Non posso dire che il suono delle sveglia mi abbia dato fastidio, ha solo segnato l'inizio di una nuova vita. Sono sempre stata molto positiva, e lo sono anche ora, ma buoni presentimenti si mescolano all'ansia e alla paura di essere considerata ancora la più sfigata della scuola. Alle medie, inizialmente avevo qualche amico ma per nessuno di loro ero la prima scelta, anzi ero solo un'alternativa.
Mi alzo dal letto e vado verso la finestra. La mia villa si trova proprio davanti al mare e il paesaggio che si ammira ogni mattina e stupefacente. Le onde trasparenti e cristalline si infrangono delicatamente sulla spiaggia e la sabbia soffice riflette tutte le sfumature dorate del sole. Intanto i negozi e le vie del centro iniziano a popolarsi di gente frenetica diretta al lavoro. È vero, i miei genitori sono imprenditori e quindi viviamo in una bella casa in un ottima posizione. Questa però non è mai stata una fortuna per me. Anzi mi sono sempre sentita a disagio e per questo mi sono isolata. Osservo ancora per un po' il meraviglioso paesaggio californiano e poi decido di prepararmi. Rovisto un po' nell'armadio e poi decido di mettermi una t-shirt nera con scritte bianche, un paio di shorts chiari, le vans nere e un cardigan rosa. Mi sistemo poi i capelli in due treccie alla francese. Mi metto un filo di trucco e non appena finisco mi spavento sentendo un urlo di mia madre provenire dal piano di sotto: "Maeve sbrigati! È ora di andare a scuola!". Afferrò il mio zaino e scendo. "La limousine è fuori che ti aspetta" "Mamma, te l'ho detto mille volte! Non voglio andare a scuola in limousine preferisco prendere l'autobus come tutti!" "Ok, ok ma sbrigati altrimenti arriverai tardi proprio il primo giorno di scuola!" Non le rispondo ma la saluto con un bacio e faccio lo stesso con la mia sorellina Jada, che si era appena svegliato. Jada ha otto anni e frequenta ancora le elementari. Fuori vedo il nostro autista Jack e lo saluto con la mano. Lui sa benissimo che preferisco andare in autobus, al contrario di mia madre. Cammino fino alla fermata dell'autobus tra mille pensieri e appena arrivo salgo sul numero 18. Ci metto circa 10 minuti e appena scesa dal veicolo mi accorgo di essere agitatissima. Il cuore mi batte all'impazzata. Il pensiero di ricominciare da capo, con il rischio che finisca come alle medie mi terrorizza. Rimango per un po' a fissare l'edificio, gremito di ragazzo che aspettano di entrare. Poi, mi faccio coraggio e cercando di essere invisibile mi faccio largo tra la folla. La scuola è un edificò in mattoni veramente enorme con molteplici aule. Davanti presenta un vasto cortile pieno di alberi, panchine e qualche stand. Mi avvicinò ad uno di questi è ordino un cappuccio. Lo sorseggio seduta su una panchina. Terminato, mi metto a gironzolare per il giardino osservando tutti gli altri ragazzi e pensando inevitabilmente a quando mi sentissi sola...
Il suono stridulo della prima campanella dell'anno mi fa sussultare. È arrivato il momento di iniziare una nuova vita.
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Scars of life
Teen FictionMaeve è una ragazza di Los Angeles di 14 anni che, dopo aver affrontato un terribile periodo alle scuole medie, tra bulli e prese di mira da parte degli insegnanti, termina il suo ciclo di studio e passa all'high school. Nella nuova scuola non conos...