Matter of different points of view

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Dicono che, per quanto si possa amare una persona, alla fine un viso che non si vede mai si finisce per dimenticarlo (pseudo citazione di Orhan Pamuk), e così credeva Remus. Era convinto che il suo sentimento per il moro stesse lentamente sbiadendo, eppure quando se lo ritrovava davanti, per quanto cercasse di non dar peso alle sue emozioni, il suo corpo e la sua mente gli gridavano che avevano bisogno dell'altro.
Il licantropo ignorò le silenziose richieste di Sirius per un mese; James, Peter e Lily, che si trovavano divisi in due poli totalmente opposti, si erano ormai dati per vinti, ed era sopraggiunta la convinzione che nulla sarebbe riuscita a persuadere il castano.
Era una tiepida giornata di inizio Marzo; gli studenti di quinto anno erano stati autorizzati per una gita ad Hogsmeade, in occasione della prima bella giornata che si vedeva da mesi.
Come ormai accadeva da Gennaio, i malandrini non sarebbero andati insieme: quella mattina Sirius, James e Lily avevano lasciato presto il dormitorio, mentre Remus e Peter si erano concessi la possibilità di dormire un po' più a lungo del solito.
Erano circa le dieci e mezza quando i due arrivarono ad Hogsmeade; la giornata era particolarmente soleggiata e molti ragazzi passeggiavano per le vie del villaggio, respirando l'aria della primavera ormai alle porte. I due chiacchieravano così animatamente tra di loro che non si resero nemmeno conto di andare a sbattere contro un gruppo di ragazzi.
"Dannazione, guardate dove camminate la prossima volta!" –esclamò una voce particolarmente scocciata.
"James, sei sempre il solito!" –borbottò Peter mentre si metteva in piedi a fatica.
Quando il gruppetto si fu ricomposto, James e Lily si guardarono con complicità.
"Oh ma guarda, Wormtail! Stavamo parlando proprio di te! In effetti ci chiedevamo se ti andasse di fare un salto da Mielandia, sai sono arrivate le nuove Gelatine Tuttigusti+1" –disse la rossa, mentre un sorriso le si faceva largo sul viso. Prese l'amico per un braccio, trascinandolo con sé; Peter tentò di controbattere, ma fu zittito da un'occhiata particolarmente loquace di James, che si era unito ai due amici e si affrettava a raggiungerli.
"Ci vediamo dopo ragazzi!" –esclamò prima di perdersi in mezzo alla folla di studenti che ormai popolavano le strade; sarebbe stato impossibile e del tutto inutile tentare di raggiungerli, ma Remus avrebbe potuto giurare di aver visto una scintilla negli occhi della rossa prima che scappasse via con l'ignaro Peter.
"Ciao Remus." –disse pacatamente Sirius, sollevando lo sguardo che fino a quel momento aveva tenuto fisso sulle proprie scarpe; la voce era stanca e piatta, e sotto gli occhi spiccavano un paio di occhiaie violacee che il licantropo non vedeva dalle vacanze di Natale.
"Ciao Sirius. Tutto bene?" –domandò cordialmente il castano, ma la mascella gli si contrasse in un gesto quasi involontario.
"Oh, certamente. –sul viso del moro comparve un sorriso talmente malinconico che per un momento l'indifferenza di Remus sembrò cedere.– Sai, ti stavo proprio pensando. Mentre passeggiavo accanto il sentiero che porta alla Stramberga Strillante ho notato qualcosa di insolito e mi chiedevo se potessi essere stato tu a fare qualcosa del genere, magari durante l'ultima notte di luna piena."- domandò il moro, mentre per un instante un lieve scintillio compariva nei suoi occhi.
Sinceramente curioso e lievemente spaventato, il licantropo dimenticò per un istante ciò che era accaduto nell'ultimo mese e si precipitò di corsa a vedere di che cosa stesse parlando l'amico; quando arrivò nel punto che gli era stato indicato, tuttavia, non vide nulla di strano.
Si voltò corrucciato verso Sirius, e in un istante gli fu tutto più chiaro; il moro fu tuttavia più rapido, e con un fluido movimento della bacchetta disarmò il compagno e lo legò con una serie di corde e funi comparse dal nulla.
"Dannazione Sirius, che cosa ti salta per la testa? Slegami subito, altrimenti mi metto ad urlare!" –lo minacciò Remus, mentre si divincolava tentando di allentare la presa, ma con scarsi risultati.
"Urla pure Lupin, fai quello che meglio credi, ma nessuno correrà in tuo aiuto, non ti sentirebbero." –rispose semplicemente l'altro, mentre si accomodava sopra una roccia piuttosto grande, esattamente difronte l'amico. Nei suoi occhi comparve quella determinazione e quella sfrontatezza che nessuno, nemmeno James o Peter, erano riusciti a scorgere nell'ultimo mese, ma preso com'era nel cercare una via di fuga, Remus non se ne rese nemmeno conto.
"Adesso, mio caro Moony, –nel sentire quel nome, il cuore del licantropo perse un battito- ti costringerò ad ascoltare tutto quello che ho da dirti. Dopo di ciò, potrai decidere se continuare ad ignorarmi o affatturarti da solo, non ti impedirò nulla in entrambi i casi." –disse semplicemente Sirius, sorridendo sornione mentre si torturava le mani al di sotto del mantello per l'ansia.
"Sentiamo, che cos'hai da dirmi di così tanto importante che comporta il mio essere legato e totalmente inerme in mezzo la nulla?" –sbottò Remus, alzando gli occhi al cielo.
"Non capisco proprio che cosa ti prenda. Dopo il bacio di circa un mese fa hai cominciato ad ignorarmi palesemente, e giuro sulla mia collezione di giornalini con le ragazze babbane in bikini che all'inizio non sono riuscito a trovare una motivazione valida per tutto ciò. Ma è bastato un semplice sguardo quando eravamo al parco, forse l'unico che ci siamo scambiati in quest'arco di tempo, per rendere le cose estremamente chiare. L'ho sempre detto che sei un libro aperto per me, Moony, e sai che non mi smentisco mai. Ho visto l'odio e il disprezzo che mi hai riservato, li ho visti prendere forma ed inseguirmi ogni giorno da quando mettevo piede fuori dal letto fino alla sera quando tentavo invano di prendere sonno." –disse tutto d'un fiato il moro, senza tuttavia staccare i suoi occhi da quelli ambrati del ragazzo che adesso pendeva dalle sue labbra.
"Non ti ho usato, Remus. Non sei mai stato il mio giocattolo, nemmeno quando ti prendevo per mano nei corridoi o quando ti stringevo tra le mie braccia. E no, non ti ho usato nemmeno quando decisi che era giunto il momento di abbassare le difese e lasciare che il vero Sirius Black avesse la meglio; e a quel punto ti ho baciato, ma tu, testardo come sei, non hai pensato nemmeno per un'istante che potesse esserci qualcos'altro. –il licantropo arrossì violentemente, abbassando lo sguardo; le parole del moro lo avevano colpito come una secchiata di acqua gelida.- E ho aspettato. Ho aspettato per ben 45 giorni che tu notassi l'evidenza, ma che sciocco sono stato solo a pensarci per un momento! Sei così ostinato nelle tue convinzioni e nella tua continua autocommiserazione che non consideri nemmeno l'opportunità che tu possa realmente piacere a qualcuno; e si Remus, tu mi piaci. Mi piacevi già al secondo anno, quando scoppiasti in lacrime davanti a me, James e Peter, credendo che dopo aver scoperto il tuo piccolo problema peloso ti avremo abbandonati; o al terzo anno, quando per la prima volta ti addormentasti durante una lezione di Storia della Magia perché la notte prima eri rimasto sveglio a rassicurarmi durante un momento di debolezza. Mi piacevi al quarto anno, quando venisti alla mia prima partita di Quidditch come Cacciatore nonostante questo sport ti faccia tutt'ora schifo; e mi piaci ancora adesso, nonostante tu mi abbia spezzato il cuore, perché so che mi basterebbe vederti anche solo per un momento per raccogliere tutti i cocci e rimetterli insieme." –concluse Sirius. A quel punto si mise in piedi e si avvicinò al licantropo; lo sciolse dalle corde che fino ad un momento prima lo avevano legato e le fece scomparire con un rapido gesto della bacchetta. Rimase un istante a contemplare l'espressione sconvolta comparsa sul viso dell'amico, poi gli voltò le spalle.
"Adesso, se vorrai, potrai riprendere a far finta che io non esista. Ma almeno so che hai potuto ascoltare, anche se sotto costrizione, la mia versione dei fatti." –disse il moro con un sorriso triste sulle labbra, e fece per allontanarsi, quando un paio di braccia lo afferrarono per le spalle e lo costrinsero a voltarsi.
Sirius si ritrovò davanti il viso leggermente arrossato del licantropo, ma non ebbe molto tempo a disposizione per contemplarlo. In un attimo le labbra del castano furono sulle sue, in un bacio ben diverso da quello che si erano dati nella Sala Comune; questa volta le labbra si cercavano disperatamente, le mani di Sirius correvano frenetiche lungo la schiena dell'altro per stringerlo a sé, come se avesse bisogno di constatare che tutto quello stesse realmente accadendo.
Fu un bacio fatto di lacrime amare, sorrisi a fior di labbra e occhi socchiusi.
Quando i due si staccarono per riprendere fiato, la risposta di Remus non tardò ad arrivare.
"Sirius Black, sei un completo idiota."

Cara Walburga Black, ti invio questo gufo per aggiornarti sulle ultime novità.
Ricordi quella volta in cui mi presentai a casa con Remus Lupin affermando che fosse il mio fidanzato? Bene, era tutto un banale scherzo ben architettato per suscitare la tua rabbia e la tua collera.
Sono certamente convinto che adesso il sollievo e la consapevolezza di avere un figlio "sano" ti abbiano spinto a portarti una mano al petto; sappi che non dureranno a lungo.
Io e Remus adesso stiamo ufficialmente insieme da ben 3 mesi, e ci amiamo tanto quanto basta per farci capire che tutto quello che è successo, di scherzo aveva ben poco.
Sono certo che capirai la mia decisione, per questo ho deciso di non tornare più a vivere con voi; tutte le mie cose, i miei abiti e il mio materiale scolastico sono state trasferite a casa di James, non dovrai preoccuparti di dargli fuoco.
Ps. Non tentare nuovamente di staccare gli stendardi di Grifondoro dalle pareti della mia stanza, sprecheresti solamente energia che potrebbe tornarti utile per dar fuoco alla mia immagine nell'albero genealogico della famiglia Black.

Sirius Orion Black.

Matters of different point of viewWhere stories live. Discover now