Capitolo 3

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Harry

Questa mattina avevo diverse cose da fare, gestire un'azienda come questa  non era semplice. Assorbiva gran parte delle mie energie ed oltre ai consueti articoli da controllare, documenti da visionarie e firmare, avevo il colloquio con la nuova stagista.

Ci tenevo a conoscere personalmente i miei collaboratori, questa era come una grande famiglia ed il compito di scegliere il personale era una di quelle cose che non avrei mai delegato a nessun altro.

Avevo letto il curriculum che aveva preventivamente inviato via mail, sembrava una ragazza interessante, si era diplomata in Italia con ottimi voti e frequentava l'università qui a Londra.  Era molto giovane ma sembrava un elemento brillante da inserire nel mio organico. 

La documentazione era arrivata senza foto, quindi, non sapevo esattamente che aspetto avesse la signorina Evans, speravo solo che non fosse un'oca, non sempre buoni voti corrispondevano a carattere e dedizione. Se fosse stata una ragazza frivola e dall'aria stupida non l'avrei mai assunta. Avevo molte pretese, lo so, ma d'altra parte, questa è un'azienda in cui c'è la possibilità di crescere e le ragazze che si erano presentate prima di lei non mi avevano convinto per niente.

Ero un ragazzo di bell'aspetto e spesso le donne che si presentavano davanti a me arrossivano ed a stento riuscivano a nascondere la loro attrazione nei miei confronti. Io volevo qualcuno che lavorasse sodo, non mi interessava avere alcun coinvolgimento personale, non ne avevo il tempo, la  mia vita era tutto lavoro e dovere, o meglio, era diventata così dopo le molteplici storie che avevo avuto... erano risultate così futili da essere considerate solo una perdita di tempo. Se avessi voluto del sesso non sarebbe stato un problema, grazie al mio aspetto ed alla mia posizione lavorativa, avevo molte donne a mia disposizione, non mi serviva nient'altro.

Quando la vidi varcare la soglia del mio ufficio dovetti trattenermi... La ragazza che si era presentata per il colloquio era bellissima, ma non come si potrebbe intendere la bellezza di una modella, lei era... non so, in effetti mi mancavano le parole e quindi decisi di fare quello che sapevo fare meglio, cioè, lo stronzo dispotico. 

Era in ritardo, perfetto! Avrei avuto un appiglio. Avevamo avuto subito una discussione.               Lei aveva tirato fuori gli artigli, aveva grinta da vendere la ragazza. Questo era ciò che cercavo per me, ehm...per la mia azienda. Quindi la assunsi e, già che c'ero, la stuzzicai provocandola e trovai decisamente pane per i miei denti. 

Non sapevo cosa sarebbe successo ma una cosa era certa ci sarebbe stato da divertirsi.

Elisabeth

Tornai a casa, avevo decisamente bisogno di una doccia fredda e di togliermi quel vestito e quelle scarpe infernali. Arrivai davanti al mio condominio. 

Vivevo da sola da sei mesi, ovvero da quando avevo finito il liceo e nonostante i miei vent'anni, il mio incessante bisogno di indipendenza mi aveva spinto ad andare via da casa il prima possibile. Avevo da poco iniziato l'università, sapevo che per fare la giornalista avrei dovuto studiare duramente e, a scienze politiche, ci sarebbe stato decisamente da darsi da fare. Il corso da stagista nell'azienda di Styles, mi sarebbe servito per mantenermi mentre continuavo gli studi. 

Eh sì, in Inghilterra gli stage erano retribuiti, in fondo c'erano dei doveri, bisognava rispettare orari e scadenze e, quindi, venivi regolarmente pagato per lavorare. Questo in Italia non sarebbe mai successo, gli stagisti erano per le aziende un aiuto per soddisfare quelle urgenze di cui nessuno si voleva occupare e, oltre tutto, a titolo gratuito o, nella migliore delle ipotesi, con un ridicolo rimborso spese. Non era questo il motivo per cui ero venuta a vivere qui, ma, sinceramente, era stato un incentivo. 

Avevo un buon rapporto con i miei, ma la distanza dalla mia città non mi rendeva la vita facile. Tornare a Milano era sempre un impresa, tra i mille impegni che l'età adulta mi aveva imposto.

L'età azzurra e rosa rimane sicuramente l'epoca della nostra vita in cui possiamo idealmente fare tutto, senza in realtà concludere nulla... Se la vita da piccoli è moltiplicazione, da grandi è decisamente sottrazione. Il tuo tempo diventa ciò che avanza da ciò che devi fare.

Appena entrata in casa, mentre avevo ancora tutto in mano, chiavi, borse e scarpe, ovviamente il cellulare iniziò a suonare...

Spero che la storia vi piaccia!😉Aspetto i vostri commenti, aggiornerò presto:)

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