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DEREK

Durante la notte i pensieri mi annebbiavano la mente. Ero molto agitato per via della nuova scuola,L'indomani sarebbe stato il mio primo giorno nella nuova città.

Verso le cinque del mattino avevo capito che non sarei riuscito a prendere sonno l'ansia mi divorava, perciò, mi alzai,mi feci un caffè,una doccia e indossai una maglietta bianca a maniche corte con sopra una felpa di colore rosso e un paio di jeans.

Dopo qualche ora mia madre mi suonò con il clakson della sua punto bianca per farmi capire che dovevo sbrigarmi.

Intanto stavo dando l'ennesima pettinata ai capelli. Non sono mai stato un tipo ossessionato dal look però volevo fare bella figura, farmi degli amici e nella società odierna conta soprattutto quanto riesci ad apparire.

ci sono voluti circa venti minuti per arrivare, c'era un traffico tremendo,ma non avrebbe mai battuto quello di New York.

Arrivato a scuola salutai mia madre velocemente e dopo varcai la soglia della porta della scuola.

Il cortile era pieno di persone che mi squadravano dalla testa ai piedi.
Ero abituato a tutto ciò, perché sono sempre stato ''quello nuovo'', ma non capivo perché nonostante fosse la normalità per me sentivo la pressione molto più delle altre volte. I bisbiglii delle persone giungevano alle mie orecchie proprio come delle zanzare fastidiose, tanto da sentirmi uscire pazzo. Odiavo i pettegolezzi.

Dentro l'edificio il mio sguardo cadde subito su un ragazzo alto dai capelli biondi. Mi occorrevano informazioni e lui era il primo che mi era venuto davanti, forse anche l'unico che non era preso a fare pettegolezzi sul mio conto oppure a squadrarmi come se fossi un alieno. Mi avvicinai a lui respirando profondamente e poi chiesi:

-ciao scusa sono quello nuovo,credo che hai già sentito parlare di me. Non ho la minima idea di dove sia la segreteria e dovrei portare dei documenti per completare l'iscrizione ti dispiacerebbe indicarmi la direzione per favore?

-certo seguimi

Disse lui sfoggiando il suo sorriso migliore.
Sembrava simpatico.

Dopo aver salito almeno una quindicina di scale insieme e in totale silenzio arrivammo in segreteria.

Il ragazzo mi disse
-eccoci arrivati, basta bussare.
-grazie tante, io sono Derek
Mi presentai.
-e io sono Damon
-grazie ancora per il tuo prezioso aiuto
-figurati è stato un piacere. Ci si vede in giro
disse il ragazzo.

Che persona riservata.

Rivolsi un sorriso e poi entrai in segreteria, firmai i documenti e vidi che ero capitato nel quarto A.

Successivamente mi ritrovai nuovamente a vagare per la scuola senza sapere la direzione della mia destinazione.

Proprio li, davanti la porta di una classe,pronto ad entrarci c'era Damon.

Allora andai nuovamente da lui e dissi:

-Damon,scusa tanto se ti disturbo di nuovo, ma sei l'unico che conosco. Non trovo la mia classe il quarto A sapresti dirmi dove si trova?

Damon ridacchiando disse
-ci sei proprio davanti amico,siamo nella stessa classe.

Mi toccai la testa imbarazzato per la brutta figura,se solo avessi letto prima di farmi prendere dal panico mi sarei potuto evitare questa figuraccia.

Mi faceva piacere che quel ragazzo tranquillo fosse nella mia classe, mi piaceva molto e vorrei tanto diventare suo amico e questo facilita le cose.

I banchi erano quasi tutti occupati ne erano rimasti pochi liberi. Mi sedetti su un piccolo posto infondo alla classe,era vuoto ma aveva due sedie,quindi ho intuito che il mio compagno di banco doveva ancora arrivare.

Ancora una volta mi sentivo gli occhi puntati addosso senza che nessuno si presentasse. Che fatica essere ''quello nuovo''.

Per fortuna Dopo pochi minuti il professore arrivò. la classe si alzò in piedi e tutti dissero in coro:
-Buongiorno professore!

Il docente in tutta risposta disse:
-Buongiorno ragazzi,avete passato una bella estate?
Si guardò intorno e notò il mio arrivo e chiese

-Abbiamo un nuovo allievo, tu devi essere Derek vieni a presentarti.

Mi sentivo come immobilizzato dall'ansia e dalla paura di non piacere ai compagni, li vedevo tutti così già nei loro gruppi e poco aperti al dialogo.

Mi presi di coraggio, mi alzai dalla sedia e camminai verso la cattedra. Sembrava di andare al patibolo.

Con la folla di compagni che mi fissavano incuriositi,feci un respiro profondo e iniziai a parlare.

-Ciao a tutti sono Derek,sono nato il 10 Agosto,ho 17 anni e vengo da New York,vivo da sempre con mia madre che ha dovuto traslocare per motivi di lavoro per la quinta volta,spero di trovarmi bene e di fare conoscenza con tutti voi.

Dissi sorridendo all'intera classe.

Ogni qual volta mi presento evito sempre di parlare di mio padre.
È un tasto dolente che difficilmente tocco.
Non lo vedo da tanti anni e a malapena so il suo nome.

In un modo o nell'altro spero di aver fatto simpatia ai miei compagni.

Il professore mi ringraziò e mi mandò a sedere. Mentre andavo al posto vedevo Damon che con il dito mi faceva una mossa sconosciuta,ma capì subito che si trattava di un gesto di approvazione.

Erano le 9.30 e la giornata stava procedendo bene.

Il professore faceva una noiosissima lezione di storia e stava spiegando l'ordinamento politico Spartano,Che noia la storia e poi giá al primo giorno inizia a spiegare. Il mio compagno di banco non era ancora arrivato,sto iniziando a sospettare di essere solo ed ê una cosa orribile, di chi avrò l'appoggio quando mi annoierò?

All'improvviso dalla porta della classe entrò di soprassalto una ragazza dai lunghi capelli neri come l'ebano.

O mio Dio,era proprio lei,la strana ragazza dello skate,che coincidenza.

Il professore disse
-signorina,anche il primo giorno sei in ritardo!se continui così dovremmo bocciarti di nuovo la capisci la gravità della cosa?

La ragazza con aria arrogante e con grande impertinenza disse

-si calmi mi ero addormentata tutto quì!
-va a sederti
disse l' insegnante ormai rassegnato dal suo comportamento.
-non c'é posto
-si che c è,vicino al nuovo arrivato in fondo alla classe.

Lei si voltò per Guardare e i nostri occhi si incontrarono per la seconda volta, poi si sedette al banco assegnato sbuffando .

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