Giungemmo in una locanda; entrando mi stupì di vederla così piena, ed in un attimo mi fiondai a sedere su uno sgabello al bancone, appoggiandoci sopra il mio amato cappello di paglia, accarezzando di sfuggita la fascia rossa che circondava la base mentre venni subito raggiunto da Zoro. Sorrisi e iniziai a chiedere ripetutamente del cibo, sbattendo frenetico le mani contro il bancone con foga, ignorando che facendo ciò disturbassi gli altri clienti.
-Ma guarda un po' chi c'è... Quello che non paga il conto.- commentò stizzita una ragazza con uno sguardo indignato e la riconobbi come la stessa che avevo quasi travolto quel pomeriggio. Risi imbarazzato, non aspettandomelo e grattandomi il capo con un sorriso enorme. -Smettila di fare fracasso.- ruggì subito a denti stretti, con uno sguardo assottigliato e cupo che mi mise davvero paura, così l'accontentai, ingoiando un groppo di saliva in gola e immobilizzandomi di colpo.
-Intuisco che vi conosciate già.- borbottò Zoro, alzando gli occhi al cielo, temendo forse di dover pagare a lei anche quello che credeva non avessi pagato io.
-Non esattamente. Ci siamo solo scontrati per strada.- spiegò mandandomi di scatto uno sguardo acido nel ricordarlo. Sventolando poi i capelli all'indietro tenne a precisare con una domanda dritta a me: -Hai i soldi?- incrociando le braccia al petto.
-Pago io, Nami. Non preoccuparti.- chiarì il mio amico, con un braccio che gli reggeva il mento, in una posa del tutto indifferente.
-Ottimo! Ordina tutto quello che vuoi, allora!- esclamò giuliva con un sorriso consapevole che avrebbe guadagnato più di quanto si aspettasse quel giorno, forse perché anche Zoro mangiava tanto. -Sanji, prepara i migliori piatti per i nostri ospiti!-
A quell'affermazione mi venne l'acquolina in bocca, mentre urlai di volere della carne: con la lingua di fuori, bramoso di mangiare più che mai. E in poco tempo fui servito con un banchetto di carne da un cuoco biondo vestito in giacca e cravatta nera, con camicia gialla, dalle movenze eccentriche ed una frangetta che gli copriva l'occhio destro, mentre quello scoperto aveva un bizzarro sopracciglio arricciato in senso antiorario.
-E ricordati del tavolo sedici.- gli ricordò la ragazza, tornando a servire dei clienti con in mano un vassoio liscio e nero dove, appoggiati sopra, sovrastavano un paio di bicchieri di birra.
-Certo mia cara Nami; ogni tuo desiderio è un ordine per me!- esclamò, svolazzando con gli occhi a cuore.
Ignorai quelle parole, troppo affamato, e continuai ad abbuffarmi mentre Zoro, guardando con un'occhiataccia il bel cuoco innamorato che non lo degnava nemmeno di osservarlo intanto che lo serviva, troppo occupato ad ammirare con occhi dolci, Nami, beveva, mangiando anche un po' di carne e qualche onigiri, quelle polpette di riso davvero squisite.
-Tsk.- mi rivolse un mezzo sorriso alla visione di me che mi infilavo tutto in bocca senza alcun ritegno -Sei un vero mangione.- ridacchiò, scuotendo piano il capo, divertito; finché le porte non si spalancarono di botto, facendo voltare tutti, ma io non ci feci caso, voglioso di dedicarmi solo a quel cibo succulento.
-Eccomi tornato!- esclamò, entrando; ed io adocchiai di sottocchio che fosse un ragazzo dal naso lungo, vestito con una t-shirt gialla ed un jeans lungo marrone, mentre attirò a sé l'attenzione di tutti -Il grande Usop è qui tra voi!- urlò fiero, reggendosi con una mano una borsa a tracolla.
-Piantala e siediti!- ruggì Nami, accigliata quando ebbe capito chi fosse, tornando dietro il bancone e demoralizzando Usop che decise di ubbidire con la coda tra le gambe, con tutti che tornarono al loro cibo con naturalezza, forse perché accadeva un po' tutti i giorni.
-Dovresti finirla con questa pagliacciata!- sbuffò seccamente Sanji con in bocca una sigaretta spenta.
-Ma quale pagliacciata? Sono un grande uomo io!- spiegò puntandosi un dito al petto, sedendosi accanto a me, e senza volere iniziò a studiarmi incuriosito -Ehi... Ma a te non ti ho già visto?- chiese sorpreso, mentre osservava il mio cappello davanti a lui.
-No, ne dubito.- borbottai con la bocca piena sputacchiando un po' ovunque.
-Ergh..- fece una smorfia, disgustato da quello spettacolo, ma poi tornò serio, allungando una mano verso l'oggetto di mia proprietà.
-Ehi! Non toccare il mio tesoro!- protestai irritato, levandoglielo dalle mani. Lui mi fissò stralunato, alzando un sopracciglio incredulo.
-Il tuo tesoro?- domandò curiosa Nami allungandosi con il busto sopra il bancone nella mia direzione, intanto che Zoro e Sanji mi osservarono seri, vogliosi tutti di sapere.
-Sì, è un regalo di due persone a me molto care. Rappresenta un tesoro per me, e nessuno può toccarlo senza il mio permesso!- asserii soddisfatto, annuendo convinto, mentre masticavo il cibo a bocca aperta.
-Davvero?- si sorprese la ragazza, stupita dalla mia prima affermazione.
-Eppure ti ho già visto da qualche parte...- tornò a dire il nasone tra i sussurri, reggendosi una tempia pensieroso con un dito. Mentre lo osservai curioso di sottecchi, appoggiando il cappello sul bancone, più tranquillo.
-Smettila e vedi di ordinare qualcosa, altrimenti sloggia.- affermò il cuoco seccato.
-Ma sì, invece! Ti avrò visto su qualche giornale...- si fermò, cercando di stringere le meningi per ricordarsi, portandosi una mano sotto al mento.
-Smettila con le tue bugie, e lascia il cliente in pace.- sbottò Nami, con le mani piantate sui fianchi, osservandolo infastidita, intanto che il cuoco, Zoro e tutti i clienti mi scrutavano in modo un po' troppo sospetto per i miei gusti.
-Non sto mentendo. Stavolta dico davvero!- commentò lui di rimando, offeso, rovistando nella sua borsa finché non tirò fuori da esso un giornale, facendo echeggiare il suono delle carte che si stropicciavano.
Vedendolo sfogliare quel giornale sentì il sudore invadermi la fronte ed un caldo torrido seccarmi la gola, mentre, inghiottendo un altro boccone, smisi di mangiare, temendo per ciò che poteva esserci scritto.
-Eccoti!- esclamò vittorioso, schiaffeggiando più e più volte sulla pagina in questione con soddisfazione, dove vi era anche la mia foto, per poi iniziare a leggere ad alta voce, il giusto perché lo sentissero solo loro quattro e me. -Il famoso campione di nuoto, Monkey D. Luffy, lascia tutti sbigottiti dopo la sua decisione di lasciare lo sport a cui ha dedicato la maggior parte della sua vita. E così che finirà l'era del miglior nuotatore giapponese? Purtroppo non possiamo saperlo. Il ragazzo non ha voluto lasciare commenti.- finì di leggere nonostante l'articolo non fosse finito, mentre si voltò a guardarmi come gli altri tre, ma io ero più tranquillo: non c'era nulla di quello che mi aspettavo per fortuna e, forse, per quello, dovevo ringraziare mio nonno, che non voleva che cose di famiglia si sapessero così apertamente.
Lo osservai in faccia, ignorando i loro sguardi stupiti e così, con nonchalance, decisi di continuare a mangiare, sentendo ancora un leggero vuoto nello stomaco.
-T... Tu sei il famoso nuotatore?- quasi urlò il nasone, ma si trattenne, e con gli occhi sgranati Nami aspettò la mia risposta.
-Sì, lo ero.- farfugliai con sufficienza, sempre con il cibo in bocca.
-Incredibile...- sussurrò basito, Sanji, per poi sorridere come il resto della combriccola mentre terminai finalmente di mangiare.
-Grazie per il cibo, era tutto buonissimo!- esclamai sincero, congratulandomi con il cuoco, leccandomi i baffi e tenendo le mani sull'enorme pancione che adesso avevo per colpa del cibo assimilato, ma trattenni il respiro, con i polmoni pieni e iniziando a riscaldare il mio corpo che arrossì producendo un po' di vapore, cercando di digerire e di bruciare le calorie il più in fretta possibile: ed eccomi, ero subito magro e pimpante come al solito, lasciando tutti fin troppo basiti.
-Oh, sono felice ti sia piaciuto.- rispose, gradendo il parere con un immenso sorriso, anche se stranito da quella performance di "dimagrimento istantaneo".
-Bene. Ora posso andare.- ridacchiai, alzandomi energico.
-Se vuoi puoi restare ancora.- commentò Nami, tenendo il malloppo che Zoro aveva sganciato per la cena, in mano, con gli occhi a forma di Berry; forse vogliosa di altra grana.
-No, grazie. Penso che mi farò un giro.- borbottai, rimettendomi il cappello in testa.
