I Sovrani

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Iniziamo a percorrere i corridoi poco illuminati del palazzo. Non c'è nessuno. Sembra che questo luogo sia abbandonato da anni. Le numerose ragnatele hanno reso bianche le pareti terrose e per terra vi sono numerosi corpi umani.
«Non sono più tanto convinta di voler continuare su questa strada» affermo nervosa ma i due ragazzi non mi danno ascolto e continuano a camminare.
«Potreste ascoltarmi per lo meno»
«Andiamo dolcezza, siamo quasi arrivati alla tua stanza» afferma Sam.
«E i miei genitori adottivi? Pensavo che mi portaste da loro»
«Purtroppo sono impegnati a placare una rivolta. Questi luridi succhia-sangue non sanno fare altro che creare problemi» continua Sam e io annuisco. Continuiamo a camminare in silenzio. Nemmeno un rumore proviene dall'interno del corridoio. Chissà cosa starà succedendo. Vorrei tanto saperlo.
«Ecco qua la tua stanza» afferma Jack fermandosi davanti ad un enorme porta rossa. Entro nella stanza e non posso fare a meno di sospirare di stupore. La camera è enorme. Più di quanto potessi immaginare. Le pareti sono rosse e nere. Su una parete è addossato un letto a baldacchino con una grande cassa di legno ai suoi piedi. Proprio come quelli delle principesse del Cinquecento. Sulla parete opposta c'è un camino con una poltrona e un divanetto posizionati davanti. Non ci sono finestre. Al loro posto c'è un'enorme libreria. Vi sono altre due porte posizionate accanto alla libreria. Entro nella prima e con mio grande sollievo mi ritrovo in un enorme cabina armadio colma di vestiti eleganti e scarpe alte di tutti i tipi. Cappellini, ombrellini per il sole. C'è di tutto. Ed è tutto della mia taglia! Probabilmente Sam e Jack devono averli avvisati di tutti prima del mio arrivo.
«Ma questo posto è il Paradiso!» Affermo sognante.
«No, quello è molto più bello mia cara. Forse un giorno potrai vederlo con i tuoi stessi occhi» afferma Jack. Non capisco il significato di quell'affermazione ma poco importa, sono troppo impegnata a curiosare tra i vestiti.
«Allora noi ti lasciamo. La colazione verrà servita alle sette di mattina, il pranzo alle tredici e la cena alle otto di sera. Ci faremo trovare fuori la porta domattina così da mostrarti la strada» afferma Jack e, dopo avermi salutata, mi lasciano sola nella stanza. Non posso crederci che tutto questo è mio. Prendo un pigiama di cotone dall'armadio ed entro nella stanza accanto che si rivela un bagno. Mi sembra quasi un sogno. Entro in doccia e lascio che l'acqua scacci via il mio passato, il mio dolore, i miei amori. I miei amori. Già, Romy. Stava finalmente prendendo una piega positiva ma me ne sono dovuta andare. Pazienza, tanto già si sarà dimenticato della mia esistenza. Però mi ha detto che mi troverà ovunque io sia. Anche se dubito riesca a trovarmi quaggiù. Esco dal bagno e mi catapulto sul letto. Chissà se domani avrò la possibilità di conoscere i miei genitori. E mentre sono in balia delle mie mille preoccupazioni, l'oscurità mi avvolge.
«Principessa, posso entrare?» chiede una voce dall'esterno.
«Certamente» rispondo assonnata. Mi metto a sedere sul letto e una donna sulla trentina. «Buongiorno Vostra Altezza, io sono Alexia. I vostri genitori mi hanno mandata qui per aiutarla con gli abiti» spiega la donna. Chissà se sa che in realtà loro non sono davvero i miei genitori.
«Oh» è l'unica cosa che riesco a rispondere. Però fermi tutti. Lei sicuramente non conosce la mia storia eppure mi ha chiamata principessa. Ciò vuol dire che i miei genitori adottivi sono i sovrani di questo regno.
«Prego, entrate!» esclama riscuotendomi dai miei pensieri. Due maggiordomi entrano reggendo un'enorme scatola.
«Cos'è?» chiedo curiosa.
«Un regalo dei vostri genitori. Vorrebbero che lo indossaste per la colazione» spiega Alexia. Apro la scatola e prendo il vestito rimanendo senza parole. Il corpetto è nero e, sulla schiena, presenta vari lacci incrociati. Immagino che verrà stritolata come un salsicciotto. La gonna invece è bordeaux e ha vari ricami in pizzo nero.
«Prego, si metta lì sopra» afferma la donna indicandomi uno scalino sul quale salire. Eseguo il suo ordine mentre lei prende la gonna e si avvicina a me.
«Per favore, alzi le braccia Vostra Altezza»
Alzo le braccia e mi abbasso un poco per farle infilare il vestito dalla testa. Una volta assicuratasi che sia indossato in maniera corretta, inizia a stringere il laccetto posto sull'orlo stringendolo in vita. Ripete la stessa operazione per il corpetto.
«Non respiro» riesco a dire a malapena. Secondo me sta cercando di uccidermi.
«È normale, ma poi si abituerà a ciò» risponde Alexia e non posso fare a meno di annuire. Mi porge delle scarpe alte nere e le indosso. Mi fa accomodare sulla sedia della scrivania e inizia a pettinarmi per poi passare al trucco. Non mi sono mai sentita così piena di attenzioni. Sono sempre stata abituata a fare tutto da sola e ora addirittura mi ritrovo con una domestica che addirittura mi veste.
«Possiamo andare?» chiede e io scuoto il capo.
«Non ancora. Stanno arrivando i miei migliori amici. Andrò con loro. Grazie mille per la premura» affermo e la donna annuisce uscendo dalla stanza dopo un lieve inchino. Inizio a camminare per tutta la stanza per abituarmi all'enorme abito ma non serva a nulla. Mi sento impacciata. Sam e Jack entrano nella stanza e rimangono impalati sulla soglia della porta.
«Allora? Andiamo?» chiedo e loro si riprendono.
«Certo andiamo» risponde Jack porgendomi il braccio. Lo prendo e iniziamo a dirigerci verso la sala da pranzo.
«Può annunciare la Principessa Lilith» dice Jack a un vampiro. Quest'ultimo annuisce ed entra nella stanza.
«La Principessa Lilith accompagnata da Sir Jack e Sir Sam!» annuncia e l'enorme tendone rosso si apre. L'intera sala trattiene il respiro e mi accorgo solo adesso di farlo anche io. Scendiamo l'enorme scalone e ci avviciniamo ai due Troni dove siedono i due sovrani. Faccio un lieve inchino imitando Sam e Jack. La Regina scende dal suo Trono e si avvicina a me.
«Piccola Lilith! Da quanto tempo» sussurra con gli occhi lucidi mentre mi abbraccia. Ricambio l'abbraccio e mi sento a casa. Anche se questo non è casa mia.
«Vieni, siediti» afferma mio padre scostando la sedia accanto a lui. Mi siedo e lui avvicina la sedia al tavolo. Mi sento viziata.
«Dopo tutti questi anni sei ritornata» afferma la Regina prendendo posto di fronte a me. Le sorrido leggermente e iniziamo la colazione. Mi chiedono molte cose su di me, sul mio passato e gli racconto tutto. Passo dopo passo.
«Ah Walt, quanto ci siamo persi» sospira alla fine del racconto. Mi trattano come se fossi figlia loro anche se sanno che non è così.
«Tranquilla Reina, ci sarà tutto il tempo necessario per recuperare» risponde mio madre. Walt e Reina. Quindi è così che si chiamano.
«Raccontatemi qualcosa sulla nostra famiglia» affermo e loro annuiscono. Saranno anche genitori adottivi, ma mi sento parte della loro famiglia più della mia stessa famiglia biologica. Del resto mio padre ha preferito abbandonarmi senza dare spiegazioni a nessuno.
«Millenni fa, insieme all'Inferno e al Paradiso, venne creato anche questo luogo. Nessuno sa chi sia stato il primo Sovrano. Alcuni dicono che sia stato lo stesso Lucifero, il Diavolo in persona. Altri dicono che un umano, bramoso di vivere per sempre, fece un patto con il Diavolo che lo rese immortale ma ad una condizione: avrebbe fatto del male a chiunque avesse avuto sangue umano nelle vene. Così iniziò la leggenda dei vampiri. Gli spietati succhia-sangue. Regnava la pace. Gli angeli avevano la loro parte, così come noi e i demoni. Vivevamo tutti in armonia ma poi un giorno comparvero delle creature capaci di trasformarsi in lupi, altre capaci di incantare chiunque e, infine, le più spietate, le streghe. La pace finì e tutti i Regni entrarono in guerra sotto il controllo dei due Regni principali, Inferno e Paradiso. Incantatori, streghe, vampiri e lupi mannari iniziarono a vivere combattendo l'uno contro l'altro. Quando le cose iniziavano a peggiorare, entravano in gioco Michele e Lucifero per placare gli animi. Nessuno dei due voleva che scoppiasse una guerra sulla Terra. Viviamo in guerra ormai da migliaia di anni e ancora nessuno è capace di porre fine a questa tragedia» spiega Walt.
«Oh» rispondo semplicemente. Non mi sarei mai aspettata una storia del genere. Tutti questi problemi, queste guerre e dispute. E inoltre, Paradiso e Inferno esistono davvero! Ho sempre pensato che fossero delle stupide storie raccontate dai cristiani per attirare credenti.
«Ma adesso non ha più importanza. Le cose stanno per cambiare. Per ognuno di noi» afferma Reina sorridendo mentre il suo compagno prende le nostre mani.
«Questa sera vi sarà una festa in tuo onore» afferma Sam che è seduto accanto a me e io annuisco. Spero che non dovrò portare un abito simile a questo perchè mi manca letteralmente il respiro.
«Questa sera conoscerai il Regno» afferma la Regina e un sorriso spunta spontaneamente sul mio volto. Per la prima volta dopo anni mi sento felice, leggera e fortunata. Per la prima volta dopo la morte di Ryan e Lola mi sento amata.

Il profumo dell'InfernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora