14.03.2017
Mario pochi minuti prima aveva acceso la radio quasi meccanicamente, pensando di poter allontanare in quel modo tutte le verità che lo avevano schiacciato fino a quel momento, ed invece eccole lì tutte davanti a lui, a ricordargli quanto può sentirsi fragile.
La radio non è stata una buona idea pensa.Nulla sembra essere una buona idea ultimamente.
La lontananza, le serate, i social, le registrazioni sembra tutto un limbo, tutto una situazione che lo porta a non vedere neanche una piccola via d'uscita.
L'ennesimo semaforo rosso lo riporta sulla terra, o meglio, torna sulla terra quando sente imprecare il pedone che sta rischiando di mettere sotto, inchioda e la smart si ferma di colpo, il signore scuro in volto, lo ringrazia con un gestaccio ma la sua mente è così altrove che neanche gli interessa.
Piccole cose continua a risuonare all'interno dell'abitacolo e lui non riesce neanche a cambiare stazione, si ferma così ad ascoltare Fedez che snocciola parole ad una velocità impressionante, quando i clacson delle macchine dietro, gli ricordano che i semafori a volte cambiano colore, riparte così ad una velocità forse troppo esagerata per le strade sconnesse di Roma e si ricorda che forse Lui non aveva tutti i torni a definirlo un pericolo ambulante.
"Quanti anni ci vogliono per raggiungere l'euforia per le piccole cose che non hai ancora."
Mario pensava davvero di essere stato fortunato, di aver raggiunto l'euforia grazie a tutti i piccoli traguardi superati negli ultimi mesi, il primo amore, una semi convivenza, il natale ed il capodanno insieme, pensava di aver ritrovato in quel sorriso che lo ha stregato per mesi tutte le piccole cose delle quali aveva bisogno ed invece adesso si ritrova così. Solo.
L'ennesima lacrima si forma all'angolo del suo occhio, l'asciuga con il palmo delle mani, vergognandosi e provando a nascondere anche a se stesso tutto il dolore che porta dentro e che ogni tanto si ripresenta assillante e opprimente.Sospira ancora una volta cercando di scacciare ogni singolo pensiero.
Imbocca la Tiburtina e per la manovra che fa dovrebbe rischiare l'arresto ma poco importa, ormai nulla è più importante, la radio continua a suonare per lo più canzoni che non ha mai sentito e così si convince a non cambiare stazione, perché adesso cambiarla è troppo rischioso, tutte le canzoni degli ultimi mesi sono lì, nascoste all'interno del cuore e solitamente quando meno se l'aspetta, colpiscono duro come un pugno nello stomaco, lasciandolo con il respiro corto e l'anima a pezzi.
Gli studi sono sempre più vicini, entrare lì dentro è qualcosa di piacevole e straziante, è sempre stato così ma nelle ultime settimane, tutto sembra si sia amplificato, risale a galla ogni emozioni, ogni corsa, ogni lite, ogni respiro dell'anima che si è consumato tra quelle stanze e quei corridoi.
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"Se mai dovessero smontare lo studio di Uomini e donne dovremmo chiedere di portarci a casa almeno una sedia."
"Cosa?" Claudio aveva l'abitudine di parlare talmente tanto e velocemente che ogni tanto Mario perdeva il filo del discorso, doveva così chiedergli di ripetere il concetto appena espresso.
"Ho detto che se mai dovessero chiudere uomini e donne, anche se la cosa mi sembra impossibile, dovremmo chiedergli un pezzo dell'arredamento!"
Un Mario sorridente in quel momento, aveva pensato come solo il suo fidanzato potesse farsi un viaggio del genere, guardando l'ennesima noiosissima punta del trono che li aveva sostituiti."Sona non ti basta il nostro divano?" Aveva risposto Mario sussultando lui stesso alle sue parole, aveva appena detto nostro? Veramente dopo due soli mesi in quella casa poteva definire quello il suo divano, il loro divano?
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Mai e per sempre // Clario
FanficDue persone. Due uomini all'apparenza diversi . Un amore finito che cerca il tempo per ricominciare. Un sorriso amaro ed uno sguardo che si spinge oltre. A luci spente forse è successo semplicemente questo...