Capitolo 1

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28-01-2017

Caro diario,
Certe volte mi chiedo perchè i nostri genitori, che sono le persone che ci conoscono da più tempo e dovrebbero sapere quasi tutto su di noi, ci capiscono sempre meno.
Eppure.. non sono stati anche loro adolescenti una volta ? Certo che si.
Allora io non riesco a capire, perchè ? Perchè devono sempre pensare da adulti ? Perchè non cercano di mettersi nei nostri panni, quando abbiamo un problema "adolescenziale" ?
Perchè devono darci consigli nei quali si esprimono in modo sempre così autorevole, ponderato, coscienzioso ?
Quasi come se pretendessero che noi ci comportassimo esattamente come voglio loro e quando vogliono loro.
Come se per ogni situazione ci fosse un modo razionale di comportarsi.
Come se l'animo umano non fosse travolto, investito in modo diretto dagli istinti.
Forse lo fanno perchè non ricordano bene come si comportavano quando erano in fase di sviluppo anche loro ?
Alcuni dicono che facciano così perchè vogliono darci i consigli giusti.
Effettivamente è vero questo...
solo che vorrei, certe volte, fossero mentalmente meno adulti...

Il mio nome è Bella, Bella Malandro.
Negli anni duemila era di uso poco comune, tuttavia oggi è tornato nuovamente di moda grazie a Bella (Isabella) Swan, protagonista femminile dei libri Twilight, New Moon, Eclipse, Breaking dawn (che fanno parte della mia saga preferita) della scrittrice Stephenie Meyer.
Mi riconosco molto nel personaggio principale della saga, caratterialmente parlando.
Peccato però che io non abbia una vita così emozionante come la sua. Non ho la proccupazione costante di dover fuggire da qualche vampiro che voglia farmi fuori e nemmeno dover avere a che fare tutti i giorni con un miglior amico che improvvisamente si rivela essere un licantropo.

Tornando alla noiosa storia della mia vita: sono nata l'estate del 18 luglio 2000, una giornata più calda del solito, nella vasca della casa di nonna Jamila.
Diversamente da altre sue amiche, mia madre non aveva avuto la grande fortuna di partorire in un comodo letto ospedaliero, sorvegliata da medici o ostetriche.
Le acque gli si ruppero all'improvviso, senza sentire contrazioni prima, quindi, essendo che l'ambulanza non fece in tempo ad arrivare, fu la mia adorata nonnina ad occuparsi di me e di lei.
Un'impegnativo parto normale dopo il quale non feci altro che dormire fra le braccia di nonno Andreas.

All'età di 19 anni mia madre viveva a Rio De Janeiro assieme alla sua coinquilina Swami, una bellissima ragazza domenicana che ogni tanto viene a farci visita durante il periodo estivo.
Lavoravano nello stesso ristorante italiano, " Grotta Azzurra", cinque giorni alla settimana, ma solo per il turno serale, quando ci mancava poco che la gente aspettasse fuori dal locale pur di assaggiare piatti tipici italiani.
Fu proprio lì che mia madre conobbe Juan Malandro, un ragazzo di corporatura ben allenata, pelle bronzea, occhi verde smeraldo e capelli castani corti, fissati all'indietro con un po' di gel.
Inutile dire che per mia madre fu un colpo di fulmine. Quando gli chiesi di raccontarmi di lui lo descriveva sempre come il ragazzo più bello che all'epoca avesse mai visto, ma anche come il più bastardo e vigliacco.
Iniziarono a frequentarsi una settimana dopo il loro primo incontro e dopo cinque mesi di conoscenza, si misero insieme.
Quando mamma parlava della parte più brutta della storia si ripeteva sempre di essere stata una grande stupida a non essersi accorta prima che lui l'amasse solo per il suo bel fisico tipicamente brasiliano.

Un giorno Juan venne a scoprire che Vilu, soprannome di mia madre Vitoria, era rimasta incinta e non appena ne ebbe l'occasione scappò via senza farsi rivedere più.
Per mamma fu una situazione davvero dura da superare, tuttavia è sempre stata una donna dal carattere forte, quindi alla fine ce la fece ad andare avanti fino a trovare, tre anni dopo, l'amore della sua vita Felipe, con cui adesso condividiamo una casa tutta nostra.
Un uomo che personalmente adoro e che non ebbe difficoltà alcuna ad accettare anche me nella sua vita nonostante non fossi realmente sua figlia.

Ora che ho sedici anni, mi capita spesso di pensare alla storia di mamma, ma soprattutto al giorno della mia nascita.
Nonostante non fossimo ricconi, mia madre è sempre riuscita, anche nel periodo in cui era rimasta da sola, a garantirmi una vita tranquilla senza farmi mancare mai nulla, nemmeno l'educazione scolastica.
Crescendo però, fino ad arrivare all'età che tutti i genitori temono, ovvero l'adolescenza, sono iniziati anche i primi conflitti fra di noi.
Spesso ho ricevuto ceffoni da parte di Vitoria per aver risposto in modo sgarbato ed ancora più spesso mi veniva vietato di uscire assieme alle mie amiche sempre per lo stesso motivo.
Il carattere l'avevo ripreso in buona parte da lei: ero testarda, orgogliosa ed anche permalosa, ma mi mancava uno dei suoi pregi.
Quello che avrei desiderato più di tutti: essere forte.

...Mamma la mia depressione è mutaforme.
Certe volte è piccola come una formica nella zampa di un'orso, altre volte invece è proprio l'orso che cerca di distruggermi fino a farmi vedere il buio più totale.
Mamma dice: "Allora accendi una candela", ma se lo facessi mi ricorderebbe la chiesa.
Il debole bagliore delle candele accese ed io in piedi davanti alla sua bara aperta. Quello è stato il momento in cui ho imparato che qualsiasi persona io possa conoscere, un giorno morirà.
Tutto quello che mi circonda mi ricorda di star vagando in un oceano di felicità in cui non posso battezzarmi.
Hai ragione. L'ansia mia ha preso come ostaggio nella sua progione fortificata.
Mamma dice: "Da dove viene l'ansia ?"
L'ansia è il cugino che fa visita da fuori città, che la depressione è obbligata a portare alla festa.
MAMMA, LA FESTA SONO IO !
SOLO CHE E' UNA FESTA A CUI NON VOGLIO PARTECIPARE.
Mamma, no. Io non ho paura di morire, io ho paura di vivere.
Mamma, sono sola... e questi sarebbero dovuti essere gli anni più belli della mia vita...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2017 ⏰

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