Una porta si apri'. Alzai lo sguardo e vidi un vecchio con le braccie colme di altra biancheria. Si, sono io, la piccola Marie, lavandai del palazzo reale di Francia.
Il vecchio si avvicino' e appoggio' la biancheria su un tavolo vicino a me.
'Il principe ti vuole'
Mi colse di sorpresa.
Mi guardai in giro tristemente. Ero in una piccola stanza, piena di altre lavandaie che lavavano e strofinavano i vestiti reali.
Cosa voleva da una ragazzina povera venuta dalla campagna?Il vecchio mi prese bruscamente per il braccio e mi trascino' verso l'uscita. Attraversammo lunghi coridoi, strette scalinate, fino ad arrivare nella sede reale. Mi lascio' davanti a una immensa porta, senza dire nulla.
Non sapendo cosa fare, bussai lievemente. Una voce bassa e sonora mi disse di entrare. Mi accolse una stanza ampia, simile ad un salotto. I divani erano di velluto rosso, e i miei piedi erano seppelliti da un tappeto morbido.
Vidi il principe che guardava dalla grande finestre che si affaciava sul giardino, le braccia conserte. Fui attratta dalla sua altezza e regale portata...ma quano si giro', il mio cuore manco' un battito. Era bellissimo. Capelli scuri, occhi profondi e verdi, la pelle chiara.
Mi guardai le mani, cercando di mascerare il mio sconforto. Era inutile che mi immaginavo un futuro con lui. Io, una piccola ragazza comune, con le mani rosse e crude dal continuo contatto con l'acqua, i capelli scompigliati, la pelle bruciata del sole... era impossibile!
Si avvicino', sempre di piu'. Vidi la sua bocca che diceva qualcosa, ma io non sentivo, tanto ero attratta. La scena poteva dirsi romantica, lui che mi stava praticamente sulle labbra, io pronta a riceverlo....se solo lui non mi stesse sgridanto.
Era proprio quello che stava facendo. Stava blaterando qualcosa a proposito di una cimicia sporca, o una cosa del genere.
Abbasai la testa con affare sommesivo.
Quando finì di parlare, si ritirò, la faccia arrossata e arrabbiata.
Feci un inchino e me ne andai, senza chiedere il suo permesso, che nel 1789 era un grandissimo oltraggio al padrone.
Quella notte la passai sognando, dolci sogni che non facevo da quando lasciai la mia famiglia di contadini nella campagna.
Sogni di praterie, di boschi...di lui....
Da quel giorno in poi, niente fu come era prima. Interrompevo il mio lavoro, con le mani ancora nella vasca d'acqua tiepida, e con gli occhi fissi su un punto lontano,sognanti. Le mie compagne mi prendevano in giro.
Un giorno, mentre stavo strofinando una fastidiosa macchia di vino da un fazzoletto di seta, mi accorsi che aveva ricamato la iniziali 'F'.
Fernard! Questo era un fazzoletto del mio principe!
Mi guardai intorno. Notando che tutte le altre lavandaie stavano occupate con il loro lavoro, infilai il fazzoletto nella mia tasca. Di sicuro lui non l'avrebbe più trovato, e mi sarebbe venuto a chiamare per chiedermi se lo avessi visto. Un'altra occasine per vederlo!
E in effetti, il giorno dopo il vecchio mi chiamò e , seguta dagli sgurdi curiosi delle mie compagne, mi portò davanti alla stessa porta dell'altra volta.
Bussai, e la stessa voce mi accolse. Nonostante l'ho avessi già visto, non riuscii a trattenere il sospiro che mi sorgeva sulle labbra.
Più lo guardavo,più mi sembrava bello.
Questa volta riuscii a prestare attenzione a quello che stava dicendo:
'Allora, eccoci dinuovo insieme' disse, dopo che gli evevo fatto un inchino.
'Quindi, tu hai mai visto il mio fazzoletto di seta, quello con le mie iniziali? Sai, me lo aveva regalato la Baronessa Caroline...' disse, con tono da sfida.
Stavo per aprire la bocca per rispondere indignata da quello che aveva detto (specialmente sello sulla Baronessa), quando entrò un messagero, la faccia rossa dal panico.
'Sua maestà' un breve inchino 'i contadini sono in rivolta! La Bastiglia è caduta e ora si stanno avviando verso il palazzo!' e uscì, lasciando il salone in completo silenzio.
Si, era proprio così. I contadini erano arrivati dalle campagne, forconi in mano, contro l'aristocrazia. La Bastiglia, la fortezza, aveva ceduto. E ora stavano arrivando nel palazzo, a prendere...
In un lampo, capii cosa dovevo fare.
Presi la mano di Fernard, che con stuppore si guardava intorno, e lo trascinai lungo i corridoi. Zigzagavo tra la servitù che si stava unendo alla folla di rivoltatori.
Giungemmo finalmente alla fine della scalinata, che ci portava nel giardino.
Guardai il mio principe negli occhi.
'Ma tu chi sei? Cosa vuoi da me?'mi disse, ancora confuso.
'Sono...' finii la frase con le mie labbra che si avvicinavano. Non lo baciai subito, volevo aspettare una sua reazione. E infatti, lui azzerò la poca distanza tra noi, le sue labra rosee che toccavano le mie. Ci baciammo lentamente, entrambi godendoci il momento. Sentivo il calore del suo corpo contro il mio. Inizo' a baciarmi il collo, accarezzando le mie guance con le sue mani morbide. Volevo che quel momento durasse per sempre, volevo che rimanessimo sempre insieme.
Feci un passo indietro, interrompendo il bacio. Sentivo una vocina nel mio cervello che gridava in protesta, ma la ignorai, cercando di ritornare alla realta'.
Lui mi gardò con la faccia nuovamente confusa. Il vento di luglio li sompigliava i capelli, rendendolo ancora piu' irresitibile.
'Scappa!' dissi, la voce tremulante 'Vai via, lontano da qua!'
'No, non posso! Marie, io ti amo!' Il suo sguardo intenso e sincero mi fece sentire quasi in colpa.
Sentii le mie gambe farsi gelatina sotto di me. Aveva appena detto che mi ama! e mi accorsi, sapeva il mio nome! Ero sicura di non averglelo mai detto.
Ma lui doveva andarsene, doveva salvarsi.
'Anche io, ma devi andare! Vai in Inghilterra! Non importa dove vai, basta che scappi! Fallo per me' repplicai io supplicante.
Mi girai per andarmene, per fargli capire che doveva pure lui. Lo sentii girarsi e allontanarsi, ma io non andai ad unirmoi con i contadini, come dovevo fare se non volevo morire. Non presi torcia e forcone in mano per ribellarmi contro i miei padroni. Non riuscivo a spostarmi.
Finalmente capii quale era il mio futuro. Il mio posto non era con la rivoluzione.
'Fernard!!!' gridai con tutta la mia forza, sventalgliando il suo fazzoletto. Lo vidi girarsi.
'Aspettami!' corsi e corsi, con forza mai avute. Lui mi aspettava a braccia aperte, e io mi buttai sul suo petto, ispirando il suo odore che tanto amavo.
E così, mano nella mano, corremmo per i campi, scappando dai terrori della Rivoluzione, ma felici di stare insieme, trovando consolazione nella presenza l'uno dell'altro.
Ecco, l'ultima storia per il concorso di meggyf03
e
Grazie a voi per questa meravilgiosa opportunita'! :)
Whorabbit
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Anche io
RomanceUna storia d'amore svolta nella Rivoluzione francese... Copertina di: @Whorabbit Foto cielo: kkart (DeviantArt) Foto ragazza: iNeedChemicalX (DeviantArt)