse Denia aprendo la saracinesca della paninoteca.

I Guardiani sono vari e si dividono in varie categorie.
Vi sono, per esempio, i Guardiani del Nord, che abitano nei paesi scandinavi e comprendono Alci, vari tipi di volatili, i pinguini, gli orsi bianchi e molti altri.
I lupi erano una categoria un po a parte. Si trovavano un po in tutto il mondo, ma era molto raro trovarli, perché creavano (come d'istinto) branchi, a volte numerosi, nascondendosi dagli altri.
Un po come il nostro branco. Siamo riusciti a trovare un posto tutto per noi e senza problemi.

Purtroppo la nostra chiacchierata non durò più di mezzora a causa di un imprevisto delle due donne. Le altre informazioni che ci dissero, per non non erano una novità, come il fatto che se un Guardinao non sta a contatto per più di un anno con almeno un altro, rischia di diventare l'animale che lo domina e non riesce più a mutare forma.

Dopo aver salutato le due padrone di casa, ci avviammo verso il branco.
<Tutto bene Kre?> mi chiese Aki.
Annuii. <È solo che...speravo mi dicessero di più.>
<Probabilmente ne sanno quanto noi.>
Annuii ancora guardandomi attorno. I miei occhi caddero sull'orologio della città e mi bloccai di colpo.
<Noo! Devo andare a lavoro!>
Corremmo fino al boschetto e poi ci trasformammo per essere più veloci.

<Dai, diremo che abbiamo trovato traffico.>
Annuii e lasciai che Levi entrasse per primo. Eravamo in ritardo di 10 minuti, non tanti, ma di sicuro mi facevano star male.
<Ci dispiace molto, abbiamo trovato traffico e siamo rimasti bloccati.> disse lui avvicinandosi a Jasmine.
<Veloci, la padrona deve ancora arrivare!> disse lei complice.
In tempo record ci cambiammo ognuno nel proprio spogliatoio.
La prima ad uscire fui io e mi fermai davanti allo specchio per sistemare la gonna. Un'ombra si avvicinò alle mie spalle e vidi un Levi in divisa da lavoro mettersi accanto a me sistemandosi la camicia.
Io mi avviai all'uscita, ma una mano mi prese la gonna.
Arrossii di colpo quando mi voltai ed il mio compagno stava sbirciando sotto quella dannata gonna.
Gli tirai una ginocchiata sul petto e lui cadde all'indietro ridendo.
<Ti ricordo che ho i tacchi arddosso e se ti lancio dietro una scarpa, ti faccio male!!> dissi rossa come un peperone.
<Eddai, sei la mia compagna, quasi moglie. Non posso?> mi disse con un sorrisetto sul volto.
<Non nel luogo di lavoro!> mi voltai ed uscii dalla porta.
Feci un sospiro lungo e mi avviai verso il bancone. Erano le 10, ma nonostante l'orario c'erano molti tavoli occupati.
Presi il mio blocchetto per gli ordini e mi avvicinai a Jas.
<Il 14 e il 9 devono ordinare, ci pensi tu?>
Annuii. <Tutto pur di non esserci quando esce.> si era capito che stavamo parlando di Levi?
<Ha di nuovo tentato di sbirciare?>
Mi voltai di scatto verso di lei. <Sta volta ci è riuscito.> sibilai tra i denti.
Lei mi guardo sorpresa trattenendo una risata.

<Quindi: tre pancake, una torta di riso, due cioccolate calde e due cappuccini, giusto?> dissi rileggendo i miei appunti.
La donna bionda al tavolo annuì. <Si, grazie mille.>
<Di nulla, grazie a voi!> dissi sorridendo ai due bimbi alla mia sinistra.
Tornai verso la cucina ed appesi l'ordine del tavolo.
La campanella della porta d'entrata tintinnò. Mi voltai per accogliere i clienti con un gran sorriso. <Buongiorno, quanti siete?>
Erano due uomini in giacca e cravatta, alti e professionali. <Salve, siamo solo noi due.>
Annuii e presi due listini. <Preferite un tavolo nel centro sala o vicino alla finestra?>
Si guardarono e decisero per la finestra. Feci strada fino al tavolo libero e li feci accomodare lasciando i listini. Poi tornai da Jas.
<Arriva.> mi disse lei guardando verso lo spogliatoio.
Sospirai e fissai il ragazzo moro. <Come va?>
Lui mi fece un mezzo sorrisetto. <Questa volta mi hai tirato davvero un bel colpo.>
Il campanello della cucina suonò: erano pronte le ordinazioni.
Levi si avvicinò al mio orecchio. <Degno di una Femmina Alfa.>
Risi e lo spinsi via. <Muoviti che la roba si raffredda!>

Dopo alcuni minuti presi due piatti che erano appena usciti dalla cucina e controllai tra le ordinazioni.
Due croassant al tavolo 23, ah si...quello dei due signori. Pensai mentre mi avviavo. Nel tragitto incrociai lo sguardo del mio compagno, mentre spreparava un tavolo. Sentivo i suoi occhi addosso, quando posai i piatti sul tavolo.
<Ecco a voi. Desiderate ancora caffè?> chiesi notando le tazze vuote.
Uno dei due mi squadrò. <No,grazie. Ma volevamo qualcos'altro.> sorrise e mi afferrò ad un polso. Tentai di liberarmi, ma la sua stretta era troppo forte.
<Mi lasci.> sibilai tra i denti. Normalmente mi sarei liberata o mordendogli una mano o tirandogli un pugno, ma ero sul luogo di lavoro e con troppa gente attorno.
Feci un passo indietro, ma l'uomo mi attirò vicino a se per il polso.
Non ce la facevo più, adesso era ora di finirla. Stavo per tirargli un ceffone, quando al mio fianco libero si materializzò Levi.
Il suo sguardo freddo e territoriale fece rabbrividire i due uomini. <C'è qualche problema?> chiese fissando i due con i suoi occhi di ghiaccio.
L'uomo mi lasciò il braccio e l'altro tizio scosse la testa. <No, ce ne stavamo andando.>
Levi annuì e mi scortò lontano da loro.

<Perché mi hai aiutato? Potevo farcela da sola.> dissi entrando nella zona spogliatoi massaggiandomi il polso.
<No, avresti fatto un casino, conoscendoti.> mi prese la mano con delicatezza <Fa vedere.> il segno rosso sul polso si vedeva eccome <Ti fa male?>
<No, è solo un segno, non fa male.> risposi.
La porta si aprì di colpo.
<Kre! Tutto bene?> era Toto, la proprietaria del locale.
Le sorrisi. <Si è solo un segnetto, non mi fa male.>
<Quei due, gliela farò pagare cara!> disse lei voltandosi verso la porta.
<Non serve, io sto..>
<No!> alzò una mano lei <Mia cara, va bene tutto, ma non si tocchino i miei camerieri.> detto questo uscì.
Levi mi accarezzò la chiazza sul polso ed io rabbrividii. <Non fingere anche con me.>
Sospirai. <Ok, fa un male cane.> aprii il rubinetto e misi il braccio sotto l'acqua fredda.
Levi mi prese un pezzo di carta per asciugarmi.
Poi buttai via il fazzoletto e mi voltai verso di lui. <Faccio tanto schifo?>
Lui mi prese il mento. <Si, fai talmente schifo che non ce la faccio a resistere.>
Sorrisi e lo baciai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 03, 2017 ⏰

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