Capitolo 22: Guai.

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Shiho indietreggia, appena sentito il nome di Kudo pronunciato dalla parte opposta della porta.

Impallidisce, portandosi una mano sulla bocca e stringendo con l'altra il bordo dei corti pantaloncini di raso.
Si guarda frettolosamente intorno, rovistando nei cassetti e nell'armadio.

"Una barra di ferro, un pezzo di legno, una lampadina rotta... Qualsiasi cosa dannazione!"

La chiusura magnetica della porta scatta.

"Ha... Ha un passepartout..."

Shiho resta immobile, inginocchiata ai piedi del letto, la schiena contro il muro e i muscoli completamente in tensione, pronti a scattare.

La figura nera si immerge nell'oscurità, con in mano un oggetto che riflette la fioca luce notturna che entra dalla finestra accanto alla testata del letto.

Una pistola.

La ragazza trattiene il fiato, osservando gli abiti scuri che ricoprono quella persona.

Quando il soggetto si volta di spalle, sospettoso che lei si nasconda dietro la porta, Shiho nota una seconda pistola infilata nella cintura dell'aggressore, l'impugnatura a contatto con la sua schiena.

La scienziata scatta in direzione dell'assassino, tirandogli una gomitata alla schiena, e sfilando la pistola dai suoi calzoni.

La persona si volta, senza fiato a causa del colpo alla colonna vertebrale, e le afferra il braccio con cui tiene l'arma, mentre punta la canna carica contro di lei.
Shiho gli tira un calcio allo stomaco, scagliandolo contro il muro e facendolo cadere pesantemente all'angolo della camera.

La ragazza schizza fuori, fuggendo per il corridoio a piedi nudi, mentre quella figura la insegue rapidamente ed esplode un colpo, mancandola.

"Il corridoio è troppo lungo, se proseguo gli basterà sparare dritto per centrarmi. A sinistra ci sono le scale, ci metterei troppo a scenderle. Anche la possibilità di voltarsi e sparare con la pistola che gli ho preso è rischiosa... Mi colpirebbe ancor prima che io possa mirarlo"

I pensieri scorrono veloci nella mente della fanciulla, lasciandole una sola alternativa.

Svolta a destra a metà del corridoio, in corrispondenza della porta a vetri che permette l'uscita sulla terrazza.

Apre la porta e corre nell'aria fredda della notte, nell'odore salmastro del mare che li circonda.

Corre lungo quei dieci metri che la separano dalla ringhiera in marmo della terrazza, che ora risplende accecante, illuminata dalla luce bianca e pallida della luna.

Sente i passi alle sue spalle.

Un colpo sordo che le sfiora il braccio sinistro, schizzandole la canottiera di sangue.

Ma lei c'è quasi.

Un'ultima pressione sulla gamba destra, e poi un balzo.

La mano sinistra si posa gentile sulla superficie fredda e chiara del parapetto, mentre la ragazza porta la pistola alla bocca, afferrando il carrello dell'arma con i denti e dandogli un forte strattone, caricando il colpo.

La rotazione del busto le permette di essere già pronta contro la figura.

La forza di gravità renderà difficile all'assassino centrarla mentre è in movimento.

La luce chiara che la luna riflette sulle nuvole mette entrambi i duellanti alla luce.

                             ****
Flashback

Le sue mani si stringono intorno alle mie.
<<Così... Mira al suo cuore...>>
Ho un sussulto quando lo sento mormorare nel mio orecchio.

L'uomo in nero alle mie spalle avrà si e no una quindicina d'anni più di me, ma dopo tutto quello che è successo nelle ultime settimane mi perseguita come un corvo.

Ha i capelli abbastanza lunghi, gli arrivano fin sotto le spalle, e sono di uno strano colore argentato, raccolti in un codino.
I suoi occhi sono verdi e la voce spaventosamente profonda.

<<Non posso...>>
Rispondo al mio superiore, tentando di abbassare l'arma.
<<Si che puoi. È un ordine.>>
Lui stringe la presa, facendo pressione sul grilletto. Io chiudo gli occhi, lasciando che sia lui a guidare le mie mani, cedendogli la colpa di ciò che stava per fare.

Gin mi afferra la mascella con la mano destra, costringendomi a guardare l'uomo di fronte a noi.
<<Apri gli occhi, trattieni il fiato e impara a sopravvivere>>

La sua mano sinistra preme sulla mia.
Uno sparo.
Il mio primo sparo.
                             ****

Sherry mette a fuoco la figura che esce dalla porta a vetri e si avvicina a lei, il cuore che batte prepotente nel suo petto.
Punta l'arma.
Prende un respiro.
Trattiene il fiato.

E non spara.

La sagoma che si accascia davanti alla porta a vetri non è quella della stessa persona nella sua camera.

La ragazza si aggrappa al bordo della ringhiera, appoggiando i piedi nudi sulla superficie liscia di una delle colonne che sorreggono la terrazza, cercando di non cadere di sotto, senza troppi risultati.

La mano non riesce a tenere il suo peso e la forza di gravità dovuta al salto, e slitta sulla superficie di marmo.
Miyano lascia cadere la pistola, crcando di aggrapparsi con entrambe le mani al bordo, ma fallendo.

Appoggia istintivamente le piante dei piedi alla colonna e cerca di spingersi con le gambe il più lontano possibile, finendo con un sonoro tonfo nell'acqua fredda della piscina.

<<$#/#0¡>>

Le sembra di udire da sotto la superficie dell'acqua clorata.
Apre gli occhi mentre qualcuno la tira fuori da quel liquido freddo, riportandola alla vita. L'aria notturna le riempie i polmoni, provocandole un forte bruciore al petto.

<<Cos'è successo?!>>
Chiede Ina a Shinichi, il volpino tremante stretto tra le braccia, mentre il ragazzo in cannottiera e boxer porta la scienziata fuori dalla piscina.

Gli altri ospiti raggiungono di corsa il portone d'ingresso, svegliati dagli spari.

Tutti, tranne uno.

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora