Chapter sixteen

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Non capii a pieno quella frase, ma mi inquietai comunque; forse mi inquietai di più non avendola capita, che di quanto mi sarei inquietato se l'avessi capita.

Sentimmo un rumore, il rumore che fa un vetro quando si rompe, forse non riuscendo ad entrare dalla porta, quell'uomo aveva spaccato la finestra.

Eireen indietreggiò di qualche passo impaurita, ma poi fece un respiro profondo, afferrò un pezzo di legno che teneva sotto il letto, mi prese per il polso e mi portò dietro la porta.

≪ Resta dietro di me ≫ disse con sguardo severo, pieno di mille parole che purtroppo non riuscii a tradurre.

≪ Forse dovresti restare tu dietro di me, no? ≫ dissi osservando le sue mani tremanti.

≪ No ≫ sbottò, fermandomi con una mano sul petto quando provai a mettermi davanti a lei, ed io l'ascoltai.
Non seppi bene perché l'ascoltai, forse perché con quel pezzo di legno in mano, gli occhi serrati ed il corpo pronto a colpire, mi inquietava abbastanza.

Sentimmo dei passi pesanti salire le scale e vari rumori in sottofondo.
Poco dopo la porta si aprì ed Eireen balzò in avanti come fa un felino con la sua preda.

≪ Apri il cassetto e prendi la corda ≫ disse con sguardo più che serio, duro, gelido.

Non capivo cosa stesse succedendo, non capivo se fosse tutto uno scherzo di pessimo gusto, o fosse tutto serio.
Non capivo se fosse lei la vittima o l'artefice.
Mi fermai a riflettere, ma Eireen mi distolse dai miei pensieri.
≪ Muoviti, non abbiamo tempo! ≫

Preso dal panico risposi ≪ okay ehm okay ≫, aprii il cassetto presi la corda e gliela passai.
Gli legò le mani e poi guardandomi sempre con sguardo gelido mi chiese di aiutarla a portarlo giù, e così feci.

"E se stesse per ucciderlo? Io sarei il complice, oh mio dio cosa sto facendo" pensai.

Lo portammo giù e lo posammo sul divano.

≪ Ora puoi andartene ≫ mi disse fredda, apatica.

Le guardai gli occhi, sembrava vuota.

≪ Non so cosa tu abbia in mente di fare o cosa sia successo in precedenza, ma non me ne vado, rimango con te ≫

≪ Come preferisci, vado a prendere del nastro adesivo ≫

Fissai quell'uomo attentamente, Eireen non ci assomigliava affatto, non possedeva neanche un tratto lontanamente simile a lui.

Poco dopo Eireen tornò col nastro adesivo e lo mise attorno alla corda, così che se l'uomo si dimenasse, non sarebbe riuscito a liberarsi, e tanto meno ad muoversi dal divano dato che lo attaccò anche attorno per sicurezza.
Prese dal frigo dell'acqua fredda e dal freezer del ghiaccio, per poi buttarglielo addosso; di conseguenza l'uomo si riprese ed iniziò ad urlare.

Subito dopo prese una bottiglia di vodka e gliela mise davanti.

≪ Dammela ≫ disse guardandola male, con disprezzo.

≪ Oh no, prima di averla, dovrai dire delle cose alla tua dolce figliuola ≫ disse lei con del chiaro sarcasmo in voce.

≪ Brutta puttana, ti ho detto di darmela! ≫ continuò lui dimenandosi.

Serrai la mascella e strinsi i denti, come osava parlarle in quel modo?
Feci per tirargli un pugno ma Eireen mi si mise di fronte, ed io lo ritrassi prima di colpirla.

≪ Ma sei pazza, cosa diavolo ti salta in testa? Potevo colpire te! ≫

≪ Avrei sopportato, lascia stare, va bene così ≫ disse accennando un sorriso amaro.

Fragili come petali di rugiadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora