CAPITOLO 34

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Sono da quindici minuti o poco più davanti all'armadio per decidere cosa mettere.
Taylor ha detto di non vestirmi in modo impegnativo quindi suppongo che short di jeans e t-shirt vadano bene.
Ne prendo un paio, una t-shirt blu notte e le Converse.
Corro a fare una doccia, indosso l'intimo e subito dopo essermi truccata, indosso i vestiti.
Mi dò un'ultima occhiata allo specchio, giusto in tempo, perché propio in quel momento mia madre viene ad avvisarmi che "il mio fidanzatino", com'è ostinata a chiamarlo, è arrivato.
Indosso una giacca di pelle ed esco fuori, dove il mio splendido ragazzo non è come sempre appoggiato alla sua Audi, ma ad un pick-up Range Rover.
Lo guardo inclinando la testa, ma lui si limita a ridere ed a stamparmi un bacio a stampo sulle labbra, per poi salire al posto di guida.
Ma che...?
Mi affretto a salire anche io sul pick-up.
<<Cosa ci facciamo in un pick-up? E da quando ne hai uno?>>
<<Hey hey, una domanda alla volta>> ride. <<Ne ho sempre avuto uno, solo che non l'ho mai preso>> fa spallucce.
<<E per il resto è una sorpresa.>>
<<Odio le sorprese>> borbotto sottovoce, ma sfortunatamente lui mi sente perché si rabbuia.
<<Non... non volevo dire che non mi fa piacere, perché comunque sto con te, ma... non mi sono mai piaciute le sorprese>> alzo le spalle.
<<Cerca di rilassarti per una sera.>>
Non mi guarda per cui non riesco a sondare il suo umore, ma non lo vedo nemmeno arrabbiato.
Sto zitta per evitare di accendere una discussione e che lui mi riporti a casa. Ha ragione devo rilassarmi e godermi la serata, voglio solo stare con lui per una volta, senza nessuna preoccupazione.
Arriviamo solo poco dopo in un parco enorme dove ci sono tantissime macchine simili alla sua e, quando alzo il viso, mi accorgo anche dell'enorme schermo cinematografico propio davanti a noi.
I miei occhi si illuminano all'istante e Taylor se ne accorge perché fa un sorriso beffardo e scende dall'auto.
Mi prendo qualche minuto per riflettere su quanto il suo umore sia mutabile ma su quanti profondi siano i sentimenti che provo per lui.
Così, con un sorriso sul volto, scendo anche io dall'auto.
E ancora una volta rimango senza respiro e senza parole.
Ha sistemato sul pianale del retro dell'auto un piumone bianco a mo' di letto ed è pieno di cuscini tutt'intorno.
<<Come facevi a sapere che amo il drive-in?!>> Chiedo con gli occhi che brillano.
<<Indovina un po'>> sorride soddisfatto.
Come ho fatto a non capirlo?!
<<Ally>> dico ovvia.
<<Esatto.>>
Prendo la rincorsa e cancello la distanza che c'era tra noi, saltandogli addosso e circondandogli la vita con le gambe e le spalle con le braccia.
Lui mi prende al volo e mette le mani sul mio sedere per tenermi su. Ormai non ci faccio nemmeno più caso.
Lo sento sorridere sulle mie labbra per via del movimento del piercing, e poi accede con la lingua alla mia bocca.
Dio che meraviglia!
Mi trascina con lui sul "letto" e si mette sopra di me, reggendosi sulle gambe che sono ai lati del mio corpo.
Continua a baciarmi ed a passarmi le labbra su tutto il collo e la clavicola.
Poi si ferma e mi guarda negli occhi.
<<Non posso credere che tu sia vergine>> sussurra.
Cosa?
Perché tirare in mezzo questo discorso ora e imbarazzarmi?
Non riesco a sostenere il suo sguardo così lo sposto altrove.
Guardo una macchina poco più lontana dalla nostra dove ci sono due ragazzi che ridono e scherzano tra loro.
Sembrano così innamorati...
Ottimo. Mi sento molto meglio.
<<Hey piccola. Non volevo metterti in imbarazzo, mi sembra solo incredibile. Insomma... guardati. Sei... wow! Wow! Sono felice che tu lo sia.>>
Sorrido e finalmente trovo il coraggio di guardarlo negli occhi, dopo che lui si è sistemato accanto a me.
<<Perché ne sei così felice?>>
<<Tu sei mia e di nessun altro. Il fatto che tu lo sia, rende questa cosa molto più reale. Il fatto che nessuno ti abbia mai toccata... il solo pensiero mi fa imbestialire.>>
Infatti stringe i pugni e serra la mascella, mettendo in risalto la sua tipica forma quadrata, che amo tanto.
Lo abbraccio e non dico nulla.
Rimaniamo a guardare le stelle finché lo schermo si illumina e ci segnala l'inizio del film.
Io e Tay ci mettiamo comodi: lui appoggiato con la schiena al retro del pick-up ed io tra le sue gambe divaricate, con la mia appoggiata al suo petto. Siamo così avvinghiati l'uno all'altra, che sento il suo petto alzarsi ed abbassarsi al ritmo regolare del suo respiro. Mi conferisce un senso di calma che mi pervade tutto il corpo e si chiude intorno al cuore.
Non sapevo che film mi avesse portato a vedere finché non ho visto la scena iniziale. Questo film è stupendo. Si chiama "Le pagine della nostra vita", tratto da un libro di Nicholas Sparks.
Racconta di una donna anziana che è affetta da Demenza Senile e non ricorda nulla del suo passato e di suo marito che ogni giorno va in camera della moglie, perché si trovano in una casa di cura, a leggerle la travagliata storia d'amore che hanno vissuto da giovani. Ogni giorno va da lei, senza arrendersi mai, nonostante il fatto che lei, ogni volta, dimentichi tutto.
È una storia così commovente e piena di significato, il significato dell'amore, che mi commuove ogni volta. Ogni santa volta.
Taylor quando mi vede piangere si turba un po', infatti me lo fa capire con chiarezza.
<<Vogliamo andare via? Ho sbagliato a portarti a vedere questo film>> dice e fa per alzarsi.
Ma lo blocco. Cosa va a pensare?
<<No Tay, hai fatto benissimo. Non è colpa tua, questo film fa capire quale sia il vero amore ed è per questo che piango ogni volta. Ma sono lacrime di gioia>> replico, tirando su con il naso.
<<D'accordo>> borbotta lui poco convinto.
<<Va tutto bene?>> È strano che in questo momento sia io a doverlo rassicurare.
<<Si. Solo... non mi piace vederti piangere, mi ricorda che fino a poco tempo fa ero io la causa delle tue lacrime>> dice triste.
<<È passata>> dico. E lo spero.
<<È passata>> ripete lui, stringendomi.
Si sporge all'indietro, nell'auto, e prende un contenitore dal quale estrae due panini e due lattine, una di birra, l'altra di coca-cola.
<<Grazie...>> dico, cercando di afferrare quella di birra.
Lui scuote la testa.
<<Nono, questa di coca-cola è tua. La birra è mia.>>
<<Uffa, d'accordo>> sbuffo, afferrando l'altra.
Mangiamo in tutta tranquillità, parlando del più e del meno, quando lui mi chiede una cosa che mi ero chiesta anche io, ma alla quale non ho saputo, o meglio, non ho avuto il coraggio di rispondere.
<<Perché non hai allontanato Hayes da te, quando ha cercato di baciarti?>>
<<Non lo so>> dico in tutta sincerità.
<<Non lo sai?! Come puoi non saperlo?! Insomma, cazzo, tu stai con me!>>
Sta alzando la voce, il che non promette niente di buono.
<<Taylor, calmati, non lo so. Sono sincera. Ma quello che so è che, davvero, mi sono resa conto, dopo quello che è successo, che non provo nulla per lui.>>
<<E quando hai intenzione di dirglielo? Perché lo farai. O lo farò io. Quello stronzo deve starti lontano.>>
Il tono di voce è cupo e minaccioso.
Posa il resto del panino che stava mangiando in una bustina, mettendolo al suo posto.
<<No. Lo faccio io.>>
Già mi sembra crudele dovergli dire che dovrà stare lontano da me, figuriamoci farglielo dire da lui.
<<D'accordo ma fai in fretta.>>
Annuisco.
<<E tu?>>
<<Io cosa?>> Chiede confuso.
<<Quando mi farai il piacere di dirmi quello che voglio sapere?>>
Sbuffa e si passa la mano fra i capelli.
<<Ok...>> sembra agitato e turbato.
<<Cosa vuoi sapere?>> Sorride, evidentemente sperando che io creda che lui sia tranquillo nel raccontarmi di lui.
Ma non è così ed io lo so. Solo che non capisco il perché e sono troppo egoista per non cogliere quest'occasione. Dopo tutto quello che ho passato, in fondo mi merito di sapere realmente chi è questo ragazzo costantemente arrabbiato con il mondo, triste e stronzo, che ho davanti a me e che mi ha fatto soffrire così tanto per arrivare a questo punto.
Questo ragazzo cupo, ma che mi sta facendo innamorare.

PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora