Amami

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Ho appena finito di lavorare, ho dovuto vedere un po' di cose per i miei concerti imminenti. Pensavo di metterci meno tempo invece sono stato fuori tutta la mattina e gran parte del pomeriggio. Toccava a me badare a Samuel questo pomeriggio e invece tra una cosa ed un'altra, Emma l'ha dovuto portare con sé in sala registrazione dove sta apportando le ultime modifiche prima che esca il suo nuovo album. Contiene canzoni nuove che parlano di noi, che ho ascoltato quasi sempre nel cuore della notte, che mi ha sussurrato prima di addormentarci. Ma ci sono anche canzoni vecchie rivisitate, quelle che non abbandonerà mai. Quelle che rappresentano a pieno la Emma che è stata e grazie alla quale è la Emma di adesso, dolce, pazza, a volte isterica, la donna che ho sempre voluto per me, la mamma che ho sempre desiderato per i miei figli.

"Teso, non faccio in tempo a tornare a casa prima delle 16" le ho detto al telefono stamattina quando mi sono reso conto che avevo davvero tante, troppe cose da organizzare.

"va bene non fa niente"

Per lei va sempre bene tutto, si accolla tutti i miei impegni, tutte le mie debolezze, tutte le insicurezze che continuo ad avere anche dopo anni. È il mio regalo dal cielo. Regalo di cosa, non so, perché di certo non me la merito una così, una che ho lasciato lottasse da sola per noi per un bel po' di tempo mentre io me ne stavo lì a guardarla senza fare niente. E per fortuna ha vinto lei, come sempre. Si è accollata tutto il suo dolore e pure il mio, si è caricata sulle spalle tutte le mie paure, le mie ripicche, i miei giochetti stupidi, li ha nascosti tra le pieghe del suo cuore e le ha fatte sparire. Non chiedetemi come, l'ha fatto e basta.

Mi piace pensare che ha ottenuto ciò che voleva: me, non arrendendosi mai. Semplicemente, non ci credevo abbastanza tanto era surreale che una come lei amasse uno come me. Si è accollata anche questo.

"porto Samuel con me in studio sperando mi faccia concludere qualcosa"

E poi è arrivato lui, il mio piccolo uragano. Si perché Emma si accolla anche quella peste di nostro figlio. È un bimbo buono, solo un po' vivace, di certo non ci fa annoiare mai. Samuel è ciò che più si avvicina al senso della vita, è la vita stessa. Gli piacciono le macchinine telecomandate e guardare i cartoni animati dopo cena. Spesso crolla in braccio a me sul divano mentre Emma è occupata a mettere in ordine la cucina, poi, una volta finito, ci raggiunge e mentre io cingo con una mano la schiena di Samuel, con l'altro braccio avvicino Emma a noi che si accoccola tra il mio collo e il mio petto a poca distanza dal visino del mio bimbo. Rimaniamo così per un po', a volte in silenzio, a volte sussurrando qualcosa mentre in tv danno ancora il cartone preferito di nostro figlio.


Ho appena parcheggiato la mia macchina sotto lo studio di registrazione di Emma. Già mi immagino Samuel che corre da una parte all'altra dello studio con la sua macchinina tra le mani. Qualcuno dietro di lui che lo insegue sperando non metta un piedino male e cada a terra. Già lo so che Emma non riuscirà a concentrarsi per niente tanto è apprensiva.

Appena entro, invece, noto che c'è una strana calma, nell'aria solo le note di una canzone a me conosciuta. In ginocchio su una sedia accanto ad un tecnico del suono, c'è mio figlio, estremamente calmo, con in mano la sua macchinina verde e gialla a cui non sta prestando particolare attenzione, non tanto quanto ne presta a guardare sua madre che canta dall'altra parte del vetro. È talmente imbambolato che non si accorge del mio arrivo.

Appena Emma smette di cantare, l'ultima nota si sparge nell'aria, il tecnico le sorride con il pollice della mano alzato in segno di approvazione, Samuel sbatte forte una manina contro l'altra. "Blava mamma!" esclama con entusiasmo applaudendo. Ridiamo tutti intenerendoci. Anche lei. La sua risata risuona dal microfono ancora accesso. Inspiro quel suono di cui non potrei farne a meno. La sua chioma bionda al di là di un vetro, mi sembra così lontana, non vedo l'ora di inspirarne il suo odore, mi sorride guardandomi.

Anche il mio piccolo si accorge della mia presenza: "papiiii" dice girandosi e allargando le braccia, segno che vuole essere salutato come si deve.

"ciao amore di papà" lo prendo in braccio e lo stringo a me. "come stai amore? Mi sei mancato tanto" dico schioccandogli un forte bacio sulla guancetta morbida e liscia. Lui ride e si accoccola con la testa sulla mia spalla. "hai fatto il bravo con mamma?" gli chiedo mentre il tecnico che ha lavorato con Emma questo pomeriggio mi si avvicina dandomi una pacca sulla spalla in segno di saluto e lasciando la stanza.

"shi" mi dice il mio piccolo mettendo una manina sulla mia guancia

"si? Bravo tesoro"

Sposto lo sguardo dagli occhi di mio figlio agli occhi della mia donna. Sono gli stessi.

Emma ci ha raggiunto e mi saluta con un bacio a stampo passando una mano tra i capelli di Samuel per carezzargli la fronte. Lo poggio in terra perché voglio salutarla meglio. Mi si butta tra le braccia, è un po' stanca ma felice, sicuramente le prove sono andate bene. Mi stringe i fianchi abbracciandomi, faccio lo stesso con lei eliminando ogni possibile distanza tra noi e le lascio un lieve bacio sulla fronte. Poi mi guarda: "sei bellissima" le dico.

E mentre sorride un po' imbarazzata, una vocina in lontananza richiama la nostra attenzione.

"mammaaa!" è Samuel che ha raggiunto la precedente postazione di Emma. Ci giriamo all'unisono e lo vediamo al di là del vetro.

"che fai lì Samu?" gli dico sorridendo

"io come mamma, io come mamma" dice allungandosi quanto più può cercando di raggiungere il microfono troppo alto per un nanetto come lui.

"vuoi cantare come mamma?" le chiede Emma

"shi, come mamma" dice tutto sorridente. E sorrido anche io.

"va bene, però devi metterti le cuffie prima" dice Emma prendendone un paio da un mobile vicino. Mentre raggiunge Samuel con in mano i due apparecchi, mi guarda e mi sorride. Di colpo si illumina tutta la stanza. I suoi occhi ridenti e felici mi lasciano senza fiato e al tempo stesso mi danno la vita.

Mi siedo sulla poltrona dove era prima seduto il tecnico del suono. Davanti a me milioni di tasti, quelli che per la prima volta mi mostrò lei stessa tanto tempo fa. Fisso Emma e Samuel oltre il vetro: lei gli sta mettendo le cuffie che sono più grandi di lui. Posiziona sulle sue orecchie l'altro paio e prende in braccio Samuel avvicinandosi al microfono.

Non so perché ma prima di tornare a fissarli, mi viene istintivo schiacciare REC, il tasto rosso proprio davanti a me.

"allora amore, cosa vuoi cantare?" dice Emma tenendo in braccio Samuel che con le manine sorregge le grandi cuffie per coprire quanto più può le sue orecchie. Alla domanda di Emma, Samuel la guarda e con un ridolino dice:

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 14, 2017 ⏰

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