1. Nostalgia

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Caro diario,
Sono ancora qui, in questa buia stanza con la mia amica Jemma. Domani sarà un anno che vivo qui.
Ogni tanto io e Jemma sentiamo dei rumori arrivare da fuori di gente che canticchia e speriamo che la guerra sia finita per poter finalmente uscire da qui, ma alla sera si sentono ancora spari e urla di bambini innocenti.
I nostri genitori sono partiti in guerra non so neanche dove e se vivano ancora, ma prima di partire ci hanno raccomandato di nasconderci, se possibile.
Ora viviamo in un seminterrato, prima eravamo ospiti a casa di un'amica di famiglia che si è voluta sbarazzare di noi per paura di sembrare contro lo Stato. Non siamo ebree, siamo solo omosessuali.
C'è una piccola finestra vicino al soffitto, che oltre ad essere l'unico portale che ci ricorda la vita al di fuori di questo seminterrato, è la cosa che ci spaventa di più. Abbiamo paura di vedere com'e diventata ora la nostra città dopo tutti i bombardamenti. Abbiamo più paura di quello che c'è fuori da qua, che del costante buio che vige in questa stanza.
Dormiamo per terra su materassi scomosssimi con le molle rotte. Spesso sognavo di essere nella mia cameretta, con mia madre che mi svegliava la domenica mattina per andare a messa. Poi mi risvegliavo a causa del rumore di una bomba o per la mancanza di sonno, tutta sudata e mi mettevo a piangere perchè era soltanto un sogno, mia madre è partita e non penso tornerà. Ora mi sono rassegnata, ormai non posso farci niente mia madre... non so se la rivedrò, mio padre tanto meno.
Ogni tanto sento Jemma piangere nel sonno, probabilmente anche a lei manca il mondo di prima, aveva anche una fidanzata, chissà che fine ha fatto.
È da un anno che non vedo la luce del sole e che non suono la mia chitarra, che non canto e che addirittura non parlo a voce alta. Possiamo solo sussurrare sperando di non essere sentite.
Vorrei uscire da qui, vorrei poter tornare a correre nei prati con Jemma e i miei amici. Vorrei poter urlare che la vita non è questa, che la gente non deve arrivare a nascondersi per sopravvivere.
Ogni giorno la vicina ci porta da mangiare, ma quando anche lei morirà, dovremo uscire allo scoperto e dove vedremo come hanno ridotto il mondo. Mi ricordo soltanto che prima si stava meglio, non c'era il terrore di non svegliarsi il giorno dopo, non c'erano diversità, la notte non faceva paura.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 04, 2019 ⏰

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