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Non appena la campanella suona esco da scuola e vado verso la mia auto, deciso più che mai a tornare dritto a casa e fare una bella dormita. Ma, ovviamente, i miei piani non vanno come vorrei e la ragazza dai capelli neri mi corre dietro.
<<Credi davvero che il tuo atteggiamento da stronzo ti renda in qualche modo... figo?>> domanda afferrandomi il braccio.
Mi volto di scatto e lei indietreggia. <<Allora... punto primo, non mi devi mai toccare. Punto secondo, perché non mi lasci in pace?>>.
<<Non vuoi essere toccato? Perchè?>> domanda, guardandomi torva.
Faccio per aprire la portiera della mia auto, ma lei mi si para davanti, impedendomi di andare via.
Sospiro, tirando indietro il capo e passandomi una mano sul viso. <<Mi da fastidio, perciò non toccarmi>>.
<<Va bene, io non ti toccherò, ma non comportarti così>> dice. <<Non con me>>.
Non capisco bene se la sua voglia essere una qualche sottospecie di minaccia o cose simili, ma mi limito ad annuire per togliermela di mezzo, guardandola negli occhi; sono di un color verde chiaro con sfumature dorate. <<Si, si. Ora levati di torno>>.
<<E se non volessi?>> ribatte.
Ma questa ragazza non ha proprio altri modi per passare il tempo? <<Spostati>>.
Mi guarda storto per un lungo istante, facendosi poi finalmente da parte.
Salgo in macchina e con la coda dell'occhio la osservo allontanarsi.
La conosco da qualche ora e già mi sento di dire che non la sopporto; quella ragazza mi darà del filo da torcere, me lo sento.
Arrivo a casa e non appena entro mia madre mi viene incontro.
<<Com'è andata a scuola?>> domanda, posandomi un bacio sulla guancia.
<<Bene>> dico, spostandomi subito e lasciando cadere lo zaino all'ingresso.
<<Io e tuo padre tra poco partiremo>> dice lei, afferrando la sua borsa dal divano.
So perfettamente che tra le righe della sua affermazione si cela la domanda 'Potrai cavartela da solo?'.
I miei genitori continuano a preoccuparsi per me; o meglio, mia madre lo fa. Sono partiti per lavoro varie volte anche quando avevo dodici anni ed io sono sempre stato perfettamente in grado di badare a me stesso. <<Bene>>.
Osservo mio padre scendere le scale in tutta fretta con la borsa fra le mani. <<Buongiorno>>.
<<'Giorno>> dico.
Negli ultimi anni non ricordo una sola volta in cui mio padre mi abbia mostrato il minimo affetto; non più un abbraccio, ne una parola buona.
Dopo avermi salutato entrambi - mia madre con un abbraccio e mio padre con un cenno del capo - escono di casa ed io mi ritrovo da solo con i miei pensieri, che mi portano dritto ad Emily, facendomi pensare con sicurezza di non voler lavorare in coppia con lei.
Metto da parte ogni tipo di ragionamento e apro il frigorifero, dove per fortuna trovo qualcosa di pronto lasciato dalla mamma.
Recupero poi dal forno anche il pollo con le patate, cominciando a mangiare e constatando per la millesima volta che la cucina di mia madre è davvero fantastica; sino ad ora non ho mai mangiato niente di più buono di ciò che prepara lei.
Dopo aver pranzato e riposto i piatti e le posate nella lavastoviglie, decido di uscire; non mi va di restare tutto il giorno da solo tra queste quattro mura, tanto meno ora che la mia mente vaga sempre nella stessa direzione.
Mi dirigo verso la confraternita dove sta il mio amico Zayn. Lo conosco sin da quando ero molto piccolo e siamo praticamente uguali in tutto e per tutto, a eccezione del fatto che lui ha la mia stessa età ma frequenta già l'università.
Quando entro nella confraternita un forte odore di erba e alcol mi fa venire la nausea.
<<Chris!>> esclama Zayn venendomi incontro.
Sorrido e gli poso una mano sulla spalla. <<Come stai?>>.
<<Tutto bene>> risponde, passandosi una mano tra i folti capelli castani. <<A te come va?>>.
<<Alla grande>> ribatto con il mio solito poco entusiasmo.
Lui si guarda attorno e poi mi sorride. <<Stasera ci sarà una festa. E' da un po che non ti fai vedere da queste parti>> dice, per poi guardarmi con un espressione che conosco perfettamente, la stessa che assume quando sta per chiedermi qualcosa. <<Che ne dici di venire?>>.
Ecco, appunto.
Non vado ad una festa delle confraternite da un bel po', è vero, ma sinceramente non amo questo tipo di eventi. Non più, almeno. <<Non lo so>>.
<<Ma dai, amico. Un tempo era raro vederti tornare a casa e dormire, mentre ora passi le giornate rintanato nella tua stanza ed esci poco e niente>>.
Zayn ha ragione, e se devo essere sincero credo di essermi leggermente fatto buttar giù da una serie infinita di cose. Considerando poi che ho un carattere tendenzialmente chiuso, se smetto di avere un vita sociale fatico a tornare a socializzare con gli altri. <<Va bene>>.
Zayn mi da una pacca sulla spalla. <<Resti con me per preparare tutto?>>.
Annuisco. <<Che si fa?>>.
<<Dobbiamo uscire a comprare qualcosa da mangiare, ma sopratutto : alcol>> dice Zayn uscendo di casa e facendomi cenno di seguirlo.
Gli vado appresso. <<Va bene>>.
Mentre raggiungiamo la mia auto penso che forse stasera bere un po' non potrà che farmi bene. Non tocco alcol da un mese, cosa che mi rende alquanto orgoglioso di me, ma sgarrare per una sera non credo mi porterà alla tomba in anticipo.
<<Da quanto tempo non fumi?>> domanda Zayn una volta in macchina.
Le sigarette le fumo ancora, mentre non vedo uno spinello da poco meno di un anno. <<Troppo>>.
<<Beh, amico, stasera ci sarà da divertirsi, allora>> dice Zayn picchiettando le dita sul volante.
Mi manca fumare, lo ammetto, ma ho smesso per il mio bene. Non facevo che passare le giornate completamente sballato, con una fame chimica da paura e due occhiaie che avrebbero fatto invidia ad un cadavere.
Forse domattina sarò in ospedale in coma, o per la droga o per l'alcol; molto probabile, secondo come evolverà la serata.
Entriamo in un supermercato e compriamo una decina di cartoni di birra, vodka, rum e tanto altro. Io spingo il carrello, mentre Zayn lo riempie di alcolici di ogni genere, e anche qualcosa di analcolico per qualche cocktail.
<<E da mangiare?>> domando quando passiamo davanti al banco dei surgelati.
Scuote il capo. <<Che ne so. Compra qualcosa>>.
Acquistiamo alcune confezioni di patatine e parecchi cartoni di pizza surgelata, cosa che mi fa venire il voltastomaco; odio i cibi surgelati.
Carichiamo la mercanzia in macchina e torniamo alla confraternita.
<<Che ore sono?>> domanda Zayn.
Guardo il mio orologio da polso. <<Le sei>>.
<<Abbiamo impiegato un ora e mezza per fare un po' di spesa? Cazzo>> sussurra.
Sorrido, entrando poi in casa per chiedere ad alcuni ragazzi di aiutare me e Zayn a portare gli alcolici in cucina.
Dopo una decina di minuti abbiamo finito ed è tutto pronto per stasera.
<<Perfetto>> dice Zayn entrando in cucina.
Mi siedo sul bancone, prendendomi la testa fra le mani e scrutando il pavimento in parquet.
<<Che ti prende?>> chiede Zayn.
Soffoco una risatina. <<Stamattina ho conosciuto una ragazza che frequenta la mia classe. Mi farà ammattire, me lo sento>> dico, sospirando e tirandomi su il cappuccio della felpa. <<Come se non bastasse siamo in coppia assieme>>.
<<Beh, magari riesci a portatela a letto>> butta lì Zayn, cosa che mi aspettavo.
Lo guardo impassibile, scrollando le spalle. <<Non è il mio tipo>>.
<<Che ti importa? Non devi sposarla>> dice Zayn.
Sgrano gli occhi. <<No di certo>> dico, poi rido e scuoto il capo.
Non voglio andare a letto con Emily per il semplice motivo che ho detto addio a quella vita circa due annetti fa. Crescendo con Zayn e altri amici, che probabilmente saranno alla festa stasera, mi sono abituato ad andare a letto con ragazze a caso. Bionde, brune, rosse, alte, basse, magre e più robuste; non mi bastava mai e non ero minimamente selettivo, salvo in casi eccezionali. Ma se devo essere sincero non mi è mai piaciuta quella vita. Si sa, però, che quando ci si abitua a qualcosa diventa difficile voltare pagina.
Intorno alle undici cominciano ad arrivare parecchi universitari e anche alcuni imbucati come me.
Quando la casa ormai è abbastanza piena mi siedo con altri amici e comincio a bere. Uno shot dopo l'altro e l'alcol scende caldo in gola, riportandomi alla mente i ricordi di qualche anno fa, quando le mie giornate passavano tutte così e il mattino seguente non ricordavo neanche di essere uscito la sera prima.
Zayn è già ubriaco fradicio e racconta una barzelletta. Tutti prestiamo attenzione a ciò che dice, ma io improvvisamente vengo distratto dalla ragazza che entra in casa.

My Everything #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora