Cap. 43

304 34 27
                                    

Nel display spuntarono immagini di ogni tipo, di ogni attimo della mia vita: Io da ubriaca, io da sola in paese con una bottiglia di alcool, io nel nascondiglio mio e di Alex, io con Alex in macchina in atteggiamenti provocatori...

<< Non so se ti basta tutto ciò... te l'avevo detto che non ti saresti liberata di me o no? Hmm forse no, ma te lo dico ora! >> Disse, tranquillamente, consapevole di avere la situazione in pugno. << Ma se non ti basta ho pure un bigliettino già pronto da mettere nell'uscio di casa tua,da mostrare ai tuoi, con tutte le poche materie che ti sei data all'università, così non so... li rendiamo un po' partecipi della tua vita? >> Continuò a parlare attendendo mie risposte che, però, non arrivavano. Ero posseduta da un senso di inquietudine che non riusciva a farmi parlare. Le lacrime scorrevano rapidamente dalle mie guancie, una appresso all'altra. Gabry era uno stalker, mi aveva seguita per tutto questo tempo... sapeva ogni cosa di me e attendeva solo l'attimo giusto per fregarmi. Bastardo vendicatore.

<< Quindi... non dici nulla? >> Commentò, guardandomi e sedendosi accanto a me. La sua calma suscitava in me odio.

<< Cosa vuoi da me...? >> Risposi da perdente.

<< Non so... Forse è inutile che ti rivesti, in primis! >>

Annuii: mi aveva davvero fregata.

<< Te l'avevo detto che mi avresti supplicato di entrare dentro di te! >> Rise ancora. << Ma non ho ancora finito... devi lasciare il tuo ex perché semmai ti vedo ancora con lui dirò tutto ai tuoi e gli mostrerò tutte queste immagini! >>

<< Perché? Non starei ugualmente con te... Perché devo lasciare lui? Non ha senso... >> Risposi, come una bambina paurosa.

<< Perché ti sei presa gioco di me in passato a causa sua, perché odio essere la ruota di scorta nella vita e perché... non devi obiettare se no... >> Mi rimostrò quel maledetto cellulare. Mentre parlava iniziò a spogliarsi e stendersi delicatamente addosso a me.

<< Gabry... ti prego, torna in te, tu non sei cattivo, sei solo ferito e ti chiedo scusa, mi hai conosciuto in un periodo della mia vita che non sapevo neanche chi fossi io... ragiona, si può sbagliare e ti chiedo scusa. >> Dissi, cercando di farlo ragionare.

<< Io mi ero innamorato di te, ti volevo davvero e ti voglio adesso! >> Mi baciò il collo fino a scendere giù nel mio seno, nella mia pancia, lasciando scie umide che fecevo rabbrividire di freddo. Si tolse i boxer, in silenzio e mi allargò le gambe con il suo ginocchio. Dovevo tacere a questa violenza psicologica e fisica, dovevo perdere tutto per un bastardo del genere!

<< NO! Mi sono rotta delle tue minacce!! Levati immediatamente! >> Mi alzai di scatto, spingendolo con tutta la forza che avevo in me.

<< Ne sei sicura? Sei così forte da combattere ciò che stanno per scoprire i tuoi? >> Riprese a ridere, sdraiato nudo sul letto.

<< Cosa farò, come reagirò sono solo cazzi miei!! Addio Gabry! >> Mi vestii velocemente, presi il suo libro sopra la mia borsa e lo buttai a terra. "Tieniti questa merda di libro" pensai.

<< Ehy!! >> Mi chiamò dall'altra stanza. Non risposi. << Buona fortuna, puttana! >> Affermò.

Uscii da quella casa maledetta, accesi immediatamente il cellulare e trovai una marea di chiamate e messaggi,tra cui uno anche della sorella di Alex. Mi preoccupai. La richiamai. Mi informò che suo fratello aveva lanciato tutto in aria, l'aveva avvisata che non sarebbe andato a lavoro e uscì di fretta da casa. A quelle parole mi preoccupai... Stavo facendo ancora del male ad Alex, come si può far male alla persona che ami...?

                                         ----------------------------

<< Lasciami stare, per favore, Ale... >>

Erano le 19.00, mi trovavo vicino casa mia, con gli occhi rossi, coperti dai capelli, mossi dal vento invernale. Non appena svoltai l'angolo di casa, vidi la macchina di Alex e poi notai lui, scendere dalla macchina, con le mani in tasca, incamminadosi verso di me.

<< No, non ti lascio stare! Ti aspetto dalle 15:00 e non puoi cacciarmi via così! Merito spiegazioni!! >>

Lui era dalle 15.00 lì ad aspettarmi? Da quanto tempo,cavolo,non mi dimostrava questo! Iniziai a pensare che solo quando stava per perdermi, Alex, riusciva a dimostrare.

Lo guardai, per un attimo vidi quel bambino forte ed ingenuo che avevo conosciuto in passato, tutti i nostri momenti belli e brutti, tutti i nostri sogni buttati lì... Tutte le nostre promesse... Tutta la nostra vita... E piansi. Come potevo spiegare ad Alex quello che era successo in città? Come avevo il coraggio di dirgli che ero vittima di stalker, di violenza sessuale, psicologica? Lui sarebbe partito diretto verso Gabry e come minimo l'avrebbe ammazzato di botte. Non potevo raccontare nulla, dovevo tenermi tutto dentro, dovevo sbarazzarmi del mio Alex con una bugia. Mi abbracciò,stretta.

<< Non ce la faccio più, Ale, io non sto capendo più niente! Perdonami! >> Iniziai a dire.

<< Sfogati... Calmati... Cos'è successo con Gabry? Dimmi la verità... Vi siete baciati? >>

<< Sì...! Io mi sento confusa!! >> Cercai di non mostrare la mia paura quando si pronunciava quel nome. Continuai a piangere, Alex cercava di consolarmi, ma vedevo che stringeva i pugni, trattenendo la rabbia.

<< Devo capire una cosa... >> Continuai, asciungandomi le lacrime.

<< Cioè? >>

<< Cioè... devo capire se ciò che mi divide da te sono i miei o solo perché non è più amore... >>

Alex rimase zitto, deglutì, chiudendo gli occhi e riaprendoli l'attimo dopo.

<< Ok... Parla con i tuoi, io rimango qui ad aspettarti se succede qualcosa. >>

<< No, Alex, hai già aspettato abbastanza oggi, torna a casa... >> Alex non insistette.

<< Ok, però chiama se hai voglia di uscire di casa. Sai che non è facile dire tutto ai tuoi. >>

Mi baciò sulla guancia, poi salì in macchina, aspettando che rientrassi in casa.

Andai in camera mia, mi sdraiai sul letto, la testa mi scoppiava. Non avevo il coraggio di dirlo in faccia ad Alex, fu così che gli mandai un messagio:

<< Forse è meglio che non ci sentiamo per un po', in modo da darti i giusti spazi per capire cosa voglio... >>

Non volevo perderlo ancora una volta, ma era l'unica cosa giusta da fare: dovevo stare da sola a risolvere tutto il casino che avrebbe combinato Gabry da lì a poco. Era così difficile dirgli addio ancora una volta... Alex era parte della mia vita... da sempre!

<< Se non mi ami più devi dirmelo guardandomi negli occhi! >> Disse, telefonicamente, Alex.

<< Lo farò... Pomeriggio, appena ci vedremo. >>

----------------------------------
E secondo voi è stata la scelta giusta da fare? Non dire nulla ad Alex e risolvere, per la prima volta, tutto da sola?

Paura di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora