Mi metto a pensare a quello che potrei chiedergli. Ho tante di quelle domande che non so nemmeno da dove cominciare e per giunta non vorrei esagerare, facendolo così andare via e dargli il pretesto per non dirmi più niente.
Così parto da una domanda facile.
<<Mmmh. Come mai tu ed Adam siete stati bocciati? E perché l'avete fatto insieme?>>
Non si aspettava questa domanda. Lo vedo dal suo viso confuso, ma poi risponde.
<<Non avevamo voglia di lasciare il liceo. Non ci sentivamo pronti.
Non volevamo lasciare tutti gli affetti che avevamo qui, non volevamo lasciare questa città e partire per il college. Non volevamo nemmeno dividere la nostra amicizia per prendere strade diverse. Così abbiamo deciso di non studiare tutto l'anno scorso e così abbiamo fatto. Ci siamo fatti bocciare e adesso eccoci qui. Quello che abbiamo fatto è stato per tutti una delusione. Eravamo bravi, eravamo davvero bravi a scuola. Nonostante non studiassimo mai, uscivamo solamente, ai compiti in classe prendevamo sempre il massimo dei voti. Sai, ci aiutavamo a vicenda. Durante un compito, lui faceva un esercizio ed io ne facevo un altro, quando avevamo fatto ce li passavamo a vicenda e prendevamo sempre delle A. Quando ci siamo fatti bocciare è stata una sorpresa per tutti. Per le nostre famiglie, i professori, il preside della scuola... insomma per tutti quelli che sapevano che potenziale avessimo. Un po' ci è dispiaciuto, ma avevamo preso una decisione e non volevamo cambiarla. Sai come siamo fatti: siamo molto testardi>> conclude con un sorrisetto compiaciuto.
Oh, si.
<<Certo che lo so. Come potrei non saperlo?!>> Sbuffo, roteando gli occhi.
Lui ride, la risata più bella del mondo.
<<Non vi siete pentiti della vostra decisione?>>
<<All'inizio un po' si, non perché non ne fossimo convinti, ma perchè non volevamo deludere nessuno. Ma poi abbiamo deciso che la vita era la nostra, è la nostra e nessuno può dirci cosa fare, tantomeno come viverla.>>
Sono toccata dalle sue parole. Sono così vere che ti spingono a riflettere.
Non l'ho mai detto a nessuno ma mio padre vorrebbe che io al college studiassi avvocatura, visto che mio fratello non vuole proprio. Ma io non voglio. Non voglio perché vorrei studiare medicina. Da quando ero bambina ho sempre voluto farlo. Mi ci vedevo, da grande, con il camice, camminare per i corridoi di un ospedale ed aiutare le persone.
Ma non voglio deluderlo... lo ha già fatto mio fratello.
<<Poi... poi ho conosciuto te, no? Quindi è come se perdere un anno fosse stata una fortuna, altrimenti io ed Adam non vi avremmo mai conosciuto, e voi non avreste mai cambiato la nostra vita in meglio. In molto meglio.>>
Sorrido.
<<Anche tu hai cambiato la mia vita. E anche Adam. Pian piano è diventato l'amico migliore che avessi, è diventato il mio migliore amico.>>
Lui sorride ancora più di me.
<<Adam è un bravo ragazzo. Ci conosciamo da una vita. Lui non è come vuole far sembrare. Non è un ragazzo arrogante. È uno con la testa sulle spalle. È sempre stato il migliore tra noi due. La voce della ragione. Mi ha sempre tirato lui fuori dai guai.>>
È la stessa cosa che con me ed Ally.
Lo dico io che sono fatti l'uno per l'altra.
<<Come vi siete conosciuti?>>
<<Proprio per questo. Da piccoli, molto piccoli, ero solito salire sugli alberi quando andavo al parco per giocare con gli altri bambini, mentre i genitori stavano tutti a parlare tra di loro. Sai come sono, no?>>
Annuisco e gli faccio cenno di continuare.
<<Beh, un giorno ero su un ramo di un albero, ero contento, mi stavo divertendo, poi un bambino con i capelli neri, ai piedi dell'albero si è messo ad urlarmi contro. Mi ha detto che dovevo scendere da lì perché i rami potevano cedere sotto il mio peso. Io scesi tutto incazzato con lui, perché pensavo lo dicesse perché si preoccupava più per l'albero... per la natura, insomma. Ma no, lui si preoccupava per me. Lui si preoccupava e si preoccupa ancora, per tutti. Anche per chi non conosce affatto.
Comunque qualche ora dopo, sentimmo delle grida provenire da quell'albero: era un bambino che si era arrampicato sull'albero, proprio come me, ed era caduto perché il ramo aveva ceduto e si era spezzato. Corsi subito da Adam e lo ringraziai. Da allora ringrazio il cielo per avermelo fatto conoscere.>>
Sorride, ripensando a quando era piccolo.
<<Wow>> rido. <<Ti cacciavi nei guai già da molto piccolo.>>
<<No, fammi capire. Di tutto quello che ti ho raccontato, tu sei riuscita a capire solo che mi caccio nei guai da sempre?! Wow lo dico io.>> Mette su il broncio ma poi ride con me.
<<Cos'altro vuoi sapere?>>
Si sta aprendo e soprattutto lo vedo molto più rilassato di prima.
Ne sono felice, sono felice che per lui parlare con me di sè, non sia un peso.
<<Allora...>> pensando, porto la mano chiusa a pugno, sotto il mento.
<<Cosa vorresti fare dopo il liceo? Non credo tu voglia essere bocciato ancora>> rido.
<<No>> mi guarda storto, sorridendo di rimando.
<<Credo che andró al college, vorrei studiare medicina. Non so.>>
Oh. Mio. Dio.
Anche lui!
<<Tu... tu vuoi studiare medicina?>>
<<Si. Perché?>>
<<Anche io Tay. Anche io voglio studiare medicina!>>
Okay. Ora più che mai sono decisa a parlarne con mio padre.
Sorrido a trentadue denti, saltandogli addosso. Cadiamo entrambi all'indietro e rimaniamo stesi sul piumone l'uno sopra l'altro, a fissarci negli occhi.
<<Ci vieni alla festa di Halloween, questo weekend?>> Mi chiede tutto ad un tratto, mentre siamo abbracciati.
Giusto la festa! Me ne ero dimenticata.
<<Non lo so... l'avevo dimenticato.>> Faccio spallucce.
<<Avanti, devi venirci. Devi venire per me.>>
Non ho voglia di andare ad un'altra stupida festa, soprattutto se ci sono Missy e Molly, dopo quello che è successo l'ultima volta.
Ma da un'altra parte, voglio controllare che cosa fa Taylor. Insomma stiamo insieme da appena due giorni e non mi fido di lui del tutto.
<<Non lo so. Fammici pensare.>>
<<Eh no, tu ci vieni e basta.>>
Comincia a farmi il solletico ed io urlo e rido come una pazza.
<<Okay! Okay! Basta! Ci vengo>> urlo per farlo smettere.
La smette e si stende di nuovo accanto a me, soddisfatto.
<<Ottimo.>>
<<Stronzo>> borbotto a bassa voce.
<<Cosa?!>>
Oddio adesso ricomincia con il solletico, è quello che vedo dal sorrido malefico che ha stampato in faccia.
<<Niente niente!>>
Annuisce.
<<Bene>> sorride compiaciuto.
Bastardo.
Stavolta lo penso però.
Soffro troppo il solletico! Non è colpa mia!
<<Ci vengo solo perché non voglio che nessuna ti stia intorno.>>
<<Sei gelosa, bimba?>> Mi schernisce.
Cosa vuole?! E poi anche lui lo è ed io non gli dico niente.
<<Si, lo sono. Ma non voglio che tu pensi che io sia una di quelle fidanzate psicopatiche che stanno attaccate ai loro fidanzati.>>
<<Certo. Anche perché se lo fossi non ce la farei>> sospira.
<<Non preoccuparti. Ma tu mi lasceresti?>>
<<Non potrei mai. Mai. Mettitelo in testa. Non ti lascerò mai.>>
Gli do un bacio e rimaniamo un altro po' abbracciati.
Finché...
<<Tay, perché l'altra volta hai detto che James non è tuo padre?>>
Lui spalanca gli occhi e si alza di scatto, facendo alzare anche me.
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PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017
Teen Fiction"Perché questo dovrebbe essere l'amore: un mare di emozioni che non ha freni, e tocca a te decidere se domare le sue onde o lasciarti trasportare." Amber, una ragazza estroversa e solare, all'ultimo anno del liceo, diciassette anni, ma ne sta per co...