Mi metto seduta sul divano mente lui si accomoda al mio fianco.
Lo guardo senza dire niente, non parliamo ci guardiamo solo in attesa che uno dei due butti lamo e che l'altro lo prenda.
So che fa parte del patto e che devo, anzi, voglio essere sincera ma ho paura per le domande che mi farà. Non voglio che scavi troppo a fondo, non sono ancora pronta.-Sai di dovermi rispondere sinceramente alle mie domande vero ?-
Annuisco ma non parlo, cerco di fare dei respiri profondi per prendere tempo.
Siamo seduti l'una difornte l'altro. Aspetto che lui inzi il suo interrogatorio.- Mi parli un po di tuo padre?-
Tutto mi sarei aspettata, qualunque domanda, ma non questa.
-Non ho nulla da dirti-
Mi muovo aggitata sul divano.
-Non è vero hai molto da dirmi-
Lo guardo, lo vedo il suo desiderio di sapere, di conoscermi. Ma sono pronta a raccontargli la mia storia? Quella storia che solo pochissime persone conoscono.
Non riesco più a stare seduta, esattamente come la notte scorsa, mi alzo e mi guardo intorno. Qualunque cosa purché non siano i suoi occhi.- Era un bravissimo uomo, un pilota eccezionale, una persona che tutti rispettavano, un marito amorevole, e un padre che ogni bambina vorrebbe.-
Respiro allungo prima di continuare.
- Già da piccola mi portava alle sue corse, mi insegnava un po alla volta tutto quello che lui sapeva. È grazie a lui se oggi sono diventata quella che sono. Una pilota difficile da battere-
Sollevo lo sguardo solo quel poco che mi permette di notare un lieve sorriso sulle sue labbra. Chissà forse come me sta ripensando alla corsa di ieri.
- Ma si è ammalato di cancro. Avevo 14 anni.-
Percepisco la sua presenza alle mie spalle, percepisco le sue mani sui miei fianchi che mi spingono a stare in contatto con il suo petto.
- Non volevo perdere l'uomo più importante della mia vita. Ma la vita aveva deciso per me. Dalla sua morte tutto è degenerato.-
Una sola lacrima riga la mia guancia. Mi sono promessa di essere forte, ma ogni volta è la stessa storia.- Dopo che mio padre è morto, tutto ha iniziato a degenerare. Il suo migliore amico Gregor ci ha provato con mia madre. Lei era molto debole, non capiva in fondo quello che faceva, per questo quando Gregor ci ha provato lei non lo ha respinto. Si sentiva troppo sola , addolorata per la perdita dell'uomo amato. Ma l'intento di Gregor non era quello di dargli sostegno, di consolarla e amarla . Lui voleva me. Non ha mai perso nessuna possibilità per dimostrare il suo interesse nei miei confronti.-
Mi volto verso di lui, con le lacrime agli occhi, ancora stretta nel suo abbraccio di ferro.
-Mi baciava quando mamma non c'era, mi toccava quando mia madre si trovava nella stanza accanto. E poi...-
Mi guarda in un modo come se volesse sapere e allo stesso tempo non sapere. Perché può benissimo immaginare da solo cos'altro può avermi fatto.- Prima di perdere il lavoro mia madre fu costretta a partine per tre giorni a Roma, per un convegno. Mi fece restare con Gregor, fu la fine. Già dalla prima sera si diede da fare, mi violento in camera dei miei genitori, come per fargli un torto. Era inutile pregarlo di smettere, mi picchiava. È arrivato a rompermi una costola.-
Ho smesso di farmi rigare il volto dalle lacrime, sono stanca di essere continuamente debbole. Il passato dovrebbe fortificarci, ma questo passato può solo distruggermi pezzo dopo pezzo.
Lo vedo dai suoi splendidi occhi, vuole parlare dirmi qualcosa. Ma non gli permetto di aprire bocca.
- Mia madre ancora oggi non sa nulla. Ma Gregor e finito comunque in galera per spaccio.-Dall'espressione del suo viso capisco che è sollevato ma al contempo rammaricato. Lo avrebbe sicuramente voluto morto. Sono ancora tra le sue braccia, è in questo momento non vorrei stare da nessun'altra parte, solo qui con lui. Anche se significa metterlo al corrente di una parte del mio passato.
- Leggo il tuo sguardo e la domanda che mi vuoi fare.-
Più tempo passo con lui più facile diventa capirlo.- Ti chiedi perché Gregor mi abbia fatto del male. Semplice. Era invidioso di mio padre, lui non aveva una famiglia una figlia una moglie non era considerato il migliore. Alla morte di mio padre ha pensato di poter ottenere tutto quello che ha sempre desiderato. E tra quelle cose desiderava anche il mio corpo.-
In realtà in questo momento vorrei piangere ma non posso anzi non voglio, devo essere forte.
Mi abbraccia mi stringe forte a se come se avessi intenzione di scappare, ma non voglio andare da nessuna parte voglio restare solo qui con lui.
Solo io e lui.
-È per questo che non parlo di mio padre perché è conseguenza mi viene alla mente tutta questa brutta storia.-Sono stretta ancora tra le sue forti braccia mentre lo sento parlare.
- Che ne dici di farmi tu una domanda a me? Così ti rilasso un po?-
Non me lo faccio ripetere due volte qualunque cosa pur di placare un po questa tortura.
- Come hai conosciuto Joe-
Non vedo il suo volto perché ho la testa ancora appoggiata sul suo patto ma ho la sensazione che stia sorridendo.- Ero finito in un brutto giro di droga con Jack. Ad una corsa stava anche per uccidermi perché volevo uscire fuori dal suo giro. Joe mi ha salvato, mi ha preso sotto la sua ala protettiva. Mi ha aiutato con tutta la rabbia che covavo dentro di me per colpa della mia famiglia, mi ha reso importante e dato la possibilità di creare una mia cerchia di amici, in fine quando ha pensato che fossi abbastanza maturo mi ha dato la possibilità di occuparmi dei suoi affari nel paese. E così che ho avuto il potere.-
Mi allontano lo stretto necessario per guardarlo, a quanto pare non sono lui a che Joe ha salvato.
- Te la sento di ricominciare?-
So a cosa si riferisce, alle domande che mi vuole porre. Annuisco prima iniziamo prima finiamo questa tortura.Angolo autrice
Scusate gli errori.
Come potete notare il capito e più lungo. E non solo abbiamo ottenuto tante belle risposte.
Chi è Luca?
Nick come ha conosciuto Joe?
Come ha avuto tanto potere sul paese?
Perché Azzurra non vuole parlare del padre?
Commentate e ditemi cosa ne pensate.
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Ricomincio da Qui. || Completa|| CARTACEO
RomanceAzzurra è una ragazza come le altre. Tranquilla, serena, non ha mai dato problemi. Ma ormai la sua vita piatta gli va stretta. E' stanca di passare le sue giornate nelle quattro mura di casa sua. Azzurra vuole vivere. Vivere davvero. Nonostante il...