6. Buongiorno anche a lei!

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Dopo pochi minuti scendo anche io facendomi spazio tra la gente intenta a salire. La mattina prendere l'autobus è un delirio.

Il palazzo di mio zio si erge imponente davanti a me. La fermata è proprio davanti alla porta principale, devo solo attraversare la strada. Ovviamente il semaforo è rosso...ovviamente!
Aspetto che l'omino luminoso si colori di verde mentre l'unica vista che mi si presenta davanti è l'edificio a vetri che riporta la scritta

JUSTICE AND HONESTY

Mio zio non è mai stato creativo...
Finalmente le macchine si fermano ed io posso oltrepassare le strisce.
Entro nell'atrio e saluto Bob il guardiano.
Ora che ci penso...Bob è proprio un nome da guardiano, mi chiedo se non l'abbia fatto apposta...a parte i miei problemi mentali...Bob Seeder, guardiano da 31 anni, persona deliziosa, simpatico ed altruista. Se mi serve una mano lui è sempre in prima fila. Quella volta che mi ero sentita male è stato lui ad accompagnarmi a casa perdendo la pausa caffè.
La pausa caffè è vitale, è quella cosa che ti salva quando senti che stai per svenire per il quantitativo di lavoro che la segretaria del tuo piano (non Anna...lei credo di non averla mai vista in piedi...) ti piazza ogni mattina sulla tua scrivania.

Persa nei miei pensieri sono arrivata nel mio ufficio dopo aver salutato Anna, che, come dicevo, era già seduta alla sua postazione di controllo.
Spingo la porta dell'ufficio con un po' di fatica, dovrebbero metterla a posto, ma non ci penso neanche di parlare con mio zio.
Puntuale come sempre alle otto e trenta in punto Robert sbuca dalla porta, senza bussare, ovvio.
Bussa solo quando deve chiedermi qualcosa...tipo le ferie...

"Buongiorno!" Mi saluta lui un po' troppo felice

"Che ti hanno fatto?" Chiedo chinando un po' la testa.

"Nulla! Perché?"

"Non so...sei felice, tu Robert Grey sei felice di essere alle otto e mezza del mattino nell'ufficio di Mariline Stuart..."

"...una ragazza investigatrice a cui capitano i casi più strani di tutta New York!" Conclude lui la frase.

Continuo a guardarlo incredula. Di solito quello che entra nel mo ufficio è uno zombie, non il vincitore di un milione di euro!

"Uff, uno non può essere felice?"
Scuoto la testa.

"E va bene, e va bene...Marta ed io stiamo per avere un'alto figlio!"

"Oh ma è fantastico!" Mi alzo dalla sedia e lo abbraccio.

Il mio gesto di affetto viene interrotto da una voce femminile.

"Ehm ehm" la donna bussa alla porta aperta e ci guarda.

È Sara, la segretaria che porta in giro pacchi di carte da firmare o spedire o...ah insomma documenti.

"Sara! Da quanto tempo!" La saluta Robert.

"E già...da ieri mattina!" Ride lei.

Sara e Robert si conoscono abbastanza bene. Lei, prima di fare la segretaria, faceva parte del corpo di polizia investigativa, proprio come Robert. Purtroppo un giorno è rimasta gravemente ferita in uno scontro e ora lavora qui solo al mattino. Non so esattamente cosa sia successo, ma Robert mi ha detto che le avevano sparato alla pancia e che lei rischiava di morire dissanguata.

"Hey Sara! Lavoro per me?" Le chiedo sapendo già la risposta.

"Come sempre!" Mi porge delle carte.

Appoggio il pacco sul tavolo e torno a sedermi.

Sara esce dalla stanza e Robert chiude la porta.

"Allora?" Chiede improvvisamente

"Allora cosa?" Domando a mia volta noncurante.

"Pertinent. Quando lo incontri?"

"Ah, questa mattina alle 11." Continuo a guardare i fogli.

"Ci vediamo alle undici meno un quarto nell'atrio." Conclude uscendo dall'ufficio sempre con un sorriso stampato sulla faccia.

***

La mattinata trascorre in fretta tra firme e catalogazione e presto arrivano le dieci e mezza. Inizio a mettere a posto le mie cose dal momento che oggi non tornerò in ufficio, ma ovviamente non poteva essere una giornata perfetta senza una visitina da parte del mio caro zietto.
L'uomo bussa alla porta e, quando lo vedo entrare, faccio un mezzo salto sulla sedia. Non è mai venuto nel mio ufficio, ma proprio mai.

"Spero che la chiamata al dottor Silver non c'entrasse con il caso che stai risolvendo." Afferma serio.

Ma che problemi ha con i suoi ex dipendenti?
Decido che è meglio tacere.

"Mariline...lo dico per te: non frequentare Silver, non hai idea di che persona sia..."
"Invece io lo conosco e bene e penso sia una persona fantastica e che sa cosa sia l'affetto!" Sbotto io.

Non può offendere le persone a cui sono più attaccata!

"Lo dico per il tuo bene." Quasi ringhia a denti serrati, dopo qualche secondo di silenzio.
"se tu volessi veramente il mio bene, non te ne fregheresti di me." Sputo io prima di avviarmi a passo veloce verso l'atrio.

Robert mi sta già aspettando. Cerco di salutarlo nel modo più calmo possibile, ma si vede lontano un miglio che sono arrabbiata e lui se ne accorge subito.

"cosa c'è che non va?" Chiede, infatti, quando entriamo nella sua auto.
"Non ho voglia di parlarne." Dico seria guardando fuori dal finestrino.

Stranamente non ribatte ed accende il motore.

La macchina parte ed il panorama che osservo cambia.
In pochi minuti siamo arrivati a casa mia.
Esco per prima dall'auto, una bmw i8 fornitagli dall'azienda. Quando si parla di auto mio zio non bada a spese.

Estraggo le chiavi dalla tasca, ma prima che io possa girare la chiave nella serratura, la porta si apre.
Felicity vestita di tutto punto esce dall'edificio. Mi squadra per poi sorpassarmi e, senza dire una parola, avviarsi verso chi sa dove.

"Buongiorno anche a lei" Dico guardandola allontanarsi senza farmi sentire.

Intanto Robert dietro di me se la ride sotto i baffi. Lo guardo male prima di entrare e salire fino al quarto piano.
Appena entriamo dico al poliziotto di sedersi sul divano mentre vado a prendere il foglietto su cui ieri sera ho cercato di fare il punto del caso. Glielo porgo. Dopo averlo letto attentamente mi guarda.

"Ti sei già informata sul professor Woods?"
"No" Scuoto la testa "mi serve un computer e stamattina in ufficio non ho avuto tempo di guardarci. Se riesco lo faccio questo pomeriggio col pc del mio vicino."
"il tuo vicino?" Robert mn conosce Benjamin, cioè...fino a ieri non ci avevo mai parlato neanche io...
"l'ex ladro." Gli spiego.
"Ah! Quel vicino!" Mi guarda in modo strano.

Non capisco cosa lo turbi: il fatto che il mio vicino è un ex ladro o il fatto che io abbia conosciuto meglio il mio vicino e non gliene abbia parlato...ah è troppo protettivo!

"E sui veleni ne sai qualcosa?" Continua vedendo che io lo guardo senza rispondere.
"mi sto informando..."

In quel preciso istante suonano al campanello.

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