DICIASETTE

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Megan Pov
Sento dei piccoli rumori provenire dal bagno credo, ma i miei occhi non hanno la forza di aprirsi. Sarà la mia amica che sarà venuta a cambiarsi, dato che ieri sera non ha dormito nel suo letto.
Dopo poco sento dei piccoli passi e una porta chiudersi silenziosamente, si è lei sicuro! Ma perché non mi ha svegliato come fa di solito? Sarebbe stata capace di svegliarmi urlando o saltando sul mio letto. Perché non l'ha fatto? Quando, a fatica, apro gli occhi capisco il motivo: Simone è disteso nel mio letto che dorme come un bambino.
Ieri sera dopo la sua festa ho deciso di iniziare a raccontargli ogni cosa che mi avrebbe chiesto. Abbiamo parlato per quasi tutta la notte, finché non ci siamo addormentati tutti e due ancora con i vestiti del compleanno.
Decido di alzarmi ma appena appoggio i piedi sul pavimento, sento un dolore che passa dalla caviglia fino al ginocchio. Devo assolutamente mettere la crema e fasciarmi. Vado in bagno cercando di non svegliare Simone, cerco in tutti i cassetti l'occorrente ma non lo trovo. Guardo anche nell'armadio ma non trovo nemmeno il borsone.
Dove l'ho messo? Cazzo.. È in palestra, l'ho lasciato là da ieri dopo la partita contro gli USA!
E ora come faccio?
Ma sono domande da farti? Vai a recuperarlo!
Ma lui? Lo lascio qua? Non mi va di svegliarlo, sta dormendo così beatamente.
Occhio alla bava, tesoro! Rischi di sporcare il letto
Stupida coscienza!
Mi cambio velocemente e prima di uscire gli scrivo un biglietto così, nel caso si svegliasse prima del mio ritorno, almeno gli ho detto dove sono andata. Lo appoggio nel mio cuscino e lo osservo un minuto.
Vorrei tanto restare ancora qua vicino a lui, non riesco ad allontanarmi da ieri sera e sì che non è successo niente tra di noi, nemmeno un bacio..
Lo bacio in guancia, prendo la chiave ed esco al recupero del borsone.

Arrivo in palestra in meno di mezz'oretta a piedi. Subito quando entro riconosco il rumore dei passi e dei palloni che vengono lanciati o schiacciati a terra. Qualcuno si sta allenando, ti prego fai che sia una squadra qualsiasi ma non loro.
Appena intravedo il campo, li riconosco: sono loro, gli Stati Uniti si stanno allenando.
Ora come faccio a non farmi riconoscere?
Metto il cappuccio della felpa e velocemente cerco di raggiungere la stanza dove lavoro. Sono quasi arrivata al corridoio degli spogliatoi e mi sento quasi fortunata, ma per poco
X - "Ehi tu! Cosa ci fai qua dentro? Non si può entrare senza un pass"
merda.. Ora dovrò farmi vedere! Lentamente mi giro verso l'uomo che mi ha scoperta
X - "Non ci credo, la piccola Meg!" Non sentivo quel soprannome dai tempi del liceo!
Mi corre incontro e mi abbraccia così forte tanto che faccio fatica a respirare
"Max, Maxwell Holt mi stai stritolando!"
H - "Oh scusa" mettendomi con i piedi per terra "sapevo che eri qui ma non pensavo di riuscire a rivederti!"
"Le voci corrono allora"
X - "Holt! Smettila di provarci con tutte e vieni ad allenarti" tutti gli altri scoppiano a ridere
H - "Guardi chi ho trovato!" togliendosi davanti a me e lasciando che tutti possano vedermi. Max mi trascina in mezzo davanti a tutti
X - "Megan Anderson! Che mi prenda un colpo!"
"Coach!"
C - "Anche te a Rio! Sapevo che ce l'avresti fatta!" ehm già, sono proprio qui per giocare..
M - "Non è qui per giocare" mio fratello risponde al posto mio, sa fare solo questo? Mai parlare per se stesso!
C - "Ma come? Allora cosa ci fai qui?"
M - "Fa la fisioterapista alla squadra italiana di pallavolo" ancora? Ma la vuole smettere!
C - "Fisiterapista? Sono così orgoglioso di te" dice abbracciandomi, almeno una persona lo è. È sempre stato un secondo padre per me e avere il suo appoggio significa tanto
"Mi ha fatto piacere rivedervi tutti quanti, ma ora devo andare. Sapete il lavoro.."
M - "Impegnativo a quanto vedo" sussurra Matthew sottovoce, però io sì che l'ho sentito e ora basta!
"Non sai fare altro che insultare me e il mio lavoro?"
M - "Calmati sorellina"
"Non chiamarmi SORELLINA! Non sei mio fratello! Si chiama fratello quello che ti ha abbandonata e non si è fatto sentire per tre fottuti anni?! Rispondi Matt, sei un vero fratello?!" urlo disperata, mi sono tenuta tutto dentro per anni e anni.
M - "Non so di cosa tu stia parlando, è stata una tua decisione andartene"
H - "Ehi piccola Meg, che dici se andia-"
"No! Non ho finito" interrompo Max e poi rivolgo nuovamente lo sguardo a mio fratello "Si lo è stata. Ma se mi volessi un minimo di bene, mi avresti appoggiata in qualunque caso! Sei solo uno stron-"
A - "Megan, vieni ti accompagno fuori" Aaron mi interrompe e cerca di afferare la mia mano
"Tu non mi toccare!" tutti sembrano sconvolti dalla mia reazione, ma loro non sanno la verità "Mi dispiace Coach per aver interrotto l'allenamento" e dopo questo corro via da quel campo e scappo dentro alla stanza che avrei dovuto raggiungere prima, invece di affrontare tutto questo. Mi chiudo la porta alla spalle, mi distendo nella panchina e lascio andare le lacrime. I singhiozzi si fanno sempre più forti e non si fermano..
X - "Megan.." quella voce, cosa ci fa qui? Giro la testa restando ancora distesa e vedo Simone in piedi sullo stipite della porta che mi fissa preoccupato.
"Simo.." non ce la faccio a trattenermi, mi copro il viso con le mani e in pochi passi lui mi raggiunge e mi avvolge con le sue braccia. Appoggio la testa nell'incavo tra il suo collo e la spalla e mi lascio cullare
S - "Shh ci sono io. Non devi più piangere" cerca di consolarmi accarezzandomi la schiena con una mano e con l'altra mi sposta i capelli tutti in un lato
"Co-cosa ci fai qui?" gli chiedo asciugandomi le guance bagnate
S - "Mi sono svegliato e dopo che ho letto il biglietto volevo farti una sorpresa" non capisco, che vuol dire sorpresa?!
"Cioè?" chiedo curiosa
S - "Qualcosa che avrei dovuto fare non solo ieri sera, ma da tempo" il suo viso si avvicina al mio, i nostri nasi si scontrano, fisso le sue labbra e voglio solo che si appoggino alle mie. Come se sentisse i miei pensieri, unisce le sue labbra con le mie in un piccolo e dolce bacio a stampo. Ci stacchiamo, ma per poco perché uniamo nuovamente le nostre labbra ma in un bacio più passionale, che da tempo aspettavo. O meglio aspettavamo..
S - "Non avrai mica pensato che un bacio in guancia mi sarebbe bastato" mi sussurra a pochi centimetri dalla mia bocca
"Tu" non finisco la frase perché entrambi iniziamo a ridere. Una risata vera..

One Job, Two LovesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora