[Yuuca - Melt II]
Park Jimin/박지민
—LILLALa presidenza puzzava di cuscini impolverati, caffè americano rovesciato sul pavimento e colonia maschile. La poltrona beije dove era sprofondato Jimin non riusciva più a contenere tutto l'imbarazzo che aveva in corpo il ragazzo. L'arredamento in barocco della stanza e l'ordine quasi ossessivo in cui erano sistemati gli oggetti lasciavano addosso uno strano senso di agitazione: centinaia di libri con copertine rigide erano distribuiti in ordine alfabetico, penne a sfera suddivise per colore e vecchi documenti sistemati dentro delle spesse cartelle.
Min Yoongi lì dentro era completamente fuori posto, sembrava di un altro pianeta, come un fiocco di neve adagiato sulla sabbia bollente. Era inadeguatamente bello. Le guance di Jimin presero a fuoco quando il suo sguardo intimidito riuscì a spostarsi su di lui.
I capelli castani che gli solleticavano le tempie, la camicia della divisa abbonata male, le ciglia folte e scure che nascondevano i cerchi neri della stanchezza. Averlo proprio lì di fronte, a pochi centimetri dalla faccia, riuscire a sentire l'odore del tabacco ancora sulle sue mani. La luce della mattina si fece più tenue e i tutti pensieri di Jimin volarono via come delle farfalle spaventate. Il ragazzo non percepì alcun suono se non la possente voce del ragazzo di cui era cotto. La luce che entrava dalle finestre pareva illuminare soltanto lui, proprio come in uno dei dipinti di Caravaggio.
«Perché hai fatto questo a mio figlio?» la voce strillante di sua madre lo risvegliò dai suoi pensieri «Lo trovi divertente? Picchiare i ragazzi ti diverte?»
Yoongi si inginocchiò sulla moquette scura, con il capo chino e con le mani adagiate sulle cosce. Fu strano vedere la sua figura orgogliosa sminuirsi in quella maniera «Chiedo perdono» disse senza alzare lo sguardo da terra «Perdonatemi».
L'espressione del preside divenne disgustata, Min Yoongi era quel tipo di alunno odiato da ogni professore, l'immagine esatta di ciò che cercava di nascondere la società coreana «Prenderemo dei provvedimenti Signora Park» rassicurò la madre di Jimin che non sembrò intenerirsi dal gesto del ragazzo «Lo sospenderemo se è necessario». Lo sguardo di Yoongi, per un istante, finì su quello di Jimin.
«Puoi alzarti ragazzo» Nemmeno un capello ribelle erompeva dallo chignon alto della Signora Park, aveva perso l'intera mattinata per pettinarsi a dovere i capelli e per applicare un velo di rimmel sugli occhi. Non si intravedeva alcuna compassione nella sua aria da donna rispettabile, ogni particolare del suo aspetto era stato curato con precisione e sotto questa angolazione lei e suo figlio non si somigliavano affatto. I lacci delle scarpe di Jimin penzolavano a terra, da parecchio tempo non usciva per comprare qualche abito nuovo, e per quanto riguarda i suoi capelli, quelli erano stati pettinati in fretta soltanto una volta quella mattina.
Sua madre si era impegnata e aveva sempre cercato di non fargli mancare alcun tipo di affetto ma spiacevolmente Jimin era la fotografia esatta di chi non aveva mai ricevuto alcun tipo di benevolenza. La sua gracilità, il suo aspetto trasandato e le sue pupille stanche. Jimin aveva bisogno di un diverso tipo di affetto e non di attenzioni continue.
Yoongi si alzò lentamente, aveva sul viso un'aria affranta e stanca, il pallore delle sue guance era piuttosto evidente. Era chiaro, aveva passato un'altra delle sue notti in bianco. «Per quanto tempo durerà la mia sospensione?»
Anche Jimin si alzò in piedi. Rigido come un vecchio tronco, con lo sguardo autoritario rivolto verso il preside «Non sospendetelo» disse senza alcuna esitazione «E' stata colpa mia».
«Jimin!» lo sgridò sua madre «Lui non ha nemmeno un graffio, dove dovrebbe essere la tua colpa?»
E' vero. Yoongi non aveva nemmeno un graffio ma Jimin era quasi certo che ci fosse qualcos'altro sotto. Delle ferite profonde inflitte sul cuore, dell'angoscia muta e dei sensi di colpa che da tempo non lo facevano addormentare. Anche Min Yoongi era ferito,stava messo male, non aveva un occhio nero ma aveva fatto a botte con la sua stessa esistenza. E solo occhi scaltri e innamorati come quelli di Jimin riuscivano a vedere tutti i suoi lividi.
STAI LEGGENDO
RESILIENZA
Fanfiction[yoonmin]❝Jimin era Gennaio, Yoongi era Giugno.❞ title cred: © blackhairblackdress