CAPITOLO 4

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MERCOLEDI' 11 SETTEMBRE

"Ed eccomi ancora che camminavi su quella ferrovia. Tutto armonioso e felice. Quel tramonto sembrava dare l'ultimo calore alla giornata. Quel calore che sembrava poterti aiutare a superare la gelida notte. Chiusi gli occhi per un secondo, per assaporare ogni attimo di quel momento. Appena aprii gli occhi il sole davanti a me che c'era poco prima, era sparito. Impossibile. In pochi secondi non poteva andarsene così velocemente. Iniziai a sentire mal di testa. Forse causato dalla musica che avevo negli auricolari. Una musica intensa, forte, rumorosa. Tolsi le cuffiette, ma la musica proveniva da fuori. Era come se fosse il sole, che si trovava dietro a quelle nubi oscure, stesse gridando di aiutarlo. Come se la notte lo avesse risucchiato.

Ad ogni secondo che passava il rumore aumentava sempre di più. Così forte che neanche se mi tappavo le orecchie riuscivo ad alleviarlo. "

Mi svegliai di soprassalto. Ero stufa di sentire quelle emozioni. Quella musica frastornante. Ogni notte non sentivo altro.

La sveglia segnava le 5. Mi vestii velocemente con I vestiti che avevo lasciato fuori dalla valigia il giorno precedente.

Jeans neri, maglioncino corto bordeux. Legai I capelli in una treccia a lato. Un po' di mascara, eyliner. Misi un rossetto rosa pallido e un po' di cipria. Come scarpe scelsi gli anfibi. Non avevo voglia di fare colazione, nemmeno il tempo. Scesi con la valigia e lo zaino.

Io <Ciao mamma.> dissi abbracciandola.

Elisa <Ari! Promettimi che verrai a trovarci!> ecco la mia sorellina che mi corse contro per abbracciarmi.

Lei <Tesoro, Arianna deve studiare anche, non potrà venire ogni fine settimana.>

Io <Ti prometto che verrò a trovarti il più presto possibile.> dissi dando un bacio sulla fronte ad Elisa.

Lei <Ora vai, altrimenti perderai il Bus.>

Io <Ciao!> dissi per poi uscire di casa.

Arrivai in poco tempo alla fermata. L'autobus arrivò dopo poco tempo e salii. Mi sedetti in fondo.

Poco dopo vidi Aurora salire. Mi guardò. Non mi salutò nemmeno. Andò a sedersi da un'altra parte. Non ci eravamo più parlate. Misi le cuffie e mi immersi nel mio mondo con "All We Know" dei Chainsmokers.

Dopo tempo, che per me sembrava infinito, arrivammo. Fui l'ultima ad uscire, a causa della valigia che si era incastrata nel sedile. Dovevo andare dalla preside per farmi dare le chiavi della camera.

Bussai alla porta.

Lei <Avanti.> entrai, e vidi Aurora in piedi.

Io <Buongiorno.>

Lei <La tua amica era venuta per prendere le chiavi. Come ho detto a lei la camera è la 107. Piano 2. Potete sistemare le cose nel pomeriggio. Ora potete andare.>

Uscimmo insieme e ci dirigemmo nei dormitori.

Dopo il lungo corridoio c'era una porta. Dopo mille scale un'altra porta e infine arrivammo nei dormitori.

C'era un lungo corridoio pieno di camere.

104, 105, 106... 107! Trovata finalmente. Aprimmo la porta.

Un salotto abbastanza grande con un divano color caffè al centro e una televisione grande nella media al centro su un tavolino di vetro. le pareti erano bianche ed illuminavano la stanza. La cucina spaziosa e ben arredata, un bagno in piastrelle azzurrine e blu e poi le due camere. Entrai nella mia. ne troppo piccola ne troppo grande. aveva un letto ad una piazza e mezza al centro e un comodino a fianco, invece sulla parete sinistra aveva un armadio in legno chiaro e sulla destra una scrivania. Dopo aver lasciato le valigie lì uscimmo. Per tutto il tempo non avevamo detto una sola parola. E la situazione stava diventando stressante.

~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora