Eravamo rinchiusi da quasi mezz'ora in una macchina troppo stretta per sei persone, nell'attesa che Aaron comprasse le sue sigarette, senza le quali non "avrebbe potuto superare la serata", così aveva detto. Ci aveva fatti sembrare una massa inutile di persone che lo circondavano, obbligandolo a respirare la stessa aria. Noi in effetti lo conoscevamo troppo bene per non pensare che fosse solo il lato meno gentile del suo carattere, che con il tempo e il tanto lavoro insieme a noi aveva imparato a smussare.Quando ci eravamo conosciuti, eravamo davvero tanti individui senza meta, dodicenni ancora troppo giovani per immaginarsi otto anni dopo ancora tutti assieme, o quasi. Effettivamente, avevamo resistito in pochi, tra generali alti e bassi. Non perché ci fossimo sempre circondati di persone sbagliate, anche se Delilah si ostinava a credere questo. Io ero piuttosto convinta, che le amicizie si definissero dal tempo e dal cambiamento ed era difficile mantenere gli stessi rapporti quando si cambia così tanto.
"Cazzone, ma ti muovi? Mi si sta addormentando il culo!" sbraitò Jared, sporgendosi verso il finestrino del guidatore, inveendo contro Aaron.
"Proprio tu ti lamenti? Ci hai visti qui dietro?" intervenne Delilah, muovendosi per l'ennesima volta sulle mie cosce. Si girò verso di me, mimando delle scuse, mentre io le sorridevo gentile mentre guardavo il mare di Cardiff. Non mi era mai sembrato bello come quella sera, mentre la Luna dominava il cielo privo di nubi e le onde si infrangevano lentamente sulla costa, leggermente accarezzate dalla luce. Non ci capitava spesso di muoverci verso Cardiff, nonostante distasse solo mezz'ora da Newport, forse perché Travis era convinto che non avesse senso muoversi verso una località di mare se Newport aveva già il suo fascino marittimo.
Effettivamente quella sera era stato Jared ad imporsi, ottenendo ovviamente subito l'appoggio di Rosie, che gli aveva sorriso sognante anche dopo il suo molto poco gentile appellativo rivolto ad Aaron.
"Sicura di non stare scomoda lì sotto, Ellie?" si sporse scherzoso Travis, mentre Delilah gli lanciava una delle sue peggiori occhiatacce.
"Tranquillo, sopravvivrò se Aaron la smette di prendere le buche!" mi lamentai con il conducente, che rise sotto i baffi e subito dopo spense la macchina, dopo aver parcheggiato.
Non appena scesi dalla macchina, sentì sulle gambe, già abbastanza provate dal viaggio in macchina non proprio comodo, il freddo proveniente dal mare, nonostante avessi i jeans e non la gonna come Rosie.
"Entriamo per favore, sento i denti di Rosie che sbattono fra di loro" intervenne Jared.
Il locale in cui eravamo andati era abbastanza famoso fra i giovani, anche se non ci eravamo mai stati e dall'esterno si presentava come il classico pub inglese, poco giovanile e molto storico, a giudicare dalla targa sopra l'entrata che indicava "1896".
Appena entrammo, ci avvolse un accogliente calore dovuto al numero esorbitante di gente presente dentro e al lavoro della cucina, tra i cui odori si percepiva forte quello di frittura.
"Jared, lo sai che per colpa tua tornerò a casa tutta puzzolente, sì?" dissi, mentre schiacciavo un occhiolino a Aaron, preparandomi alla reazione del ragazzo moro.
"Certo che rompi sul serio! Ma piantala e mangia un po' di queste meravigliose patatine unte e salatissime" rispose adocchiando un piatto di patatine in mano ad una cameriera, che era visibilmente provata dal pienone di quella sera.
*
Mezz'ora più tardi ci eravamo accomodati al nostro tavolo, liberandoci molto presto dei nostri cappotti invernali non adatti alle temperature sempre più elevate di quel posto. Ringraziai lo scollo generoso del mio maglioncino grigio, che permetteva di rinfrescarmi quel tanto che bastava per non morire asfissiata.
STAI LEGGENDO
CANTHARIDE- [H.S. AU]
Fanfiction"afrodiṡìaco" , agg. e s. m. [dal gr. ἀϕροδισιακός «sessuale», der. di ᾿Αϕροδίτη «Afrodite», la divinità greca dell'amore, corrispondente a Venere della mitologia romana] (pl. m. -ci). - Che eccita o aumenta il desiderio e il piacere sessuale. Ell...