Un gatto nel cuore

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Un gatto nel cuore

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La storia che segue è puramente basata su fatti realmente accaduti; come un gattino norvegese sia entrato nella mia casa e successivamente nel mio cuore.

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Era inverno, precisamente la notte del primo dell'anno. Ero con amici e parenti a festeggiare l'inizio dell'anno nuovo. Era una serata particolarmente allegra, nonostante la mezzanotte fosse passata, continuavano a brillare nel cielo splendidi fuochi d'artificio e lanterne lasciate volare verso l'ignoto.

Ero stanca, lievemente assonnata dopo quella lunga notte passata tra musica e scherzi. Camminavo sul marciapiede per andare a recuperare la macchina dei miei parcheggiata più lontana. Le strade e i marciapiedi erano invasi dai rimasugli dei fuochi gia esplosi, non girava nessuno apparte noi, e si sentiva quel tipico odore di fumo delle esplosioni, della polvere da sparo. Camminavo lì, sul ciglio della qstrada, quando udii un lamento rauco. Guardai in basso ma non vidi nulla, successivamente spuntò un piccolo batuffolino di pelo, un gattino di si e no tre mesi. Era grigio, con striature nere e occhi verde oliva. Era terribilmente spaventato dal frastuono di quella sera, ma allo stesso tempo coccolone e socievole. Era buffo, perché come ogni gattino aveva le orecchie e le zampe sproporzionate al corpo. Era simpaticissimo, mi dispiaceva lasciarlo solo in quella notte, per lui, di terrore. Osservai mio padre, che lo guardò con un senso di compassione e pena per quel gattino. Mia madre si guardò intorno per vedere se c'erano altri gatti nei dintorni ma niente. Un gattino piccolo così, in giro da solo non poteva che essersi perso o essere abbandonato. Guardai per pochi secondi i miei, mia madre cercava ancora un gatto adulto e mio padre mi fissava.

-"Non amo i gatti, ma se prometti che lo accudirai e lo manterrai come si deve, io sono disposto a tenerlo." - Affermò mio padre.

Mia madre aggiunse: -"Lo vorresti un gatto...?"-

A dire la veritá, la loro proposta mi stupì; avevo provato spesso a chiedere ai miei genitori di tenere un animale, ma la risposta era sempre stata un "No" secco.

- "Davvero?! Certo che lo voglio!"- Esclamai io.

Salimmo in macchina, mio parde prese imbraccio il gattino e lo avvolse in uno straccio che aveva in macchina. Mentre eravamo in auto verso casa, il piccolo trovatello non fece altro che fare fusa con un dolcissimo musetto che esprimeva un incredibile soddisfazione e felicità. Era cosi rilassato che solo a guardarlo faceva provare compassione anche al più insensibile.

Arrivammo a casa, poggiai il gattino a terra che subitò, senza badare a noi, iniziò ad ispezionare la casa. Per prima cosa, gli porsi davanti un piattino di latte tiepido e un altro di tonno al naturale. Mangiava con un incredibile senzo di appagamento e godimento; piccolo com'era sembrava quasi impossibile che fosse riuscito a divore tutto quel cibo, probabilmente non mangiava da molte ore.

Appena finì si poggiò sul tappeto del salone, sul quale si leccò, si stiracchiò e si addormentò, passando la sua prima notte in una casa, finalmente sazio, rilassato e al caldo.

Sono passati 2 anni da quel capodanno, il piú bello della mia vita, quello in cui ho trovato un amico, che pur essendo un semplice gatto, ha conquistato il cuore di tutta la casa. Ora è un gatto adulto, possente e peloso (un incrocio tra Norvegese ed Europeo) incredibilmente coccolone e giocherellone.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 09, 2014 ⏰

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