prologue

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Il vestito nero le arrivava sopra al ginocchio così da lasciar esposte alla pioggia le pallide gambe.
Il volto era rivolto verso l'alto e stava lì da una decina di minuti, con gli occhi chiusi dai quali uscivano lacrime, che si confondevano alle gocce di pioggia che le bagnavano il viso.
Da lontano sembrava una macchia, nera e bianca, che interrompeva la distesa di verde che costeggiava le viuzze, le quali portavano al cimitero.

Quando di colpo la pioggia smise di bagnarle il volto, sussurrò «vattene».

«No, finirai per ammalarti» rispose lui sedendosi accanto alla ragazza, diventando parte anche lui di quella macchia su quel prato, interrompendo la monotonia del bianco e nero, con il suo ombrello rosso.
«Voglio stare da sola.» rispose continuando a tenere gli occhi chiusi e la voce di chi aveva urlato tanto.
«Me ne andrò solo dopo averti dato ciò.» dicendo ciò, le posò un pacchetto rettangolare sulle gambe coperte dal vestito.
Chinò il capo per vedere il pacchetto blu semplice, sopra c'era solo un pezzettino di carta con su scritto "per Amelia.", riconobbe la scrittura e portò la mano destra alla bocca, coprendo le labbra che erano in una smorfia fra dolore e sorpresa.
«Chi te lo ha dato?» chiese sconvolta.
«I suoi genitori. Lo hanno trovato nel cassetto della sua scrivania, già impacchettato.» rispose tranquillamente il ragazzo fissando davanti a lui le persone che uscivano dal cimitero.
Lei iniziò a scartare con estrema calma il pacchetto da quale tirò fuori un quaderno, fece passare i polpastrelli sulla copertina sentendo il dislivello causato dalle foto attaccate su di essa.
«Fil, ci pensi, queste foto sono dell'anno scorso...» disse sospirando e accarezzando con le dita le foto.
Aprì il quaderno e un foglio le cadde, lo prese e lo lesse ad alta voce.
«Cara Amelia,
se stai tenendo tra le mani questo diario, vuol dire che sono morta.
So che ora stai piangendo ma non dovresti, eravamo pronte entrambe a ciò, anche se non lo vuoi ammettere.
Ti chiedo già da adesso scusa per ciò che leggerai e scoprirai.
Sei sempre stata onesta con me, io forse un po' meno, ti prego di perdonarmi.
Ti voglio bene e sarò sempre con te.

Tua Margherita.» e le lacrime le solcarono di nuovo il volto.

Iniziò a leggere il diario lì, nel giardino del cimitero sotto all' ombrello rosso di Filippo.
Leggeva ad alta voce per poter rendere partecipe anche lui, anche se Margherita non lo avrebbe voluto.

Il diario iniziava dal 2015 da quando glielo avevano regalato, all'inizio raccontava di cose normali come la scuola, il ragazzo che le piaceva, le bugie che diceva ai genitori, non scriveva tutti i giorni, ma solo quando doveva sfogarsi.
In alcune pagine vi erano biglietti del pullman, del cinema e in alcune foto.
Ma al 2 febbraio 2016 con dello scotch aveva attaccato una ciocca di capelli.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 07, 2017 ⏰

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Il diario di MargheritaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora