Il bar "Gardenia" che si trovava vicino alla stazione dei treni di Savignano, non era assolutamente famoso per la gente che lo frequentava. Non era uno dei bar più rinomati e non aveva niente di particolare. Uno spazio abbastanza grande per un bancone e di fronte ad esso tavolini in legno con sedie nere abbastanza resistenti. Un'altra piccola saletta alla destra del bancone, con qualche poltroncina, tavolini bassi e un juke-box poggiato alle pareti, piccola passione del proprietario.
I clienti non erano mai molti data la posizione e il piccolo paese, i più fidati, e ormai soliti, erano gli anziani che abitavano nei pressi della stazione o chi, per chiacchierare con gli amici e rivivere i vecchi tempi, li andava a trovare.
C'erano poi alcune figure di passaggio, spesso in abiti formali, prima di recarsi al proprio lavoro.
Ma quasi ogni pomeriggio si poteva notare la figura di una ragazza, nella saletta vicino al juke-box sorseggiare un tea mentre leggeva un libro. Il suo stile era molto semplice, un cardigan sempre sui toni chiari o pastello, un jeans chiaro o un pantalone o addirittura abiti o gonne sempre dai toni delicati. Portava con sè sempre una borsa a tracolla, con dentro un libro ed un borsellino con le monete per il suo tea e per ricaricare il juke-box facendo andare alcuni dei suoi brani melodici, classici o pop preferiti. Nessuno la interrompeva dai suoi ascolti e dalle sue letture, Elisabetta era molto tranquilla e se la cavava abbastanza bene a scuola, con alti e bassi. Nessuno osava mai diventare invadente con lei, la consideravano perfetta.Tutti si erano ormai abituati a questa routine, ma un giorno una nuova ragazza irruppe nel bar. Il suo nome era Amelia. I suoi capelli lisci con ciocche rosse le ricadevano sulle spalle posandosi delicatamente sul chiodo di eco-pelle nera pieno di borchie. Sotto portava una maglietta o una qualunque camicia, l'importante che fosse scura. Blue jeans strappati sulle ginocchia e immancabili anfibi con piccole catene laterali.
Elisabetta alzò un attimo lo sguardo e lo posò sulla nuova arrivata, ma riprese subito la lettura quando Amelia guardò per un istante verso Elisabetta. Si tolse gli auricolari e chiese, educatamente, un tea.
Dopodichè si avvicinò con due monetine al jukebox e scelse una canzone molto semplice, rock'n'roll anni '50. Jerry Lee Lewis. L'animo dei vecchi si infuocò in breve e iniziarono a canticchiare le poche parole che sapevano mentre quello di Elisabetta si infuocò per il fastidio, ma fece finta di nulla, in fondo il jukebox non era di sua proprietà e per una volta non sarebbe successo nulla.Ma ciò che non sapeva era che non sarebbe stata l'ultima volta bensì la prima di una lunga serie.
Amelia si sedette qualche tavolo più distante da Elisabetta, proprio all'angolo della saletta su di una poltroncina. Tirò fuori un'agenda e una penna, iniziando in seguito a scrivere imperterrita.
Ogni tanto le due ragazze alzavano lo sguardo senza mai incrociarlo e lo riabbassavno tornando ai propri doveri.
Entrambe erano diciassettenni, entrambe studenti, entrambe molto simili seppur all'apparenza così diverse ed entrambe amavano il tea.
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tea talks •
Short Storydue ragazze (esattamente opposte tra loro), si incontrano in un bar ogni giorno, ma non si sono mai parlate. Un giorno, decidono di conoscersi meglio e iniziano una serie di 'discorsi da tea'.