Capitolo 2

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Tornai a casa distrutta dalle critiche degli altri e dalle prese in giro. Ero stanca e dovevo andare a tennis contro voglia. Appena arrivata a casa lo raccontai ai miei ma molto meno doloroso di come era stato veramente. A tennis ero molto giù e il maestro mi ha presa da parte e mi ha permesso di sfogarmi. L'ho fatto e ha detto che sono dei coglioni e che la persona che si era fidanzata con me è pure stronza. E devo dire che per me aveva pure ragione. Mi ha detto di ignorare ma dirlo e più facile di farlo. Tornata da tennis sono andata da una mia amica ad annoiarmi. Ritornata finalmente a casa mi sono stesa a letto e ho fatto passare davanti a me tutti i miei pensieri uno dopo l'altro come un film e ne vedevo un frammento di ognuno, era bellissimo. Poi li ho osservati uno a uno ed é stato deprimente: dicevano tutti le stesse cose rappresentate in modo diverso. Appena andata a letto ho pianto come tutte le sere senza interruzione, un pianto disperato ma silenzioso. Un qualcosa di splendido ma terrificante. Mi sono addormentata e oggi mi sono ritrovata nello stesso giorno, nello stesso giro di parole sempre uguali, nei soliti insulti e nelle solite critiche e prese in giro. Sono stanca di stare sempre sola e di non essere accettata per quello che sono perché alla fine é solo questo il problema, non essere accettati. La mia paura mi spinge nel tunnel delle bugie e del fingere di essere dark o quello che sto santo Dio vuole. Non ci riesco é più forte di me questo terrore che ritorna ogni giorno e ogni giorno il rimorso delle giornate perse a fingere e a cercare di piacere semplicemente alle persone superiori.

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