CLOUD
Sbuffai rumorosamente e lasciai ricadere le valigie sul marciapiede.
Okay, forse aveva ragione mia madre quando mi diceva che stavo portando troppe cose.
Mi guardai attorno esasperata e finalmente, dopo quasi venti minuti di ricerche, riuscii a scorgere lingresso del dormitorio femminile a qualche metro da me.
Chi aveva bisogno di quelle teste di caspio che mi avevano abbandonata in mezzo al parcheggio? Io e il mio ottimo senso dellorientamento ci bastavamo a vicenda.
Presi un respiro profondo e, cercando di tenere bene a mente le regole che avevo appreso a lezione di aerobica, sollevai nuovamente le valigie. Cercai di tenere duro il più possibile, dovevo solo raggiungere lascensore e sarei stata salva.
Peccato che mi ero dimenticata del fatto che stessi sulle palle alluniverso.
In un attimo sentii le gambe cedermi, iniziai a barcollare e scivolai in avanti, facendo cadere tutte le valigie a terra.
Ma, purtroppo, non mi resi conto che qualcuno si era piazzato proprio davanti a me.
Gli finii letteralmente fra le braccia e rotolammo entrambi a terra con il sedere sul marciapiede. Alzai la testa dal petto del ragazzo e mi guardai attorno. Le valige si erano aperte e i miei vestiti erano sparsi ovunque.
«Scusami, io...»
Alzai lo sguardo e, quando i miei occhi incontrarono quelli del ragazzo a terra sotto di me, la frase mi morì in gola.
Il ragazzo di fronte a me mi guardò dapprima con aria infastidita, ma poi mi sorrise maliziosamente.
«Se volevi saltarmi addosso bastava chiedere.» ghignò.
Sentii le mie guance arrossarsi di colpo, ma cercai di dissimulare la cosa lanciandogli unocchiata truce. Mi inginocchiai sul marciapiede per raccogliere le valigie, cercando di infilarci dentro i vestiti meglio che potei. Il ragazzo mi guardò divertito e io lo vidi avvicinarsi a me con la coda dell'occhio.
«Wow, sexy...» lo sentii ridacchiare.
Alzai lo sguardo confusa, giusto in tempo per vederlo chinarsi a terra per raccogliere qualcosa. E, non appena capii di cosa si trattasse, sbarrai gli occhi, fiondandomi subito su di lui.
«Ridammele!» urlai.
Il ragazzo ridacchiò e alzò il braccio sopra la testa, troppo in alto perché io e la mia altezza da hobbit potessimo raggiungerlo. «Delle mutande a fiori? Seriamente? Ma quanti anni hai, undici?» mi prese in giro.
Le mie guance stavano andando a fuoco. Riuscii a recuperare le mutande e le infilai in fretta nella valigia sotto lo sguardo divertito del ragazzo. Sentivo il bisogno di prenderlo a schiaffi fino a far scomparire quel sorrisetto da coglione dalla sua faccia.
Volevi dire "quel sorriso dannatamente sexy e affascinante"
Zitta tu.
Presi le mie valigie e iniziai a camminare verso l'ingresso del dormitorio, senza nemmeno rivolgergli uno sguardo. Purtroppo però lui mi seguì, continuando a fissarmi con aria divertita.
«Ma come, non saluti neanche? Non sei molto educata, mocciosa.»
A quel nomignolo mi bloccai di colpo.
Mi voltai verso di lui e lasciai cadere le valige a terra. Mi avvicinai con fare minaccioso, arrivando a pochi centimetri dal suo petto.
«Sentimi bene, razza di idiota. Prova a chiamarmi ancora una volta "mocciosa" e ti tolgo la possibilità di avere figli.» lo minacciai.
STAI LEGGENDO
IN LOVE [SOSPESA]
RomansaCloud Smith, Hanna Grey e Alex Evans fanno parte di un club esclusivo a numero chiuso. Membri del suddetto club: Cloud Smith, Hanna Grey e Alex Evans. È sempre stato così, per tutta la loro breve e oggettivamente monotona esistenza da adolescenti d...