1

11.4K 229 20
                                    

CHRIS


Come al solito ho fatto di testa mia; ho deciso di non mettere la sveglia ed ora eccomi quì, costretto a prepararmi in fretta e furia per non arrivare tardi il primo giorno di scuola.
Afferro un paio di jeans neri, una felpa bianca e corro in bagno.
Dopo aver fatto una rapida doccia ed essermi vestito mi sistemo i capelli, uscendo di casa poco dopo, con lo zaino in spalla, diretto verso la mia auto, parcheggiata alla fine del vialetto.
Ho preso la patente quest'estate e il fatto che io sia stato promosso alla prima è una prova del fatto che quando qualcosa mi interessa riesco a passare ore ed ore nel dedicarmici.
Metto in moto l'auto e accendo la radio. Qualche giorno fa ho preparato un CD con le canzoni che preferisco, in modo da averle tutte a portata di mano; sono rimasto un po' vecchio stile, perciò la musica dal cellulare la lascio agli altri.
Il sole non è ancora sorto del tutto, ma nonostante ciò la città è gremita di persone che fanno avanti e indietro in fretta e furia. Probabilmente anche loro sono in ritardo come me.
Lancio un occhiata al mio orologio e serro la mascella. Sono le otto e mezza e la mia prima lezione comincia alle nove. Per arrivare a scuola, da dove mi trovo ora, ci vorrà più di mezz'ora e sono abbastanza sicuro di non riuscire ad arrivare in tempo, cosa che non considero affatto una novità, visto che in tutta la mia carriera scolastica non ricordo un solo giorno in cui sono arrivato in anticipo o per lo meno puntuale.
Il traffico è davvero snervante e quando arrivo a scuola sono ormai le nove passate.
Per fortuna riesco ad arrivare in classe un secondo prima del professore, anche lui in ritardo, a quanto pare. Prendo posto in fondo all'aula, in un banco accanto alla finestra.
I posti davanti sono quasi tutti occupati, fatta eccezione per quelli accanto ai "secchioni" della classe, se così possono essere definiti gli unici quattro ragazzi che riescono a prendere almeno una B ai compiti in classe. Nessuno vuole sedersi con loro perchè si rifiutano di scambiare anche solo una parola e se ne stanno tutto il tempo con la testa china sui libri.
Non sono in condizioni di giudicare dal momento che nemmeno io sono di tante parole. Ho cominciato ad essere parecchio taciturno e riservato quando ho capito che le persone, quasi tutte, stanno con te sino al momento in cui fa comodo a loro e ti lasciano da solo quando trovano qualcuno migliore di te. Così va la vita, e sinceramente sono convinto che soffrire non piaccia a nessuno, perciò mi mantengo distaccato quasi da tutti, spesso anche da me stesso.
Preferisco non affezionarmi a nessuno, ragazzo, ragazza o bambino che sia. Sino a qualche anno fa ero più solare e affettuoso rispetto ad ora, ma sono stato ferito troppe volte da persone che credevo sarebbero state per sempre al mio fianco. Il mio cambiamento radicale, però, mi ha aiutato ad andare avanti e a superare tutti gli ostacoli che la vita mi ha posto davanti, almeno negli ultimi tempi.
<<Bene, ragazzi. Un altro anno comincia e per voi è l'ultimo>> dice il professore, e io prego abbia ragione.
Spero di andare via da questa scuola il più in fretta possibile. Ripetere un anno è stato davvero orribile; mi sono ritrovato con ragazzi più piccoli, ma per fortuna ne ho conosciuto anche altri che, come me, avevano perso un anno. La cosa brutta è che si sono ritirati tutti, perciò sono solo.
Qualcuno bussa alla porta, distogliendomi dai miei pensieri.
<<Avanti>> dice il professore.
La porta si apre lentamente e una ragazza con lunghi capelli neri fa sbucare la testa dentro la stanza. <<Scusate per il ritardo. Posso entrare?>>.
<<Certo, prego>> dice il professore facendo cenno alla ragazza di entrare.
Non l'ho mai vista prima d'ora. Indossa un vestito blu aderente e delle sneakers bianche. Ha un fisico mozzafiato e quando si siede accanto a me io mi irrigidisco appena.
<<Ciao>> dice timidamente.
Non la guardo in faccia e le rivolgo solamente un cenno del capo.
Lei abbassa lo sguardo e io mi concentro su un uccellino che fa capolino sul ramo dell'albero davanti alla finestra.
Quando le prime due ore di matematica si concludono mi tiro su ed esco dall'aula, diretto a biologia.
Anche qui mi siedo in fondo e la ragazza prende posto accanto a me. Non so se essere felice o irritato di questo, ma mi limito ad ignorarla come faccio con tutto e tutti.
<<Nonostante sia il primo giorno ho deciso di cominciare ad organizzare alcune cose. Prima di tutto formate delle coppie>> dice il professore.
Questa non ci voleva.
Non parlo con nessuno in questa classe e a quanto pare la ragazza che siede accanto a me non è in condizioni migliori delle mie. Tra l'altro continua a lanciarmi occhiate furtive, cosa che mi fa sentire a disagio.
<<Ebbene, signor White?>> dice il professore avvicinandosi a me.
Sbuffo.
Quest'uomo mi ha sempre odiato sin dalla prima al liceo ed evidentemente si è impegnato per tenere un astio costante anche quest'anno.
<<E lei, signorina Ray?>> dice, stavolta rivolto alla ragazza accanto a me.
Lei accenna un sorriso. <<Non conosco nessuno, qui>>.
<<Beh, potrebbe lavorare in coppia con il signor White... non é vero?>> domanda il professore scrutandomi attraverso gli occhiali a mezzaluna.
Vorrei dire di no, ma mi sorprendo ad annuire.
Il professore si allontana e la ragazza si sporge verso di me, tendendomi la mano.
<<Io sono Emily>> dice.
Mi passo una mano fra i capelli, non ricambiando il suo gesto, e la guardo negli occhi. <<Christopher>>.
<<E' un bel nome. Posso chiamarti 'Chris'?>> chiede.
La guardo perplesso. <<Così mi chiamano gli amici>>.
<<Posso, quindi?>> domanda esitante.
<<Gli amici>> ripeto, incrociando il suo sguardo e notando che il suo sorriso svanisce lentamente.
Passa lo sguardo in rassegna dai miei occhi, ai miei capelli, alle mie labbra. <<Simpatico, direi>>.
<<Non devo starti simpatico. Limitati a sopportarmi durante le ore che passeremo assieme, come io sopporterò te>> sentenzio, incrociando le braccia.
Lei non risponde, ma sembra un po' offesa.
Non mi importa di come si sente o dell'effetto che hanno avuto le mie parole su di lei. La mia intenzione è quella di "considerarla" soltanto a scuola e quando è strettamente necessario.
<<Dalla prossima lezione cominceremo a fare esperimenti e nel corso dell'anno vi assegnerò alcuni compiti per casa che dovrete fare assieme alla persona in coppia con voi>> dice il professore.
Di male in peggio. Come faccio a vedermi con una ragazza che nemmeno conosco e con la quale non voglio instaurare nessun tipo di rapporto?

My Everything #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora