<<Babbo, quando torni a casa? Lucrezia sta andando via.>> lo avviso attraverso il telefono. Non posso rimanere da sola in casa perché ho la febbre e sono costretta a rimanere stesa a letto fino a quando non starò meglio. Nonna non può venire perché è impegnata con la sua associazione e i miei zii sono entrambi in America. Mia madre –come spesso negli ultimi giorni- è fuori città e questa volta si è portata entrambi i miei fratelli. Ho come l'impressione che i suoi non siano solamente viaggi di lavoro, secondo me sotto c'è qualcos'altro. Il mio istinto –anche detto cellulare- mi dice che questa cosa si chiama 'amante'. Ma questo non è un mio problema.
<<Adesso vedo, altrimenti ti mando qualcuno.>>
Aspetto che questo 'qualcuno' arrivi, rimango seduta sul divano nonostante mio padre gli abbia lasciato le chiavi. Sembro una vecchia in questo momento, con due strati di coperte ed una persino in testa, la tazza di tè –ormai freddo- sul tavolino e tre telecomandi accanto a me. La TV è accesa, sto guardando 'Io che amo solo tè ed ormai conosco questo film a memoria, l'ho visto tante volte ma è sempre bello.
Sento le chiavi girare nella toppa della serratura, poco dopo questa si apre rivelando un paio di figure a me familiari. Sono Paulo e Paul che mi vengono incontro sorridenti.
<<Buonasera malaticcia. Ci manchi a Vinovo, non c'è nessuno che ci rompe tra un allenamento e l'altro.>> mi dice il francese, si siedono entrambi ai miei lati però io poggio la testa all'argentino. Lui sorride poi mi accarezza la guancia e mi lascia un bacio su di essa. <<Vado a prendere un bicchier d'acqua.>>
<<Allora –aspetta che Pogba esca dalla stanza e poi si rivolge a me- hai preso in considerazione la mia proposta?>>
<<Paulo, ho diciannove anni e mi stai facendo una proposta –se vogliamo far riferimento ad un film famoso- quella che mi stai facendo è una 'Proposta Indecente'. Che cosa ti devo dire?>> già sono malata ed ho mal di testa, se lui ci si mette a chiedermi queste cose io divento pazza proprio. <<E poi io non so neanche il perché di questa decisione. Io non lo so!>>
<<Forse è perché non parli sempre come fa Antonella, perché non sei logorroica, perché sei attiva da quel punto di vista e perché sperimenti cose nuove. Mi sono stancato di starci attento quando vado a letto. Non so se ti ho mai detto che ho paura di farle male quando la tocco.>> non mi sembrano buone ragioni per diventare sua 'scopamica'. E' una cosa brutta da dire, che mai mi sarei immaginata fosse riferita a me. Però, d'altronde, nessuno saprà di noi ed io non posso dirgli di no considerato che mi piace. E non poco.
<<Promettimi che nessuno lo verrà a sapere.>>
<<No, non lo saprà nessuno.>>
<<Char, aspetta! E' vero, sono venuti a casa e li ho fatti rimanere lì. Però giuro che non è successo niente di che. Si sono presentati senza preavviso.>> bugie ancora una volta.
<<Il problema è che io so come sono andate le cose, ma il testo del mondo no. Agli occhi di tutti sembro una scema che lascia il proprio fidanzato con la ex e non dice nulla!>> urlo nera di rabbia nei confronti di Dybala. Lui, difronte a me, tenta di calmarmi mettendomi a sedere sulle sue gambe ma io continuo a non voler sentir ragioni.
Nessuno può sapere quanto sono incazzata con lui in questo momento.
<<Perché? Perché non mi hai detto che erano con te quando ti ho chiamato? La sfuriata te l'avrei fatta ieri sera.>> mi tranquillizzo un po'. Il muso continuo a tenerglielo, non l'avrà vinta anche questa volta. Mi ha mentito, di nuovo. <<E' l'ultima volta che succede.>> dico con tono fermo mentre mi alzo dalle sue ginocchia, apro la portiera dell'auto e mi precipito fuori di li.
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Il più bel goal||Paulo Dybala
FanficCharlotte Agnelli ha vent'anni ed ha appena terminato gli studi superiori. Suo padre, Andrea Agnelli, nonché Presidente della Juventus F.C., decide di darle un ruolo nell'attività di famiglia. Nell'ultimo anno, però, Charlotte ha stretto un partico...