-Non ti disturba se ti faccio compagnia, vero? Infondo, tutti vorrebbero stare insieme al grande Usop!- esclamò il nasone e così, alzando le spalle annuì, avviandomi seguito anche da Zoro che salutò i due amici locandieri come anche Usop, i quali ricambiarono, mentre sentivo gli occhi dei clienti su di me che sussurravano tra loro: "ma quindi chi è?", non avendo ascoltato a pieno la nostra conversazione, però li ignorai con indifferenza.
-Allora, hai girato il mondo immagino.- decise di spezzare il ghiaccio, Usop, camminando tra la folla in tono fiero, come una star, venendo beatamente ignorato dal "suo" pubblico.
-Esatto.- risposi con naturalezza, ma a ripensare a quelle esperienze e alle gare mi emozionai come se fossi in quei posti meravigliosi tutti assieme, mentre Zoro mi teneva costantemente d'occhio, non capivo il perché, forse voleva chiedermi qualcosa.
-E perché ora sei qui?-
Osservai Usop e pensai alla sua domanda per pochi istanti; annusando l'aria gelida intorno, il cielo immenso di blu che mi sovrastava, pieno di puntini bianchi scintillanti; scrutando la luce lampante dei lampioni e dei negozi costantemente aperti nonostante il tardo orario, prima di rispondere:
-Vacanza. Starò qui per un po' e poi..-
-Tornerai alla tua carriera, giusto?- mi interruppe, orgoglioso della scelta che credeva avessi fatto -Infondo ti capisco, chissà quanto ti stressano. Essere una star è difficile, fidati io ne so qualcosa.- annuì convinto.
-Ah, ma smettila! Cosa vuoi saperne tu!- scattò Zoro, sbuffando stanco per le sue continue bugie mentre con un dito punzecchiava la sua fronte ripetutamente, come per farlo smettere.
-No, non penso.- commentai piano, rispondendo alla sua domanda e guardandomi attorno curioso; in quegli anni la città era cambiata parecchio, ma infondo io non ci avevo vissuto così tanto da ricordarmi tutto.
-C... Cosa?- urlò spaventato e incredulo indirizzato a me, attirando tutta l'attenzione della gente su di noi che passeggiava tranquilla, cercando di capire cosa accadesse per quelle urla. -Ma... perché? Era il tuo sogno essere il re, il miglior nuotatore del mondo, e c'eri quasi!- sbottò gesticolando basito, il nasone, con Zoro che si affrettò a farlo tacere prima che la folla capisse e mi si buttasse addosso per l'emozione come si fa con qualsiasi altra star.
"Perché?"... Pensai a quello che aveva detto attentamente. Era stata dura lasciare il mio sogno alle spalle, per non parlare quanto era stato doloroso, e che lo fosse tutt'ora, ma lo era ancora di più praticarlo conscio del fardello che portavo. Scuotendo il capo per distrarmi non gli risposi, continuando a camminare alla ricerca di un qualche svago, e incrociando gli occhi di tutte quelle persone ficcanaso che mi fissavano per capire che cosa avessi mai fatto per procurare scompiglio nel ragazzo nasone, ma che sembrava già aver dimenticato tutto nel notare dei ragazzi in particolare, in un angolo tra due edifici ben illuminati e caldi, pieni di fiori dentro a vasi colorati.
-Usop, Zoro!- sentì i loro nome venire chiamati da quel gruppetto in mezzo a tutto il trambusto che c'era; e mentre loro si fermavano a salutare ne approfittai per uscire di corsa dalla città, ritrovandomi nella vegetazione più totale della foresta del monte Corbo, lontano da tutti.
Lasciai all'aria di entrare tutta nei polmoni prima di correre tra gli alberi alla ricerca di quel posto, quel nascondiglio, sperando che ci fosse ancora, che in tutti quegli anni non si fosse rovinato o logorato per via del tempo; non lo avrei sopportato.
Con le gambe che fremevano per la troppa corsa, quasi cedendo ad ogni passo per la stanchezza arrivai in fretta alla destinazione: alla casa sull'albero, quello più alto, e quella che avevamo costruito insieme. Sospirai prima di salire. In quel momento avevo solo bisogno di immergermi in quei ricordi, e non mi interessava se mi avrebbero distrutto, infondo, era l'unica cosa che mi rimanevano.
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In love by chance
FanfictionMonkey D. Luffy è un ragazzo di diciannove anni, ma con la testa, troppo, tra le nuvole ed un cuore grande e ricolmo di innocenza. Purtroppo si porta alle spalle un grande segreto e dentro un profondo dolore che continua a tormentarlo senza sosta. ...