1.4. Yoongi

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Yoongi si trovava nella stanza che aveva prenotato in quel pidocchioso motel dopo che qualche giorno prima aveva litigato con quelli che non meritavano neppure più il titolo di "genitori", secondo lui.
Era steso sul letto sfatto e guardava il soffitto bianco che perdeva intonaco per quanto era vecchio e rovinato.
Decise poi di sedersi, sulla punta del letto e cominciò a pensare a ciò che ormai lo stava perseguitando negli ultimi giorni.
Aveva cercato di dimenticarsene, di andare avanti ma ogni volta che anche solo ci provava sentiva un dolore al petto e gli sembrava di rivederlo davanti a sé, con un sorriso che quasi lo colpevolizzava di star dimenticando tutto ciò che avevano passato insieme.
Yoongi a quel punto tentava di scacciare quell'immagine dalla testa ma questa si faceva più prepotente e la circondava, assicurandogli, silenziosamente, che non avrebbe mai fatto in modo che dimenticasse.
Il ragazzo poi si rannicchiava a terra e pregava che tutto quello finisse, perché si sentiva in colpa, si sentiva logorato e ogni volta gli sembrava di morire o di rivivere quel momento ancora e ancora.
E Yoongi voleva solo dimenticare, dimenticare il dolore e il suo passato.
Nel silenzio di quella stanza gli sembrava quasi di sentire la sua risata, risata che un tempo gli metteva sempre allegria ma che adesso gli provocava solo i brividi, e gli causava un dolore insopportabile al cuore.
Se solo non lo avessero forzato.
Se solo avessero accettato il suo no, adesso non sarebbero a quel punto.
Erano stati dei coglioni e quella era stata la conseguenza delle loro azioni.
Tirò fuori dalla tasca il suo accendino e cominciò a giocherellarci. Si incantò ad osservare il movimento del fuoco. Il modo in cui sembrava danzare era ipnotico e Yoongi desiderò per un attimo di vederne uno molto più grande e potente. Mentre non riusciva a distogliere lo guardo da quello spettacolo, in lui nacque un'idea senza che neppure se ne rendesse conto.
Era qualcosa di inconscio e che il suo io non riusciva a controllare.
Senza che neppure se ne rendesse conto quindi si alzò e uscì dal motel. Raggiunse la sua auto parcheggiata lì vicino e dal bagagliaio prese il barile di benzina che conservava per le emergenze, quello che gli aveva passato Namjoon senza fargli pagare nulla. Sembrava in trance, semplicemente faceva tutto senza davvero rendersi conto della azioni che stava compiendo. Con un passo lento e in volto uno sguardo apatico, rientrò nella sua stanza e mise in atto il piano che sia era formato nella sua testa.
Aprì il barile e sparse la benzina su tutto il letto e il pavimento della piccola e sporca stanza e poi osservò il suo operato.
Prese l'accendino con cui qualche minuto fa stava giocando e lo avvicinò al lenzuolo.
Appena la stoffa bagnata entrò in contatto con la piccola fiamma, questa crebbe di colpo e Yoongi in qualche istante si ritrovò completamente circondato dal fuoco che divampava violento.
E nel momento in cui realizzò che sarebbe morto, Yoongi si rese conto di quello che aveva fatto e parve risvegliarsi da quello stato di apatia in cui era crollato.
Urlò forte allora, disperato per la situazione in cui si trovava ma poi si impose di rimanere calmo. Se si fosse fatto prendere dal panico sarebbe stato fottuto.
Si guardò intorno velocemente e notò la finestra che non era ancora stata divorata dal fuoco.
Le si avvicinò e si sporse. La sua stanza era proprio al primo piano e quindi decise che l'unica cosa che poteva fare sarebbe stato buttarsi. Magari si sarebbe rotto qualche osso, ma meglio quello che la morte, così era convinto.
Contò lentamente fino a tre e poi saltò, cadendo scompostamente sull'asfalto e graffiandosi una mano e un ginocchio da cui cominciò ad uscire un rivolo di sangue.
Si rialzò alla svelta e cominciò a correre.

Yoongi e tutti gli altri cominciarono a correre per raggiungere Jungkook che si trovava davanti a loro, in equilibrio sul cornicione, le braccia distese per non cadere.
Lui si trovava davanti al gruppo e sorrise allegramente, voltandosi leggermente per vedere i suoi amici.
Notò subito Hoseok circondare con un braccio le grosse spalle di Seokjin e Jungkook fare uno scatto per raggiungerlo e affiancarlo.
Raggiunsero poi il porto e insieme, abbracciati, osservarono l'Oceano stagliarsi infinito di fronte a loro. Ridevano, saltavano e alzavano le braccia al cielo, inconsapevoli di quello che avrebbero passato poco tempo dopo.

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