Blacky Dog

35 5 1
                                    

Ero andato ad una festa in maschera. Intorno a me c'era tutte persone con "cosplay" di supereroi degli ultimi film usciti o di qualche anime che avevano visto da piccoli c'erano un sacco di Goku, Joker ma anche travestimenti comuni come vampiri, zombie e chi ne ha più ne metta. Le ragazze sembravano tutte uscite dalla brutta copia di Suicide Squad tutte vestite da Harley Queen tranne poche accezioni che erano vestite da strega un paio anche da pastello. Io ero tra i pochi "originali" mi ero travestito da Uta di Tokyo ghoul. Approfittando del fatto che avevo già i capelli in parte rasati da un lato ed un tatuaggio sul collo identico al suo mi sono servite solo le lenti a contatto che mi facevano l'occhio nero con solo un puntino rosso ed ero apposto. Una ragazza però mi aveva incuriosito non aveva il solito costume. Indossava un vestito lungo nero con maniche lunghe e con una cerniera sul davanti che lo percorreva per tutta la lunghezza, dei semplici anfibi ed una maschera da anubi con i buchi solo per gli occhi rossi come i sangue. I suoi lunghi capelli che mi ricordavano le piume di un corvo da quanto erano neri e lucidi erano sciolti e le arrivavano probabilemte fino a metà schiena. Era il cosplay perfetto di Irimi di Tokyo Ghoul. "Finalmente qualcuno che è sulla mia stessa onda!" Pensai felice, magari quella noiosa festa non sarebbe stata così noiosa. Mi avvicinai a lei a passo spedito cercando un modo per rimorchiare, cosa in cui non sono mai stato bravo per mia sfortuna. Lei nel frattempo si era avvicinata a me, emanava uno strano odore dolciastro.
《Bello il tuo cosplay da Uta peccato però che non hai anche la maschera.》 Sorrisi, a quanto pare non dovevo neanche sforzarmi.
《Lo so, purtroppo però non sono riuscito a trovarla ingiro》 tira fuori da un sacchetto che tenevo in tasca degli occhi di gelatina che sembrano proprio occhi umani, perché se bisogna fare in cosplay si deve vedere anche nei particolari. 《Ne vuoi uno?》 Le porsi il sacchetto incriminato. Lei si tolse la parte inferiore, quella della mascella, della maschera prendendo un occhio e mettendoselo in bocca.
《Perché non ti togli la maschera?》 Chiesi con un velo di curiosità.
《Semplice non ho trovato delle lenti a contatto come le tue e quindi preferisco tenere la maschera per non far vedere questa "pecca" nel mio cosplay》dovevo capide che era una scusa che c'era di più sotto ma fui troppo ingenuo anche quando mi tese la mano 《Comunque sono Backy》
Gliela strinsi.
《Martin, piacere. Che ti ha portato a questa noiosa festa?》per un attimo sembro entrare in un stato di trance poi sorrise.
《Le mie compagne di stanza, sono quelle due vestite da Harley Queen》 affermò indicando due tizie a caso nella pista da ballo ridendo piano. Mi unii anche io alla sua risata.
《Allora ti pace Tokyo Ghoul》
《Scherzi vero? Lo amo, la trama il sangue, adoro l'idea di creare un mondo così.》
Sembrava esaltata quando ne parlava soprattutto del sangue. Passammo un intera serata a chiaccherare era una ragazza stupenda con passioni strane tipo quella per gli occhi in bottiglia. Ci scambiammo i numeri di cellulare.
Passò un po' di tempo, ogni volta che uscivo o andavo da qualche parte mi sentivo sempre osservato, sotto non tanto dalle persone ma da un cane, un grosso cane nero dagli occhi rossi. 
Era una presenza inquietante ma allo stesso tempo curiosa. Mi seguiva sempre quando uscivo fino a quando non rientravo in casa. Ogni giorno si avvicinava sempre di più. Così un giorno feci la cazzata più grande della mia vita. Lo portai in casa. Era una presenza piacevole se non fosse che mi guardava sempre. La notte dormivano nella stessa stanza vivere in un trilocale non permette grande spazio. Una notte iniziai a sentire dei rumori uno scricchiolio del pavimento. Alzai la testa per poi vedere due grossi occhi rossi che mi osservavano nel buio. Subito accesi la luce spaventato. A terra c'era Black, il cane, che dormiva tranquillo. Sensi la luce e mi rimise a dormire sentendo però una presenza alle mie spalle. Non ci feci caso provai a riaddormentarmi senza rendermi però conto che una mano mi aveva tappato la bocca bloccato sul letto non riuscivo a muovermi d'untratto non ero più in camera mia, in una cantina ben illuminata. Le pareti, il soffitto erano di un bianco accecante, il pavimento aveva un colore cremisi. Io ero legato ad un lettino se si poteva definire tale, sembrava più uno di quei tavoli per fare le autopsie solo con dei lacci che mi bloccano polsi e caviglie. Una risata femminile, cristallina, familiare. Alzai la testa stranando gli occhi. Backy era davanti a me vestita come al nostro primo incontro. Provai a dire qualcosa ma senza successo la voce era come sparita. Lei continuò a ridere una risata cristallina ma sadica e crudele allo stesso tempo. Mi si avvicinò piano accarezzandomi il viso ed affermando una cosa agghiacciante.
《Mi sono sempre piaciuti i tuoi occhi fin dalla prima volta che ci siamo visti. Sapevo che sarebbero andati nella mia collezione già prima di toccarti e sapere che saresti stato la mia prossima vittima.》
Si allontanò prendendo un oggetto da un tavolino dietro di me per poi riavvicinarsi. Erano delle strane forbici lunghe con all'estremità delle specie di incavità che formavano una sfera perfetta della dimensione di un occhio umano. Capii subito cosa voleva fare. Mi agitai. Sentivo le cinghie penetrarmi nella pelle ed il sangue che usciva dalle ferite. Serrai gli occhi. Backy mi aprì bene le palpebre ed uso le pinze per togliermi l'occhio destro. Non sentii dolore non sentii niente, anzi potevo vedere ancora. Prese l'occhio e lo mise in un barattolo per conserve di vetro pieno di un liquido trasparente. La stessa cosa fece con l'altro occhio. Ora potevo vedere tutta la stanza. Capii solo in quel momento a cosa era dovuto il colore cremisi del pavimento, sangue. Esso era ricoperto interamente di sangue. Il mio contenitore invece era su uno scaffale con altri contenitori con altri occhi ognuno con una targhetta con il nome del proprietario o della proprietaria. Il mio corpo è lì disteso che continua ad agitarsi, ma io non provo niente. Non sento dolore mi sento leggero privo di preuccipazioni. Backy in una mossa veloce della zampa mi sventrò prendendo alcuni organi come il cuore oltre che alcuni pezzi della mia carne per poi far scomparire il corpo con un gesto della mano. Mi si avvicinò piano o almeno si avvicinato al contenitore con i miei occhi. Si tolse la maschera e mi sorrise. Il suo viso era dolce, se non fosse stato che i suoi capelli ed i suoi abiti erano sporchi di sangue probabilmente mi sarebbe sembrata una stupenda ragazza. I suoi occhi però erano di un rosso scarlatto e sul suo capo si potevano vedere delle orecchie da cane nero. Se avessi potuto avrei sgranato gli occhi. Avevo capito chi era lei era il Black Dog, dopo tutte le creepypasta che avevo letto l'avevo riconosciuta, però troppo tardi, mi dovevo correggere però lei non è il Black Dog lei è Blacky Dog.
Ora scusate ma devo smettere di scrivere, Blacky era arrivata con una nuova vittima. La riconosco subito, è Katie, una delle ragazze più belle della scuola che frequentavo. Blacky la sta trascinando per il passaggio che collega camera sua alla cantina, si deve essere già divertita un po' prima Katie è sporca di sangue ed è in lacrime. La vedo male per la ragazza, Blacky ha sempre odiato persone come lei. Infatti appena mette piede in cantina sento le urla di dolore di katie segno che Blacky ha iniziato a torturarla senza fare quella specie di anestesia che in modo appartamente ha fin ora usato solo con me. Le sue urla si sentono anche con la porta chiusa nella stanza in cui sono affianco a quel inquietante pupazzo di Teddy dell'anime Diabolik Lovers ed il flauto traverso color carbone di Blacky. Le urla cessano. Blacky, come mi impone di chiamarla ormai da quando sono qui, sale le scale mi prende con le sue mani sporche di sangue macchiando il mio barattolo per poi scendere in cantina probabilemte per farmi vedere la sua opera d'arte. Dopotutto non c'è forma d'arte migliore che l'omicidio.

Blacky DogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora