«I'am sorry!»

149 17 2
                                    

La mattina dopo Sam si svegliò da solo nel letto, il che era strano perché Gabriel amava tantissimo le coccole mattutine, e lui adorava trovarlo avvinghiato a sé quando si svegliava, baciarlo, accarezzargli quei capelli morbidi come piume... gli venne in mente che probabilmente era andato a controllare il nuovo membro della loro famigliola.
Non si era sbagliato, infatti era in cucina, mentre guardava sorridendo il cagnolino che mangiava con appetito delle polpette. Gli aveva messo la ciotola proprio accanto alla cuccia così che non dovesse fare troppa strada, visto che era ancora debole e malfermo sulle zampine.
«Non dirmi che ti sei alzato presto per cucinare per Tricky, guarda che può mangiare anche quelle crocchette che gli abbiamo comprato» commentò Sam divertito.
«Naaa, chissà che cosa ci mettono dentro... almeno quando sono a casa, voglio dargli il meglio. Scommetto che piaceranno anche a te.» Vedendo la faccia inorridita di Sam, continuò: «Che c'è? Sono normalissime polpette: carote e zucchine lesse, carne magra macinata, uova, farina, riso bollito più qualche spezia, e non dirmi che non ti viene già l'acquolina in bocca!»
In effetti sembravano buone.
Gabriel gli porse una tazza di cioccolata calda con panna. «Ora pensiamo alla colazione» gli disse alzandosi sulle punte per baciarlo.
Sam ricambiò, stringendolo leggermente a sé e cercando di non rovesciare la bevanda, poi si sedette al suo posto e notò che invece dei soliti pancake con la marmellata, Gabriel aveva messo un piatto con dentro dei biscotti a forma di lettere con le estremità intinte nel cioccolato che formavano la scritta: "I AM SORRY". Avendolo visto altre volte preparare biscotti, sapeva che gli ci voleva come minimo un'ora tra preparazione e cottura. «Ma a che ora ti sei alzato?» domandò sconcertato. «Non era necessario...»
Gabriel gli si sedette davanti, allungò il braccio sul tavolo e gli prese la mano, intrecciandone le dita. «Mi dispiace tanto per come mi sono comportato ieri» gli disse serio. «Avrei dovuto chiederti subito chi era al telefono invece d'imitare, malamente, Sherlock Holmes e avrei dovuto crederti. Sei... sei la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita... eppure ho rischiato di perderti a causa della mia stupida gelosia...»
Sam fu quasi imbarazzato: era raro sentire Gabriel esprimere i propri sentimenti. «È tutto ok, ho capito che hai un problema a fidarti degli altri ma sappi questo: io ti amo e non ti tradirò mai» disse stringendogli la mano.
«Sì ti credo» rispose fissandolo. «È solo che... Oh, Tricky ha finito di mangiare, lo porto fuori io, tu fai colazione prima che si raffreddi.» Si alzò in piedi, prese il cane in braccio e si avviò verso l'uscita sul retro. «Tranquillo, non gliela faccio fare in piscina.»

Verso mezzogiorno, mentre Tricky continuava a scoprire quanto fosse buona la cucina di Gabriel (tonno all'olio, sormontato da pezzettini di formaggio e passato rapidamente in forno), Dean stava seriamente pensando di cambiare il gusto del mese.

L'incidente del giorno prima l'aveva turbato più di quanto non desiderasse ammettere, perciò durante la mattina volle verificare con internet lo stato di salute del suo amichetto; si chiuse in camera sua, abbassò il volume al minimo e cercò dei... documentari di anatomia...
Sì, sì Dean jr stava alla grande costatò soddisfatto dopo un paio di filmati. Forse non era fatto per le relazioni a lungo termine, forse doveva solo esplorare nuovi posti... Ma come spiegarlo a Lisa? E, soprattutto, come spiegarlo al padre che ormai dava per scontato che sarebbe diventata la sua figlia acquisita?

John era un cuoco passabile ma le sue crocchette di carne erano mille volte più buone di quelle di Lisa che di hamburger avevano soltanto il nome. Chiamare quella roba "Hamburger di tofu" era un vero e proprio affronto! "Poltiglia" sarebbe stato il termine più corretto. Mentre Dean mangiava, fantasticava su come sarebbe finito il loro matrimonio: un giorno sarebbe tornato a casa e l'avrebbe trovata in lacrime.
Quando gliene avesse chiesto il motivo, lei gli avrebbe urlato che era stato visto entrare in un McDonald a ingozzarsi di doppi cheeseburger e l'avrebbe accusato di essere un mostro senza cuore.
«Sì! E la sai una cosa? La carne era di quei pennuti delle tue musicassette karma!» avrebbe replicato lui, dopodiché sarebbe sgommato via con gli AC DC a tutto volume.
«Com'è andata ieri con Lisa?» domandò John, riportandolo con i piedi per terra.
«Eh? Sì, bene, bene...» biascicò Dean.
«Non avrete litigato?»
«No... no... È solo che vuole venire con noi la prossima volta che andremo a trovare Sam... e non so come dirle...»
«Il problema non esiste: finché Sam sta con quello, noi non andremo più a trovarlo e nemmeno lo inviteremo qui» tagliò corto John.
«Ma... ma abbiamo sempre passato le feste insieme» obbiettò Dean sconvolto.
«Non ho alcuna intenzione di farmi ridere dietro dai nostri conoscenti e se andassimo da lui, penserebbe che approviamo la sua scelta, cosa che non è. Io spero che Sam faccia la cosa giusta ma se deciderà di rinnegare la propria famiglia, sarà solo un problema suo.»
«Sam non vuole rinnegarci, vorrebbe solo che noi accettassimo il fatto che ora sta con Gabriel.»
«Accettare!» sbuffò John. «C'è forse qualche genitore che spera che il proprio figlio diventi frocio? Non credo proprio, tutti sperano che crescano normali.»
«Ti dirò... all'inizio anch'io ero perplesso ma vedendoli insieme mi sono reso conto che loro sono davvero innamorati, come lo eravate tu e...»
Un pugno calato sul tavolo fece sobbalzare le stoviglie, tremare mezza casa e ammutolire Dean. «NO! Non osare paragonare quello che c'era fra me e tua madre con quella farsa!»
"Pessimo, pessimo esempio..."
«Con Mary non c'era solo la gioia di stare insieme ma c'erano anche dei progetti da portare avanti che eravate voi due e l'officina ma loro?» Sospirò. «Basta pensare a loro che mi viene la nausea. Sono contento che alla fine tu abbia messo la testa a posto e che sia pronto a formare una vera famiglia.»
«Già... a volte me la sogno anche di notte» disse Dean riprendendo a mangiare. "E mi sveglio di soprassalto..."


Tu, la cosa più importanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora