8. Ci vediamo stasera, passo a trovarti

22 2 0
                                    

Verso mezzogiorno Pertinent si congeda e torna a casa sua per pranzare.

"Cosa ne pensi?" Robert è rimasto fermo al suo posto sulla poltroncina, mentre io mi sono alzata per accompagnare Edward alla porta.

"Non so...è tutto molto confuso..." Mi avvicino a lui.

"Secondo me la soluzione è molto semplice: lui scopre dei microchip, il big boss dell'azienda criminale lo viene a sapere, decide di farlo fuori, ma prima vuole che completi il progetto, così assume un tipo che una sera in un bar versa un qualche potente veleno nella birra di Pertinent."

Rimango ad ascoltarlo. Questa di certo è la soluzione più semplice, ma non è detto sia corretta.

"Senti, guarda se trovi qualcosa su quella ditta, come ha detto che si chiama? Lowmode? Io mi occupo del veleno e di Woods."

Annuisce prima di alzarsi ed avviarsi verso l'uscita.

"Ci vediamo stasera, passo a trovarti." Dice prima di chiudersi la porta alle spalle.

***

Questo semaforo è rosso da almeno due minuti! Ah non ce la faccio più, se non avessi una volante della polizia di fianco premerei accidentalmente l'accelleratore e partirei...uff evviva! Verde!

Sto andando a casa del dottor Silver. Ci eravamo dati appuntamento alle tre. Lui abita nella 25 strada, non ci metto molto ad arrivare.
Abita in un palazzo non troppo alto, di un'insolito colore arancione. Solitamente gli edifici sono a vetri o comunque di colore che varia dal bianco al nero, lui, invece, abita in un edificio arancione.

Dopo aver parcheggiato la macchina di Robert, mi avvio verso l'entrata del condominio.
Proprio così Robert mi ha lasciato la sua macchina, ha detto che verrà a riprenderla stasera ed ha sottolineato la parola INTERA. Quanta fiducia che ha in me!

In ogni caso...suono al campanello recante il cognome

Dottor Silver

Pochi secondi più tardi mi risponde una voce roca. "Tredicesimo piano, prendi pure l'ascensore sulla destra."

No! Guardi, avevo intenzione di salire a piedi! Sai tredici piani da due rampe di scale l'uno non sono niente!

Faccio come mi ha detto e mi ritrovo all'interno di un appartamento veramente accogliente. Sembra il suo ufficio di quando lavorava alla justice and honesty: due poltroncine verdi affiancano un tavolino basso di legno scuro e tutto intorno le pareti sono tappezzate da librerie.
Mi fa sedere su una delle poltroncine e mi offre un te che io accetto molto volentieri.

Dlin dlin dlin

Suona un camapanellino che fino ad ora era stato fermo sul tavolo e pochi secondi dopo entra nella stanza una donna. Indossa una lunga gonna color nocciola ed una camicetta a fiori, mentre ai piedi porta delle semplici ma belle scarpette con un accenno di tacco. Non è molto giovane, ma nemmeno molto anziana...non credo sia sua moglie.

"Cosa posso portarle dottor Silver?"

Appunto, non è la moglie.

"Oh Anita, te l'ho detto tante volte di chiamarmi pure Signor Arold!"

Arold è il nome del dottor Silver, ma tutti lo chiamano sempre per cognome in segno di rispetto.

"Saresti così gentile da servirci il te?" Continua il professore.

La donna, Anita, si congeda dopo aver annuito.

"Bene! Parlami di questo veleno." Silver si rivolge a me.

"Oh, sì ecco..." Prendo le analisi di Pertinent e gliele porgo.

"Interessante..." Dice dopo averle esaminate per un po'.

Intanto Anita torna con un vassoio d'argento su cui sono appoggiate due tazzine di te ed una zuccheriera, un bellissimo set in ceramica rossa decorato con lievi pennellate verdi scuro.
La donna che ci ha servito non ha proferito parola, si è semplicemente limitata a portare il vassoio con tutto ciò che il dottore le aveva chiesto.

Verso un cucchiaino di zucchero in una delle due tazzine ed inizio a sorseggiare la bevanda alla vaniglia.

"Mi dica...quando potrebbe aver ingerito questo veleno?" Il dottore sembra preso dal caso.

"Forse mercoledì o giovedì scorso." Rispondo sorseggiando il te.

Silver imita il mio gesto, dopo aver appoggiato le carte sul tavolo.

"Complicato...potrebbe essere cicuta o cianuro o aconite oppure arsenico..."

Potrebbe andare avanti a fare una lista infinita, ma decido di interromperlo.

"Bene, ma il nostro veleno deve essere inodore ed insapore" gli ricordo.

"Mhm...lasciami fare qualche ricerca e fra qualche giorno ti so dire."

"Grazie mille dottore."

"Oh, di nulla...lo faccio volentieri!"

Finisco di sorseggiare il mio the, poi mi avvio verso la porta di uscita accompagnata dal dottor Silver e da Anita.
La donna mi guarda con fare sospettoso...forse pensa che io stia comprando un veleno per un qualche fine criminale...
Il dottor Silver è un uomo onesto, ma nel suo laboratorio fa ricerca e tiene sempre qualche boccetto di estratti nocivi.


"Allora ci sentiamo in questi giorni." Mi rivolgo a Silver regalandogli uno dei miei sorrisi più sinceri.

"Certo!" Risponde lui sempre sorridendomi, per poi aggiungere "ah, quasi dimenticavo! Se il tuo cliente inizia ad avere altri sintomi comunicamelo."

Annuisco per poi uscire definitivamente dall'appartamento e poi dal palazzo.
Torno alla macchina di Robert cercando le chiavi all'interno della borsetta, ma non le trovo. Provo nelle varie tasche della giacca, ma niente da fare. Continuo a cercarle per svariati minuti, ma delle chiavi nessuna traccia.
Mi viene un leggero attacco di panico dal momento che la macchina non è mia...e in realtà non ho paura di ciò che mi può rimproverare Robert, ma più dello scatto d'ira che avrà mio zio quando scoprirà che ho perso le chiavi di una delle sue preziose auto.
Ripercorro la strada fino al portone del condominio arancione...magari mi sono cadute...niente, non le trovo.
Torno all'auto e ci giro intorno, ma delle chiavi nessuna traccia. Mi abbasso per controllare che non siano finite sotto la macchina...cosa abbastanza impossibile, ma capitemi...sono disperata!
Sto per alzarmi, quando due scarpe nere lucide si piazzano davanti alla mia faccia. Sollevo lo sguardo, per poi alzarmi in piedi e guardare dritto negli occhi la persona che si trova di fronte a me.

Il Passo Della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora